[Giorno: 5 | Mese: Ottobre | Anno 3005] [Scuola Superiore Vittorio Em.]
Dopo la guerra avvenuta nel 2450, a causa della radioattività che aveva ricoperto tutta l'atmosfera, molti umani morirono, e cominciarono ad apparire gli [Squarci nel cielo]...
Uno studente dall'aria interessata alzò la mano, il che interruppe la lezione di storia della professoressa, lei gli concesse la parola, anche se ciò la infastidì non poco;
Il ragazzo contento di poter parlare sfoggiò un sorriso a 32 denti e fece la domanda che quasi tutta la classe stava pensando, le chiese cosa fossero di preciso quegli Squarci, e che impatto avessero sul loro pianeta;
La professoressa, infastidita, rispose dicendo che fino ad oggi nessuno era stato in grado di comprenderlo, l'unica informazione degna di nota, fu che chiunque sfiorava anche soltanto leggermente uno Squarcio veniva risucchiato, senza alcuna via di ritorno.
L'aula standard, conteneva 16 banchi singoli verdi uniti due per volta, tutto intorno nei muri era tappezzato di armadi e le parti vuote erano riempite di regolamenti noiosi e severi, Il muro che volgeva ad est ospitava una finestra molto grade, che mostrava una gran parte della cittadina.
Nell'angolo dell'aula, vicino alla finestra, vi era presente un ragazzo chiamato Francesco dalla robusta stazza, dei lunghi capelli castani che poggiavano alle sue spalle, il suo sguardo incuteva un leggero timore, dato il suo umore spesso Annoiato e scocciato, Egli continuava a fissare gli Squarci con uno sguardo particolarmente annoiato finché non suonò la campanella ad indicare la ricreazione.
Gianluca, un ragazzo piuttosto alto, con capelli che attiravano subito l'attenzione: neri, ma con alcune sfumature di bianco sparse qua e là. Quel particolare lo aveva reso oggetto di bullismo durante gli anni di scuola, contribuendo a formare in lui un carattere insicuro e pieno di preoccupazioni.
Gianluca si avvicinò a Francesco, prese una sedia e la posizionò di fronte al suo banco «C-ciao, Francesco... Posso parlarti un po'?», chiese titubante.
Francesco si voltò, sbuffando alla sua presenza. «Uff, ciao Gianluca. Dimmi pure», rispose con un tono di voce che tradiva un certo fastidio.
Gianluca: «Scusa se ti disturbo... So che mi odiate tutti.»
Gianluca guardò verso il basso, triste, e fece per andarsene, ma Francesco lo fermò.
Francesco: «Non ho sbuffato per te in particolare. Semplicemente, non amo interagire con gli altri. Se avevi qualcosa da chiedermi, fa' pure», rispose con un tono calmo e sincero.
Gianluca, sollevato da quelle parole, tornò a sedersi e disse: «Come mai durante le lezioni stai sempre a guardare gli squarci? Sei un appassionato di scienze?», chiese con un tono ironico.
Francesco: «Decisamente non sono un appassionato di scienze», rispose, sorridendo appena prima di continuare. «Mi mettono inquietudine, pensaci... Non sappiamo nulla di loro, e tutte le persone che entrano in contatto con quegli squarci scompaiono senza lasciare traccia.»
Gianluca: «Mhmm, effettivamente ha senso, chissà a cosa serv-»
Un boato improvviso interruppe il dialogo dei due ragazzi. Il terreno sotto di loro iniziò a tremare violentemente, un rombo profondo che sembrava provenire dalle viscere della terra. Le pareti della stanza vibravano, i muri che scricchiolavano come se stessero per crollare da un momento all'altro. le sedie si spostavano da sol, sbattendo contro le pareti, mentre i vetri delle finestre tremavano minacciosamente, pronti a esplodere in mille schegge.
Francesco e Gianluca si scambiarono un'occhiata di panico. «Sotto i banchi!» urlò Francesco, la voce che si alzava sopra il fragore del terremoto.
I due si gettarono a terra, strisciando velocemente sotto i banchi, che erano ancorati al pavimento da una serie di bulloni massicci. Il terremoto sembrava non volersi fermare: il pavimento oscillava come se fosse fatto di gelatina, e l'aria era piena di polvere che si sollevava dalle crepe che si aprivano nel muro.
Gianluca si aggrappò ai piedi del banco, le nocche bianche per la presa. «C-cosa sta succedendo?!» urlò, la voce che tremava insieme al terreno.
Francesco, anche lui aggrappato al banco, cercò di mantenere la calma. «Resisti! Non mollare!»
La scossa durò per ben 10 minuti, un'eternità in cui ogni secondo sembrava un'ora. Poi, lentamente, il terremoto iniziò a placarsi. Le vibrazioni si fecero meno intense, il rombo si attenuò, e la stanza tornò a un silenzio innaturale, rotto solo dal respiro affannoso dei due ragazzi.
Francesco si rialzò con cautela, guardandosi intorno. La stanza era un disastro: mobili rovesciati, muri crepati e oggetti sparsi ovunque. Si voltò verso Gianluca, che era ancora a terra, visibilmente scosso.
«Gianluca, stai bene?» chiese, tendendo una mano verso l'amico.
Gianluca afferrò la mano, tirandosi su con un gemito. «C-c-che diavolo è successo! Ho temuto di morire senza aver nemmeno avuto il primo bacio!» disse, cercando di scherzare nonostante la voce ancora tremante.
Francesco lo guardò, un sorriso stanco che gli si stampò sul volto. «Che idiota...» mormorò, scrollando la testa.
rise di gusto prima di notare qualcosa di diverso alla finestra, Fuori si estendeva una lunga strada principale, ormai disseminata di auto distrutte, fiamme e creature mostruose intente a uccidere i conducenti in fuga. Ai lati della strada, alcuni piccoli palazzi condominiali venivano assaltati da umanoidi verdi armati di lunghi artigli affilati. In lontananza, una torre si ergeva imponente all'orizzonte, trasformata ormai in un nido da un enorme lucertolone alato, le cui dimensioni incutevano terrore. Proprio sotto la scuola, il cortile era invaso da quegli esseri verdi, che emettevano stridii acuti e agghiaccianti, riempiendo l'aria di un senso di morte e distruzione.
Il cielo, intanto, era di un rosso intenso e minaccioso, come dipinto da un pennello intriso di sangue. Tra le nuvole scure e turbinanti, si potevano vedere gli squarci, aperture sinistre da cui fuoriuscivano incessantemente creature di ogni forma e dimensione, pronte a riversarsi sul mondo sottostante. Era uno spettacolo apocalittico, che sembrava annunciare la fine di tutto ciò che era conosciuto.
Francesco: «Gianluca... Dimmi che sto facendo un brutto incubo mentre la prof di storia spiega... Tutto questo non può essere reale...»
Gianluca: «È orribile... Cosa diavolo sta succedendo?» Gianluca scoppiò a piangere, tenendosi la testa tra le mani, terrorizzato.
All'improvviso, si udirono urla provenire dai corridoi: grida strazianti di aiuto che risuonavano come un eco sinistro. Quelle urla fecero riprendere Francesco dallo shock. Era un appassionato di videogiochi e manga isekai, e questa situazione, per quanto assurda, gli sembrava quasi familiare.
Francesco: «Gianluca! DOBBIAMO TROVARE UN POSTO SICURO! ORA!»
Francesco afferrò Gianluca per il braccio e gli diede uno schiaffo sulla guancia, facendolo tornare bruscamente alla realtà.
Con le direttive di Francesco i due corsero all'uscita della classe, Varcata la porta, si apriva un lungo corridoio fiancheggiato da aule su entrambi i lati. Alcune finestre permettevano di intravedere l'interno delle classi, mentre in fondo si scorgevano delle scale che conducevano agli altri piani. Il corridoio era un incubo a occhi aperti: il pavimento era macchiato di sangue, e ovunque giacevano cadaveri con ferite profonde. Alunni in preda al panico correvano in tutte le direzioni, calpestando chiunque si trovasse sul loro cammino. Nel caos, gli esseri verdi si muovevano con agilità, i loro orribili occhietti rossi brillavano di una sinistra gioia mentre osservavano il terrore che avevano scatenato.
A quella vista, Gianluca vomitò, sopraffatto dalla paura e dal terrore, mentre Francesco rimase paralizzato per un attimo. L'essere verde, accortosi della loro presenza, si avventò verso di loro con un balzo minaccioso. Proprio nel momento in cui stava per colpire Gianluca, un altro ragazzo della classe irruppe nella scena e, con una spallata potente, scaraventò la creatura all'interno di un'aula vicina.
???: «RIPRENDETEVI, IDIOTI! CORRETE!»
Al suo grido, Gianluca e Francesco si scossero e ripresero a correre a perdifiato verso il magazzino, diretto al piano sotterraneo.
Il piano sotterraneo ospitava tutte le stanze adibite alle attività sportive. Appena scesi, si potevano notare alcune attrezzature appoggiate ai muri vicino alle porte. Tuttavia, la stanza più vicina alle scale era il magazzino, protetta da una grande porta in ferro e chiusa da un grosso lucchetto rosso. Questo magazzino era utilizzato per immagazzinare materiali e attrezzature necessarie per tutte le strutture dell'istituto, come la mensa, i bagni e le palestre.
I tre ragazzi, giunti nel corridoio sotterraneo, notarono che la porta del magazzino era bloccata da un lucchetto. Cercarono freneticamente in giro una chiave, ma senza successo.
Francesco: «Come diavolo facciamo a entrare? Probabilmente stanno per arrivare!»
A quel punto, Gianluca, solitamente taciturno, si avvicinò alla porta. Afferrò il lucchetto con una mano, lasciando gli altri studenti senza parole. La sua mano cominciò a tingersi di un rosso acceso, e del fumo iniziò a fuoriuscire dai pori della sua pelle. Dopo qualche secondo, il lucchetto si sciolse, e Gianluca aprì la porta, girandosi verso gli altri.
Gianluca: «Ha funzionato! TUTTI DENTRO!»
Ancora confusi ma senza esitazione, tutti i ragazzi presenti nella palestra si precipitarono nel magazzino. Barricarono la porta con mobili pesanti trovati all'interno, mentre il gruppo di Francesco si spostò in un angolo per discutere della situazione.
Il magazzino era una stanza di medie dimensioni. Sul lato destro si trovavano due celle frigorifere utilizzate per la mensa, mentre a sinistra erano ammassate tutte le attrezzature di riserva per le attività sportive: materassi, pesi e grandi contenitori pieni di palle da calcio.
Il ragazzo che aveva salvato Gianluca si chiamava Simon, un loro compagno di classe molto popolare tra i coetanei. Simon giocava nella squadra di basket della cittadina, e questo gli aveva regalato un fisico atletico e ben definito, oltre a un'altezza sopra la media. Nonostante avesse ben pochi capelli rimasti sulla testa, non ne faceva un dramma: anzi, ci scherzava spesso sopra, dimostrando una sicurezza e un'autoironia che lo rendevano ancora più amato.
Francesco: «Fortuna che Simon è arrivato in tempo, altrimenti non voglio immaginare cosa ti sarebbe successo, Gianlù.»
Gianluca: «Grazie davvero, Simon. Senza di te sarei probabilmente morto...» Gianluca impallidì al solo pensiero di ciò che sarebbe potuto accadere.
Simon: «Figurati, sono contento di esser stato d'aiuto. Piuttosto... prima, che diavolo hai fatto con le tue mani? Sembravano fatte di lava per un attimo!», rispose con un misto di stupore e curiosità.
Gianluca: «Quell'essere mi ha ricordato un videogioco a cui ho giocato tempo fa. Lì, bisognava dire Status per aprire una schermata in cui impostare le proprie statistiche... Beh, come potete immaginare, ha funzionato!» Dopo aver spiegato, fece alcuni movimenti nel vuoto con la mano, e improvvisamente il suo Status divenne visibile anche agli altri.
STATUS DI GIANLUCA
Livello: 1
Exp: 0/30
Titolo: Nessuno
Vitalita:
2
Forza:
1
Agilità:
1
Mente:
3
Intelligenza:
3
Fortuna:
6
Abilità:
Arti Magmatici (E) : Abilità attiva, permette al suo utilizzatore di rendere qualsiasi parte del suo corpo Magmatica.
Francesco, stupito dalla scena davanti ai suoi occhi, chiese: «Quindi hai usato l'abilità [Arti Magmatici (E)] per far sciogliere il lucchetto? Bravo, hai avuto una bella intuizione!» Diede una pacca sulla spalla a Gianluca, sorridendo, e poi si voltò verso Simon.
Francesco: «Simon! Mostraci anche il tuo Status, adesso sono curioso!»
Simon, un po' confuso dalla situazione, annuì e invocò lo status, ancora invisibile agli occhi degli altri.
Simon: «Gianlù, come hai fatto a mostrarlo? Non ci capisco nulla, guarda. Spiegami un attimo come fare.»
Gianluca: «Certo! Allora... in alto a destra c'è un pulsantino che ti consente di modificare le impostazioni dello status. Lì devi cliccare su mostra e poi scegliere i player a cui renderlo visibile, quindi noi due.»
Simon: «Eccolo! Grazie mille, non sono abituato a cose simili, è una novità per me...»
Francesco: «Dai,forza, mostraci il tuo Status!Chissà che potere abbiamo ottenuto tutti noi.»
STATUS DI SIMON
Livello: 1
Exp: 0/30
Titolo: Nessuno
Vitalità:
4
Forza:
3
Agilità:
2
Mente:
1
Intelligenza:
1
Fortuna:
5
Abilità:
Resilienza Dell'orso (D): Abilità Passiva, Rende il corpo dell'utilizzatore più resistente, donandogli anche un po' di forza.
Carica Del Toro (F): Abilità attiva, permette al suo utilizzatore di caricare il nemico con un potente colpo di spalla, stordendolo per 1 secondo.
Gianluca: «Hai due abilità! E sembrano molto forti entrambe. Pare che tu abbia utilizzato la [Carica Del Toro (F)] quando mi hai aiutato... Spiegherebbe quella forza esplosiva!»
Simon sorrise, un po' imbarazzato dalle parole di Gianluca.
Francesco: «Ragazzi, ho una teoria sulle nostre statistiche, ma aspettiamo a vedere anche il mio status prima. Così potrò accertarmene.» Con un gesto della mano, fece apparire anche il suo status.
STATUS DI FRANCESCO
Livello: 1
Exp: 0/30
Titolo: Nessuno
Vitalità:
3
Forza:
3
Agilità:
2
Mente:
4
Intelligenza:
4
Fortuna:
-10
Abilità:
Sfortuna (S): Abilità passiva, il portatore non potrà assegnare alcun punto statistica in Fortuna, ma riceverà il doppio dei punti statistica ad ogni aumento di livello
Diario Di Salomone (???): Abilità attiva, Il portatore potrà evocare il Diario del saggio.
Gianluca: «Oddio... -10 in fortuna? Com'è possibile? Ecco perché non ci è andata bene mezza cosa da quando stiamo insieme! Però... hai le statistiche più bilanciate fra tutti noi, e anche un'abilità di grado S!»
Francesco: «Come immaginavo. Le statistiche variano in base alla nostra età. Tutti noi abbiamo 16 anni, no? Bene, tutti noi, anche se in disposizioni diverse, abbiamo 16 punti statistica. E soprattutto... SONO L'UNICO SENZA UN'ABILITÀ OFFENSIVA! Dannazione... Vediamo un po' l'unica abilità che ho, anche se sembrerebbe un po' inutile.»
Francesco mormorò il nome dell'abilità, e all'istante apparve un enorme libro. Ma, aprendolo, notò qualcosa di scioccante: i fogli erano completamente bianchi.
Simon: «Ehm... magari puoi prendere quei mostri a colpi di libro?» Scoppiò a ridere come un pazzo dopo aver lanciato la sua battuta.
Gianluca, preoccupato, si avvicinò a Francesco e disse: «Francesco, tranquillo, ci siamo noi in prima linea nel caso dovesse accadere qualcosa.» Ma Francesco notò subito le gambe tremolanti di Gianluca.
Francesco: «Tranquillo, Gianlù, sono calmo. Quest'abilità avrà pur qualche utilizzo... boh, lo scoprirò più avanti. Per adesso, cerchiamo di capire come risolvere la situazione. Le scorte qui in magazzino dureranno massimo tre giorni con tutte queste persone...»
Simon ormai ripreso dalle risate rispose: ''effettivamente è un grosso problema''
Il magazzino era in subbuglio. Ventitré persone, tra cui venti ragazzi e tre ragazze, si muovevano freneticamente tra le celle frigorifere e le attrezzature sportive ammassate lungo le pareti. L'aria era carica di tensione: alcuni piangevano in silenzio, altri cercavano di consolarsi a vicenda, mentre qualcuno fissava il vuoto, ancora scosso dall'orrore di ciò che avevano visto. Le urla e gli stridii provenienti dai piani superiori non facevano che alimentare il panico. Qualcuno aveva cercato di barricare ulteriormente la porta con materassi e pesi, mentre altri controllavano le scorte di cibo e acqua, già consapevoli che non sarebbero bastate per tutti. Il magazzino, un tempo luogo ordinato e silenzioso, era ora un rifugio caotico e disperato.
Gianluca: «Dovremmo cercare di calmare tutti e capire bene cosa sono in grado di fare, per poi stabilire una via di fuga.»
Francesco: «Sono d'accordo. Gianlù, tu vai dalle ragazze. Simon è troppo stupido per andare da loro, le spaventerebbe.» Lanciò una smorfia a Simon per prenderlo in giro, poi continuò: «Simon, noi due dividiamoci le ali della stanza e pensiamo al resto.»
Simon: «D'accordo, Mr. Sfortuna!»
Dopo una breve risata di gruppo, i tre ragazzi si divisero come stabilito. Gianluca si avvicinò alle ragazze e, dopo una lunga chiacchierata, riuscì a calmarle e persino a farle ridere, mostrando la sua abilità. Tuttavia, scoprì che le ragazze non avevano abilità utili al combattimento.
Intanto, Simon incontrò un ragazzo di nome Michele, che aveva la capacità di celare la sua presenza, un'abilità che poteva rivelarsi preziosa nella situazione in cui si trovavano.
Michele era un ragazzo basso, con capelli molto lunghi e una corporatura non particolarmente allenata. Di solito, il suo viso trasmetteva un'aria svogliata, come se nulla lo interessasse davvero. Ma questa volta era diverso: il suo sguardo era colmo di paura, e ogni tratto del suo volto tradisceva l'ansia e la tensione del momento.
Simon: «Michele, giusto? Hai detto di aver sviluppato un'abilità utile. Potrei vedere il tuo Status?»
Michele: «Certo, se posso essere utile, fatemi sapere!»
Simon si lanciò in una spiegazione su come mostrare il proprio Status, anche se con parole un po' confusionarie e approssimative. Dopo una lunga sequenza di tentativi e qualche errore divertente, Michele riuscì finalmente a trovare l'impostazione giusta e si accinse a mostrare il proprio Status.
STATUS DI MICHELE
Livello: 1
Exp: 0/30
Titolo: Nessuno
Vitalità:
2
Forza:
2
Agilità:
5
Mente:
2
Intelligenza:
1
Fortuna:
4
Abilità:
Occultamento (A): Abilità attiva, Rende il portatore invisibile ai nemici, con nemici di livello superiore al portatore essa perderà efficacia fino alla totale visibilità.
Francesco, invece, trovò ben due persone con abilità interessanti. La prima era Luigi, un ragazzo in forma e dall'aria responsabile, che emanava una certa leadership, anche se in quel momento non era perfettamente calmo.
Francesco: «Ragazzi, tranquilli, al momento qui dovremmo essere al sicuro da quegli esseri verdi. Non mi sembravano così forti, e abbiamo barricato tutto per bene. Piuttosto, Luigi, hai detto di aver sviluppato delle abilità particolari. Posso vederle? Potrebbero essere utili, abbiamo bisogno di più persone su cui fare affidamento.»
Luigi: «Va bene, ti mostro subito il mio status, ma ammetto che mi imbarazza un po'... Non ridete, vi prego...»
Dopo aver ricevuto le istruzioni da Francesco, Luigi riuscì a mostrare il proprio Status. Alla vista, Francesco afferrò le spalle di Luigi, incredulo...
STATUS DI LUIGI
Livello: 1
Exp: 0/30
Titolo: Nessuno
Vitalità:
2
Forza:
2
Agilità:
1
Mente:
6
Intelligenza:
2
Fortuna:
3
Abilità:
Fortezza Inespugnabile (A): Permette al suo utilizzatore di creare una zona sicura di grandezza variabile in base alla statistica Mente, in essa possono accedere soltanto entità accettate dall'utilizzatore, se il portatore esce dalla sua zona, essa verrà cancellata ed entrerà in CD per 24 ore.
Rappresentante (E): Abilità passiva, Tutti i membri del party riceveranno un bonus alle statistiche del 10%, il portatore riceverà il 10% di exp ovunque egli sia.
Francesco: «Luigi... Sei incredibile! Altro che inutile, la tua è l'abilità migliore che abbia visto al momento, prova ad attivarla subito, rendere questo posto sicuro è la priorità, come seconda cosa, dobbiamo creare un party di ragazzi pronti ad uscire in ricognizione e quel 10% potrebbe tornare utile contro quei mostriciattoli li fuori.»
Luigi: «Bene, cercherò di fare il possibile qui allora, lascio a voi il compito di uscire purtroppo, mi dispiace darvi il compito più rischioso» mentre lo diceva, Luigi era veramente preoccupato per i ragazzi, si poteva notare dal suo sguardo di premura verso di Francesco.
Dopo aver chiacchierato con Luigi e avergli detto di unirsi al gruppo principale, Francesco si girò verso l'altro ragazzo portatore di abilità
Francesco: «Ciao, tu invece? Come ti chiami?»
Francesco D.: «Piacere,anche io mi chiamo Francesco. Il mio cognome è D. Santo, Ho risvegliatoun'abilità un po' strana, ma sembrerebbe molto utile.» Dopo aver parlato,mostrò il suo Status a Francesco
STATUS DI FRANCESCO D.
Livello: 1
Exp: 0/30
Titolo: Nessuno
Vitalità:
4
Forza:
2
Agilità:
2
Mente:
2
Intelligenza:
2
Fortuna:
4
Abilità:
Pelle Ferrea (E): Abilità attiva, rende la pelle dell'utilizzatore dura come l'acciaio per 5 minuti.
Allenamento (F): Abilità passiva, permette al suo utilizzatore di ricevere il 10% di Exp in più e rende più semplice l'apprendimento di abilità marziali.
Francesco: «Sono ottime abilità, ma ancora non sappiamo di preciso cosa intenda con Abilità Marziali. Direi che anche tu sei idoneo per entrare nel gruppo di ricognizione. Con la tua abilità, un'accetta di pietra non credo possa scalfirti.»
Francesco D.: «L'ho testata involontariamente prima di arrivare. Il colpo di quell'essere non mi ha fatto assolutamente nulla, ma non ho potuto riutilizzarla per altri due minuti.»
Francesco: «Beh, direi che va più che bene. Per cinque minuti dovresti essere invulnerabile. Bene, seguimi, ti porto dal resto del gruppo.»
Tutti e sei si incontrarono nell'angolo della stanza e, dopo le presentazioni, iniziarono a ideare un piano per sopravvivere alla carenza di risorse.
Francesco: «Bene, adesso che siamo tutti qui, passiamo alla parte importante: come vogliamo agire?»
Gianluca: «Io direi di aspettare che si calmino le acque là fuori. Uscire ora vorrebbe dire affrontare troppi esseri verdi tutti insieme. Dovremmo aspettare che si disperdano.»
Simon: «Gianlù! Stai dimenticando che potrebbero esserci altri sopravvissuti! Dobbiamo salvarli al più presto, non c'è tempo per rilassarci.»
Luigi: «Io sono d'accordo con Gianluca. È troppo avventato uscire adesso, ci porterebbe alla morte sicura.»
Francesco: «Tu, Francesco... ti chiameremo D., in modo da non confonderci. D., cosa ne pensi?»
D.: «Mhmm... io preferirei andare a salvare più persone possibili.»
Francesco: «Capisco... Facciamo così. Michele, te la sentiresti di uscire da solo con la tua abilità? Ovviamente, dobbiamo prima testare come si comporta con gli esseri verdi. Potrebbero essere di livello più alto di noi.»
Michele: «........ S-se proprio devo... Come intendiamo scoprire se la mia abilità funziona?»
Francesco: «Per questo ho un'idea. Luigi, attiva la tua abilità [Fortezza Inespugnabile (A)] al centro della stanza. Vediamo se riesce a proteggerla tutta.»
Luigi fece un cenno con la testa e pronunciò il nome dell'abilità. Dal suo petto si sprigionò una specie di barriera invisibile, che si allargò fino a superare leggermente la porta del magazzino, coprendo l'intera stanza di circa 50 m². Ma in quel momento, tutte le persone all'interno si paralizzarono, impossibilitate a muoversi, e una finestra di dialogo apparve improvvisamente davanti a Luigi.
Vuoi permettere l'accesso alle 25 entità al suo interno? Si/No
Luigi: «Ragazzi? Come mai siete tutti fermi e non parlate? Oh, cosa... dev'essere per questo messaggio. Direi di mettere sì, non oso immaginare cosa possa accadere altrimenti.»
Luigi mormorò un sì, e all'istante tutti ripresero a muoversi. Confusi da ciò che era accaduto, si voltarono verso Luigi.
Luigi: «Scusate... credo sia stata la mia abilità. Adesso dovremmo essere al sicuro, ho accettato tutti. Ora, spiegami cosa intendi fare», disse, rivolgendosi a Francesco.
Francesco: «Bene... Seguitemi alla porta, lo capirete subito.»
Tutti si diressero verso la porta, e Francesco chiese di sgomberare l'accesso dai mobili che erano stati usati per barricarla. I ragazzi, stupiti dalla richiesta apparentemente folle, obiettarono.
Gianluca: «Francesco! Sei pazzo? Vuoi farci uccidere tutti da quei cosi?»
Francesco: «Fidatevi di me. Se dovesse accadere qualcosa, me ne prenderò le responsabilità e correrò fuori a farmi inseguire», rispose con tono deciso.
Le sue parole lasciarono tutti con un nodo alla gola. Nessuno voleva che Francesco morisse, ma, data la sua fermezza, decisero di aiutarlo a liberare la porta.
Francesco: «Bene, siete pronti? Michele, voglio che tu usi la tua abilità ed esca leggermente dalla porta nel momento in cui aprirò. Se loro ti notano, ritorna dentro correndo il più possibile.»
Michele annuì, ma si poteva notare un leggero tremore in lui. Come tutti, anche lui era spaventato, ma l'unica differenza era quanto riuscisse a nasconderlo.
Francesco: «3... 2... 1... ORA!»
Francesco spalancò la porta. Subito si notarono due esseri verdi intenti a masticare il braccio di uno studente vicino alle scale, mentre altri tre si trovavano nella stanza di fronte, nell'area centrale del campo da pallavolo. Michele uscì dalla porta con la sua invisibilità attiva. Gli esseri verdi notarono la porta aprirsi e si avvicinarono lentamente.
Francesco: «Michele, allontanati leggermente dalla porta e vedi se ti guardano. Fai in fretta, dobbiamo richiudere la porta per sicurezza.»
Michele, titubante, si allontanò dalla porta. Fece circa dieci metri e notò che gli esseri verdi continuavano a fissare la porta e ad avvicinarsi ad essa, senza prestargli la minima attenzione. Tuttavia, i goblin notarono le persone all'interno della stanza e iniziarono a correre verso di essa.
Francesco: «MICHELE, CORRI! E QUANDO SEI PASSATO, COLPISCIMI LA SPALLA!»
Michele iniziò a correre il più veloce possibile verso la porta e, oltrepassandola, diede un colpetto alla spalla di Francesco. Ma ciò che accadde dopo lasciò tutti senza parole: Francesco non aveva chiuso la porta. Al contrario, si era messo al centro di essa, fissando con spavalderia gli esseri che correvano verso di lui.
D.: «Francesco! Che diavolo stai pensando di fare? Entra dentro! Rischi di morire così!»
Francesco: «Fidatevi di me e osservate!»
A quelle parole, Simon corse per trascinare Francesco dentro con la forza, ma non arrivò in tempo. Un essere verde era già a un passo dal colpire Francesco...
Simon: «FRAAAAAAA!»
Ma, con grande stupore di tutti, non si udì alcun grido di dolore provenire da Francesco. Al contrario, risuonò una risata folle, isterica, quasi demoniaca. Diversi rumori sordi e sinistri potevano essere uditi oltre di lui, ma nessuno di quei colpi lo raggiungeva. La barriera di Luigi stava assorbendo ogni attacco dei goblin, proteggendolo completamente.
Francesco, però, non sembrava minimamente preoccupato. Rideva, una risata che sembrava uscire dalle profondità di un abisso, mentre fissava i goblin con occhi lucidi e un sorriso distorto. «HAHAHA! AVETE VISTO? AVETE VISTO?!» urlò, allargando le braccia come se volesse abbracciare il pericolo. «NON POTETE TOCCARMI! NON POTETE FARE NULLA!»
La sua voce era un misto di trionfo e follia, mentre continuava a ridere, quasi come se stesse godendo di ogni singolo istante di quell'incontro con la morte. «LO SAPEVO! LO SAPEVO CHE AVREI VINTO! LA MORTE NON MI VUOLE, RAGAZZI! HAHAHA!»
I suoi occhi brillavano di una luce maniacale, e il suo sorriso era così ampio da sembrare innaturale. «VI SFIDO! VI SFIDO TUTTI! VENITE, PROVATE A PRENDERMI!» gridò, battendo le mani come un bambino eccitato.
Gli altri lo osservavano in silenzio, sbalorditi e terrorizzati non solo dai goblin, ma dalla pura follia che Francesco stava mostrando. Era come se, in quel momento, avesse perso completamente il contatto con la realtà, abbracciando il caos con una gioia quasi demoniaca.
Dopo un silenzio pesante che durò ben due minuti, fu Luigi a rompere il ghiaccio.
Luigi: «Imbecille... Ci hai fatto preoccupare per nulla, idiota. Avresti potuto avvisarci prima», disse, sospirando profondamente.
Francesco, ancora con quel sorriso folle stampato in faccia, rispose: «E dov'era il bello, allora? Guardate che facce da mammolette che avete!» Riprese a ridere, prendendo in giro i ragazzi, per poi voltarsi verso gli esseri verdi con uno sguardo quasi affascinato.
Francesco: «Comunque, il piano è riuscito. Michele, domani andrai in spedizione per confermare la situazione là fuori. Non prendere nulla, potresti rischiare di essere visto. Ti consiglio di riposare finché puoi.»
Michele: «Sei veramente un coglione», rispose, ancora turbato dall'accaduto. «Va bene, comunque. Sono piuttosto sicuro della mia abilità ormai! Potrei essere il più forte fra voi», ridacchiò, cercando di sembrare sicuro di sé.
D.: «Francesco, cosa aspetti a chiudere? Vuoi testare altro?»
Francesco: «Esattamente», ridacchiò, per poi colpire la faccia di un essere verde con un pugno diretto al naso. Il colpo ruppe l'orrendo nasone della creatura, facendola sanguinare copiosamente. Detto ciò, chiuse la porta con calma, come se nulla fosse.
Simon: «Se volevi vendicarti, bastava dirlo, eh», disse, scuotendo la testa.
Francesco: «Noooope, non volevo vendicarmi. Pensaci un po'... Sono riuscito a colpirlo senza varcare la barriera. Questo, secondo te, cosa vuol dire?» Un sorriso malefico si dipinse sul suo volto mentre parlava.
Tutti rimasero confusi per un attimo, ma la persona con la maggiore competenza nel calcolo arrivò subito a una conclusione.
Luigi: «Possiamo... ucciderli... dall'interno.» Lo disse con uno sguardo cupo, quasi turbato dalla propria affermazione. Erano tutti ragazzi delle superiori, nessuno di loro aveva mai ucciso qualcosa di anche lontanamente senziente, figuriamoci una figura umanoide. Quelle parole scossero tutti i presenti, che fino a un attimo prima sembravano calmi.
Francesco: «Esattamente. So che può essere brutto da dire, ma dobbiamo farlo. Loro o noi. Uno dei due gruppi dovrà morire per la sopravvivenza dell'altro.»
Detto ciò, Francesco ordinò a tutti di studiarsi bene le proprie abilità fino al giorno successivo. I ragazzi si dispersero, iniziando a testare e comprendere i difetti e i pregi delle loro capacità. Francesco, invece, si avvicinò nuovamente alla porta. Quest'ultima aveva una finestrella bloccata da sbarre di ferro. Attraverso di essa, iniziò a osservare il comportamento degli esseri con più attenzione, carpendo varie informazioni.
Francesco: «Mhmm... Oltre alle loro asce, dovremmo stare attenti a quegli artigli dall'aria putrida. Potrebbero crearci delle infezioni anche solo con un graffio.»
Durante la sua raccolta di informazioni, Francesco notò una scena piuttosto peculiare che lo lasciò profondamente confuso. L'essere che aveva steso con un pugno sembrava essere ora vittima di maltrattamenti da parte degli altri esseri verdi. Lo picchiavano, lo colpivano con violenza, come se lo stessero punendo per qualcosa. A un certo punto, l'essere smise di muoversi, e una piccola luce balzò fuori dal suo corpo, dirigendosi verso Francesco ed entrando nel suo petto.
Francesco: «Che diamine? Cosa era quella lucina?»
Le sue domande ricevettero risposta quasi immediatamente. Una finestra di dialogo apparve davanti ai suoi occhi.
Il [Goblin] è stato aggiunto al Diario del Saggio, hai ottenuto 1 di Exp.
Francesco: «Come...? Aggiunto al Diario del Saggio?»
Senza perdere tempo, evocò il diario. Per la prima volta, nella pagina iniziale, trovò qualcosa di scritto. Le parole sembravano apparire da sole, come se il libro stesse rispondendo alle sue domande.
GOBLIN
Livello: 1-5
Titolo: Nessuno
Vitalità:
2
Forza:
1
Agilità:
3
Mente:
0,5
Intelligenza:
0,5
Fortuna:
1
Abilità:
Branco (F): Abilità passiva, quest'abilita è esclusiva dei mostri di basso rango, permette loro di formare gruppi per cacciare.
Artigli Luridi (F): Abilità passiva, Data l'enorme sporcizia negli artigli del portatore ogni attacco con essi può provocare malattie ai nemici
Descrizione:
I [Goblin] sono mostri di rango (F), alti massimo 1.33 metri, di colorazione verde, con nasi sporgenti, orecchie lunghe e artigli acuminati.
Data la loro indole codarda dovuta alla loro insulsa forza, sono soliti a girare in branchi da 5-10 [Goblin] appartenenti ad una tribù composta minimo da 200 esemplari, nascondendosi da nemici troppo forti e puntando a prede più semplici per cibarsene, sono creature molto stupide quindi hanno sempre almeno un leader dotato d'intelligenza nella tribù.
Punto debole: La luce tende a confonderli e spaventarli.
Uccisioni per l'evocazione: 1/10
Uccisioni per il Furto: 1/1000
Francesco: «Quindi, per poter utilizzare il Diario di Salomone, devo prima sconfiggere un mostro... Fammi controllare un po', spero sia almeno un po' utile adesso.»
Scorse rapidamente le informazioni. «Come immaginavo, sono dei goblin. Hanno un livello massimo di 5 e dobbiamo stare attenti alla loro abilità [Artigli Luridi (F)]. Mhmm... oltre a questo... Uccisioni per l'evocazione e per il furto? Cosa intende? Probabilmente la prima mi permetterà di evocarne uno, ma la seconda? Furto di che cosa? E soprattutto... 1000 UCCISIONI?! Salomone, non ti sembra un po' eccessivo? Uff, perlomeno adesso so di non essere totalmente inutile.»
Con queste nuove informazioni, decise di andare a vedere come procedeva l'allenamento degli altri ragazzi. Cominciò dalla persona più vicina a lui: Gianluca. Si avvicinò in silenzio e iniziò a osservarlo. A quanto pare, Gianluca poteva usare la sua abilità su entrambe le braccia. Lo vide colpire dei pezzi di ferro con le mani magmatiche, e a ogni tocco, il metallo si scioglieva come burro. Gianluca sembrava fiero delle sue capacità.
Francesco: «We, Gianlù! Noto che la tua abilità è più forte di quanto pensassimo», disse sorridendo, osservando le braccia completamente magmatiche del ragazzo.
Gianluca: «Sì! Sono super contento! Sembrano veramente forti... L'unico problema è che... non credo di sentirmi pronto a usarle contro qualcosa di vivo.»
Francesco scosse la testa e gli rispose: «Lo capisco, Gianlù. E vorrei farti preoccupare meno, ma ci tengo a ricordarti una cosa molto importante che sta passando inosservata...»
Gianluca: «Cosa? Mi sono perso qualcosa di importante mentre mi allenavo?»
Francesco: «Ricordi cosa abbiamo visto alla finestra? Tutta la città è ridotta alla stessa maniera... Capisci ciò che voglio farti comprendere?»
Gianluca: «....... Le nostre famiglie!» Disattivò le abilità e si mise le mani sulla faccia, crollando a terra al pensiero di non rivedere mai più i suoi cari.
Francesco si avvicinò e lo abbracciò, sussurrandogli: «Potrebbero essere ancora vivi. Dobbiamo diventare più forti il prima possibile. Abbiamo poco tempo. Se si sono rinchiusi in un posto sicuro come noi, possiamo ancora salvarli, ma non durerebbero più di 20 giorni senza scorte.»
Anche dopo aver sentito quelle parole, Gianluca pianse per cinque minuti prima di calmarsi.
Gianluca: «Hai ragione... Dobbiamo farci forza e combattere... Non c'è tempo per compatire la vita dei mostri.» Era ancora titubante nell'uccidere con la sua abilità, ma almeno adesso c'era un barlume di determinazione in lui.
Francesco, non volendo lasciarlo solo, decise di portarlo con sé a controllare gli altri. Ma, all'improvviso, un forte rumore squarciò l'aria, proveniente dalla posizione di Simon. Tutti si girarono verso il muro destro del magazzino, ora pieno di crepe.
Simon: «SCUSATE TUTTI, STAVO TESTANDO LE MIE ABILITÀ!»
Dopo il grido di scuse di Simon, tutti si calmarono e tornarono a fare ciò che stavano facendo. Intanto, Francesco e Gianluca si avvicinarono a Simon.
Francesco: «Potevi avvisarmi che eri un cretino, almeno lo sapevo e non ti insultavo!» disse scherzosamente, mentre Gianluca rideva a crepapelle, le sue risate echeggiavano in tutta la stanza.
Simon: «Tu pensa, se mi avessi detto che la tua abilità migliore era Clown grado SS, ci avrei creduto!»
Tutti scoppiarono a ridere. Quella piccola scenetta era stata positiva: i due ragazzi erano riusciti a sollevare il morale di tutti, anche solo per un attimo.
Simon: «Comunque! Come va con le vostre abilità? Le mie penso siano molto forti. La mia [Carica del Toro (F)] potrebbe decisamente uccidere uno di quei cosi.»
Francesco: «Direi di sì, guarda che casino hai combinato... Comunque, io ho finalmente scoperto a cosa serve la mia abilità», disse fiero, per poi continuare: «È una specie di enciclopedia di mostri. Ha anche funzioni strane di cui al momento non sono sicuro di come funzionino. E soprattutto... ho ottenuto il mio primo punto exp, anche se per puro caso.»
Gianluca: «COOOSA?!»
Simon: «Com'è possibile? Sei uscito fuori mentre non guardavamo?»
Francesco: «Non sono ancora così pazzo, suvvia. Prima di tutto, quegli esseri sono effettivamente dei goblin. Ricordi quello che ho colpito al naso?»
Simon: «Sì.»
Francesco: «Non so per quale motivo, ma è stato ucciso dai suoi compagni. Probabilmente mi ha dato l'exp per il contributo del mio pugno.»
Simon: «Cit, lui era lo sfortunato... che buco de culo.»
Gianluca: «Probabilmente lo hanno ucciso perché ritenuto inferiore, dato come lo hai colpito.»
Chiacchierarono fino alle 20:00. Ormai, tutti erano abituati alle proprie abilità, e Francesco decise di fare un breve discorso a tutti i presenti, sui piani futuri e su ciò che sarebbe successo l'indomani.
Francesco si mise al centro della stanza, alzò la voce e richiamò l'attenzione di tutti.
Francesco: «ASCOLTATEMI TUTTI UN ATTIMO!»
Tutti si girarono verso di lui, confusi. Alcuni borbottarono, scontenti per il rumore.
Francesco: «Come potete aver capito, la situazione fuori è un inferno. Vedrete persone dilaniate, altre mangiate, e assisterete a scene orribili di mostri assetati del vostro sangue. Eppure, non possiamo rimanere qui a crogiolarci nella disperazione.»
Una ragazza interruppe Francesco. Il suo nome era Aurora, e pare fosse nella squadra di pallavolo della scuola.
Aurora: «Intendi che dobbiamo uscire? Non ci pensare proprio! Io rimango qui al sicuro!»
Francesco: «Solo alcuni di noi usciranno per il momento, ma più avanti anche voi, che non siete stati scelti, dovrete cominciare a muovervi. So che può essere brutto e spaventoso, ma ricordatevi che le vostre famiglie potrebbero essere in pericolo. E nel peggior dei casi... potrebbero già essere morte.»
La stanza si ammutolì. Gli occhi delle persone erano persi nel vuoto, mentre si stringevano in una disperazione ormai completamente annidata nei loro cuori. Molti erano in lacrime, mentre altri, come Simon, osservavano Francesco con fierezza e spirito combattivo.
Francesco: «Ma non disperate! Nel momento in cui vi arrenderete alla paura, tutto finirà. E prima o poi... morirete. Come potete aver notato dal vostro Status, tutti possono ottenere punti Exp e accrescere la propria forza, con o senza abilità da combattimento. Quei goblin sono facilmente battibili. Il loro Status ammonta a 8 punti statistica, mentre il nostro a ben 16. Tutti voi siete molto più forti, più intelligenti e più resistenti di quei piccoli idioti verdi.»
Un altro ragazzo reagì, la voce tremante: «Ma noi non abbiamo mai lottato prima d'ora...»
Francesco: «Avrete tempo per allenarvi. Finché siete all'interno della barriera, nulla può torcervi un capello. Domani, il team di ricognizione, composto da Michele, inizierà a perlustrare la scuola per comprendere bene come avanzare. Nel frattempo, il team da combattimento, composto da me, Gianluca, Simon e D., libererà il sotterraneo dai goblin. Una volta liberato il sotterraneo, torneremo nella barriera per riposare e valutare i guadagni.»
Tutti pendevano dalle labbra di Francesco. Probabilmente, grazie alle sue giornate passate a leggere e a giocare a videogiochi simili, era di gran lunga più preparato rispetto ai suoi coetanei. Il morale dei ragazzi si alzò, e Gianluca, per contribuire, gridò: «Sopravvivremo e salveremo le nostre famiglie!»
Le sue parole fecero eco nella stanza, e tutti seguirono il suo esempio, riempiendo l'aria di un ardore inimmaginabile.
Francesco: «Sono contento che vi siate ripresi.» Dopo un sorriso rivolto a tutti, continuò: «Il nostro primo obiettivo è prendere il controllo della scuola. Ma non sarà facile. A quanto pare, i goblin fanno parte di una tribù di almeno 200 esemplari. Ciò vuol dire che ci toccherà ucciderne minimo 200 per poter conquistare la scuola intera.»
Simon: «Li abbatteremo con facilità!»
D.: «Potete contare sulla nostra forza, ragazzi!»
Gianluca, con una scenata da teatro, trasformò le sue braccia in magma e le mostrò fiero, facendo scintillare la stanza di un bagliore rossastro.
Ormai, tutti avevano preso un po' di coraggio, ma la paura non può essere alleviata così facilmente.
Francesco concluse il suo discorso e mandò tutti a dormire. Ormai mancavano soltanto 10 ore all'inizio dell'operazione, e aveva già previsto che molti non sarebbero riusciti a chiudere occhio.
[Giorno: 6 | Mese: Ottobre | Anno 3005] [Scuola Vittorio Em.]
Francesco si svegliò per primo, grazie alla sveglia del suo cellulare ormai quasi scarico. Erano le 06:00, quindi decise di evitare di svegliare gli altri. Ma, con sua grande sorpresa, trovò D. già sveglio e intento ad allenarsi. D. era senza maglietta, completamente immerso in una serie di flessioni. Francesco non aveva mai notato prima la corporatura del suo amico, ma era veramente massiccio. Probabilmente si allenava da tempo: era pieno di muscoli definiti, e il sudore gli scorreva lungo la pelle come l'acqua di un fiume.
Francesco si avvicinò piano, cercando di non fare rumore per non svegliare gli altri.
Francesco: «Buongiorno, D.! Noto che sei ben allenato... Quando ti sei svegliato?»
D.: «Oh, giorno! Per abitudine, mi sveglio sempre alle 05:00 per allenarmi. Ormai ho quasi finito, tranquillo», rispose, continuando a fare flessioni senza perdere il ritmo.
Francesco: «Adesso si spiega l'abilità [Allenamento]. Da quanto ti alleni? Hai un corpo incredibilmente sviluppato, immagino da almeno 2 anni!»
D.: «Hahaha, quasi! Sono ben 6 anni che mi alleno. Ho cominciato a 10 anni, quando facevo judo.»
Francesco: «Mhmm... Come pensavo.»
D.: «Cosa?»
Francesco: «Le nostre abilità ci sono state date in base a ciò che facciamo di solito e ciò che amiamo. Ad esempio, io posso leggere un libro magico e sono sfortunato. Coincide esattamente con la mia vita prima di tutto questo. Sono un appassionato di manga e romanzi, quindi leggevo molto. Per quanto riguarda la sfortuna... beh, puoi immaginare.» Accennò una risata prima di continuare: «Comunque, sei pronto per oggi?»
D.: «Non proprio... L'idea di uccidere qualcuno mi fa stare malissimo. Ma ho intenzione di salvare la mia famiglia, quindi dovrò farmi forza.»
Francesco: «Tranquillo, è normalissimo che tu ti senta così. Quasi tutti noi ci sentiamo allo stesso modo. Pensa a questa situazione come se fossi in un gioco: quelli sono esseri immaginari. Io faccio così.»
D.: «Hai ragione, grazie mille, Fra... Posso fare qualcosa per te? Ti stai impegnando più di tutti per farci sopravvivere, ma nessuno ti ha ancora ringraziato come si deve...»
Francesco: «Ti ringrazio per il pensiero, D. Guarda, sarei molto contento se tu mi aiutassi ad allenare il mio corpo...» Strinse con le mani i suoi fianchi leggermente grassottelli e continuò: «Come vedi, non sono proprio in forma, e ciò potrebbe portare a problemi in futuro.» Sospirò prima di guardare speranzoso D.
D.: «Certamente, Fra. Ma tranquillo, non sei così grasso. Dovrebbe bastare poco per farti rimuovere quella fastidiosa pancetta! Bene, hai mai fatto allenamenti?»
Francesco: «Puntualmente ogni mese penso di iniziare la dieta, e quindi passo tipo cinque giorni a fare allenamento fino allo stremo. Poi, però, inizio a stancarmi della cosa e smetto...»
D.: «Capisco... Allora dovres-»
Venne interrotto da una notifica improvvisa.
L'abilità allenamento si è attivata! Vuoi creare un allenamento per il player Francesco? Si/No
D.: «Mhm? Si è attivata la mia abilità!»
Francesco: «In che senso? Intendi [Pelle Ferrea (E)]? Mi sembri normale...»
D.: «No! Intendo [Allenamento]. Forse ha una funzione nascosta! Mi dice che posso creare un allenamento per te... Proviamo!»
Dopo aver detto ciò, D. mormorò un sì, e una notifica arrivò a entrambi.
Scheda d'allenamento di Francesco:
Flessioni:
0/10
Addominali:
0/15
Corsa:
0/5 km
Francesco: «Una scheda d'allenamento? A cosa dovrebbe servire? Solo per monitorare il mio progresso?»
D.: «C'è solo un modo per scoprirlo!» Guardò Francesco con un sorriso e gli fece cenno di iniziare.
Francesco: «E va bene... Inizio, inizio!»
Dopo circa un'oretta, un affaticato Francesco concluse tutti gli esercizi. E, proprio in quel momento, la schermata cambiò.
Scheda d'allenamento di Francesco:
Flessioni:
10/10
Addominali:
15/15
Corsa:
5/5 km
Vuoi Riscuotere il premio casuale? Si/No
Francesco: «Puoi riscuoterlo anche tu?»
D.: «Sì...»
Entrambi accettarono il premio contemporaneamente, e ricevettero due nuove notifiche. La prima, per Francesco,fu:
Congratulazioni! Hai Vinto 1 punto statistica in Fortuna! Errore! il punto non può essere assegnato
Francesco: «Eh, figurati... Dannazione, il creatore mi odia proprio, eh!»
Mentre a D. andò molto meglio
Congratulazioni! Hai vinto un gettone potenziamento abilità!
D.: «Io ho ottenuto un gettone potenziamento abilità. Tu?»
Francesco: «Un punto in fortuna...»
D.: «Quindi non hai più -10 in fortuna?»
Francesco: «Certo!... CHE NO! Ovviamente c'è stato un errore, e non ho ricevuto assolutamente nulla...»
D.: «Ahahah, degno di Mr. Sfortuna!»
Francesco: «Aaaaah, piuttosto... quel gettone, su che abilità hai intenzione di usarlo?»
D.: «Non saprei, onestamente... Forse [Pelle Ferrea (E)]?»
Francesco: «Potrebbe essere un'idea. Oppure potresti potenziare ulteriormente [Allenamento (F)]. Sembra un'abilità molto forte, è in grado di potenziarci tutti se usata bene.»
D.: «Probabilmente sì... Ma preferisco potenziare [Pelle Ferrea (E)]. Potrebbe tornarci utile oggi. Voglio difendervi il più possibile!»
Senza ulteriore indugio, D. usò il gettone sull'abilità scelta.
Vuoi usare x1 Gettone Potenziamento Abilità sull'abilità [Pelle Ferrea (E)]? Si/No
D.: «SI!»
Congratulazioni! L'abilità [Pelle Ferrea (E)] Si è Evoluta in [Pelle Cromatica (D)]!
Pelle Cromatica (D): Abilità Attiva, Rende La pelle dell'utilizzatore dura come l'acciaio, e resistente alla corrosione grazie al cromo anch'esso inserito, ha una durata di 10 minuti.
Francesco, alla vista dello status di D., gioì per lui. Adesso era anche immune alla corrosione, una protezione in più che avrebbe potuto far comodo.
Francesco: «Grande, D.! È un'abilità ottima. Adesso sei immune alla corrosione e puoi mantenere la trasformazione per 10 minuti!»
D.: «Speravo in qualcosa di meglio, ma direi che va benissimo per essere soltanto di grado D», disse sorridendo a Francesco.
Francesco: «Bene, direi che è l'ora di svegliare il protagonista di oggi!»
Detto ciò, Francesco si avvicinò a Michele, che stava sonnecchiando vicino alla cella frigo. Lo scosse leggermente prima di parlargli.
Francesco: «Michele, è il momento. Svegliati, su.»
Michele, ancora mezzo addormentato, borbottò: «Altri dieci minuti, mamma...»
Francesco gli diede un colpetto sulla testa e rispose: «Idiota, sono io. È il momento di diventare l'uomo invisibile.»
Michele sobbalzò, spostandosi indietro di due metri: «Oddio... Fra, mi hai spaventato, maledizione.» Sbadigliò profondamente, strofinandosi gli occhi con le mani, prima di continuare: «Dammi 10 minuti per svegliarmi...»
La sua voce era appena un filo di suono, e i suoi occhi si chiudevano di nuovo, come se il sonno lo stesse già riprendendo. Il suo corpo sembrava pesante, e ogni movimento era lento e impacciato, come se fosse ancora intrappolato in un sogno.
Francesco: «Nessun problema. Aspettami alla porta quando sei pronto.»
Francesco andò a svegliare il resto del team da combattimento, e tutti insieme si diressero verso la porta.
Francesco: «Ok, tutti svegli?»
Simon, sbadigliando, rispose: «Sì, prof!»
Tutti scoppiarono a ridere quando Francesco imitò la prof di storia, brandendo una bacchetta immaginaria e assumendo un'aria severa.
Francesco: «Bene, siete tutti svegli, direi. Michele, per il momento dovrai soltanto osservare la situazione in tutto il sotterraneo e dirci l'esatta quantità di goblin e la loro posizione, per quanto sia possibile. Poi dovrai tornare. Una volta qui, bussa alla porta tre volte, e ti apriremo subito. Capito?»
Michele: «Sì, ma sei sicuro che non mi lascerete fuori?»
Francesco: «A prescindere, se fra 30 minuti non sei ancora qui, ti verremo a cercare.»
Michele: «Va bene, sono pronto!»
Francesco aprì leggermente la porta e fece uscire Michele, richiudendola subito dopo per evitare di attirare attenzioni indesiderate. Poi, si misero a discutere delle posizioni in battaglia.
Francesco: «Allora, Simon e D., voi sarete i nostri tank, dato che avete abilità difensive. Gianlù, tu sarai il nostro attaccante. Dovrai sconfiggere più goblin possibile con l'aiuto dei tank. Io, purtroppo, ancora non ho alcun tipo di abilità utile, perciò vi coprirò le spalle da dietro e vi darò direttive per aiutarvi. Siete tutti d'accordo?»
I tre ragazzi risposero di sì, ma un altro si fece avanti in disaccordo.
Luigi: «Non stai rischiando un po' troppo, Fra? Sei quello messo peggio in combattimento. Se i goblin ti raggiungessero?»
Francesco: «Ho comunque le statistiche più alte di tutti voi, quindi tranquillo, me la caverò.»
Dopo di ciò, attesero osservando con ansia il cellulare. I minuti passavano: 10... poi 20... Di Michele, ancora nessuna traccia. Arrivarono ai 30 minuti, e Francesco, preoccupato, disse: «Dobbiamo andare. Sarebbe dovuto essere già qui... Speriamo non gli sia accaduto nulla.»
Francesco afferrò una sbarra di ferro usata per le attività in palestra e aprì la porta, uscendo insieme al team. Prima di farlo, avevano ovviamente creato un party con tutti, incluso Luigi, per ricevere il 10% di statistiche in più.
Di fronte a loro, nella scala, erano presenti tre goblin che giocherellavano con le dita di uno studente morto. Francesco prontamente fece mettere in posizione tutti.
Francesco: «Simon, D., avanti! Attirate la loro attenzione! Gianluca, stai pronto dietro di loro!»
Simon e D. scattarono in avanti, attirandol'attenzione dei goblin. Simon usò la [Carica del Toro (F)] sul goblin più a sinistra, scagliandolocon una forza brutale contro il muro del corridoio. L'impatto fu tremendo: ilgoblin sbatté contro il muro con un rumore sordo e viscido, facendorabbrividire i ragazzi. Il corpo del goblin scivolò a terra, ancora tremante,ma Francesco non perse tempo. Si avvicinò velocemente e, con un colpo secco della sbarra di ferro, gli fracassò il cranio, mettendo fine alle sue sofferenze.
Nel frattempo, D. stava lottando contro il goblin più a destra. Grazie alla sua [Pelle Cromatica (D)], ogni suo pugno era come una mazza da baseball in ferro. Il goblin cercò di contrattaccare, ma i suoi artigli luridi scivolarono inutilmente sulla pelle metallica di D. Con un colpo potente, D. spezzò il braccio del goblin, seguito da un altro colpo che gli frantumò il torace. Il goblin crollò a terra, esanime, il corpo ormai ridotto a un ammasso di ossa rotte e carne straziata.
L'ultimo goblin, rimasto al centro, ebbe la morte peggiore. Gianluca e Simon lo affrontarono insieme. Simon lo immobilizzò con una presa, mentre Gianluca, con un pugno infuocato, colpì direttamente la testa del goblin. Il cranio del folletto verde si sciolse all'istante, come cera sotto una fiamma, lasciando un corpo senza testa che crollò a terra con un tonfo sordo.
Francesco: «Complimenti, ragazzi! Continuiamo così! Però, Gianlù... che scena disgustosa...»
Gianluca: «Io che posso farciii? Uffa, tocca sempre a me fare le cose orribili!»
Simon: «Vedi ad essere amico di Francesco che succede? Diventi orribilmente disgustoso...»
Francesco: «Guarda che lo sei pure tu, idiota!»
Simon: «Appunto!» disse, indicando la sua spalla completamente zuppa di sangue blu rilasciato dal goblin.
D.: «Beh, almeno ti dona il blu!»
Tutti scoppiarono a ridere, ma il momento di leggerezza durò poco. Le notifiche apparvero davanti ai loro occhi, ricordandogli che la battaglia era solo all'inizio.
Hai sconfitto [Goblin]! +5 exp
Hai sconfitto [Goblin]! +5 exp
Hai sconfitto [Goblin]! +5 exp
Francesco: «Abbiamo ottenuto ben 15 di Exp! Altri 3 goblin e saliremo al livello 2, ragazzi.» Poi si voltò verso la porta che conduceva al campo da pallavolo, notando cinque goblin che si avvicinavano, probabilmente attirati dal rumore dello scontro precedente.
Francesco: «Cinque goblin si stanno avvicinando. Torniamo in formazione, penseremo ai livelli dopo.»
Alle sue parole, tutti si misero rapidamente in posizione: i tank sul fronte, l'attaccante al centro e Francesco dietro, pronto a sfruttare ogni occasione creata da Simon.
Simon: «Come proseguiamo? Entriamo dentro subito?»
Francesco: «No, in un'area ampia potremmo essere in svantaggio dati i loro numeri. Dobbiamo affrontarli in ambienti stretti, se possibile, in modo da evitare possibili accerchiamenti. D., appena entrano, afferra due di loro e spingili verso le scale. Simon, tu carica il terzo ad entrare. Al resto ci pensiamo io e Gianlù.»
D.: «Ricevuto, lasciate fare a me!»
Simon: «Dobbiamo sbrigarci, Michele potrebbe essere in pericolo...»
Dopo qualche secondo, i ragazzi sentirono i passi dei goblin avvicinarsi alla porta. D. si preparò a bloccare i primi due, mentre tutti erano leggermente tesi. Questa volta, erano loro a essere in inferiorità numerica.
I primi due goblin varcarono la porta, ansimanti e con gli occhi pieni di avidità. D., con la sua abilità ancora attiva, li caricò con una forza impressionante, afferrandone uno per braccio e trascinandoli vicino alle scale. I goblin strillarono, cercando di liberarsi, ma la presa di D. era come una morsa di ferro.
Il terzo goblin, confuso, entrò correndo con un'ascia in mano. Ma per sua sfortuna, Simon lo colse alla sprovvista con la sua [Carica del Toro (F)]. Con un urlo, Simon si scagliò contro di lui, spedendolo a volare per almeno sette metri lungo il corridoio. Il goblin sbatté contro il muro con un tonfo sordo, lasciandosi cadere a terra, privo di sensi.
Nel frattempo, i restanti due goblin, ormai spaventati, si bloccarono sulla soglia, esitando a entrare.
Francesco: «Gianlù! Dobbiamo andarci! Se scappano, potrebbero avvisarne altri e saremmo fottuti!»
Gianluca: «Andiamo!»
Gianluca riattivò la sua abilità, e le sue braccia iniziarono a trasformarsi in magma incandescente. Corse all'interno del campo di pallavolo, il calore delle sue braccia che illuminava l'ambiente. Con un pugno potente, colpì il primo goblin al torace. Il calore estremo del magma fece sì che il pugno di Gianluca oltrepassasse il corpo del goblin, lasciandogli un enorme buco fumante. Il goblin crollò a terra, morto all'istante.
Francesco, invece, ebbe la vita più complicata. Senza un'abilità da combattimento, si mosse in fretta cercando di colpire il secondo goblin alla testa con la sua sbarra di ferro. Ma, per sua sfortuna, il goblin inciampò proprio in quel momento, schivando l'attacco. Francesco imprecò sottovoce, provando a dargli un calcio sul naso, ma il goblin riuscì a bloccare parzialmente il colpo con il manico dell'ascia, attutendo l'impatto.
Francesco: «Maledizione! La mia sfortuna mi perseguita!»
Gianluca, notando la situazione, si fece avanti. Con un movimento rapido, colpì il goblin da sinistra, facendogli sciogliere l'intera spalla in un fumo nero e acre. Il goblin urlò di dolore, ma non ebbe il tempo di reagire. Francesco approfittò dell'occasione e, con un colpo preciso, infilzò l'occhio del goblin con la sua sbarra di ferro. Il corpo del goblin si irrigidì per un attimo, per poi crollare a terra, immobile.
Subito dopo, apparvero sei notifiche, segno che la battaglia era stata vinta.
Hai sconfitto [Goblin]! +5 exp
Hai sconfitto [Goblin]! +5 exp
Hai sconfitto [Goblin]! +5 exp
Congratulazioni! Sei salito di livello!
Hai sconfitto [Goblin]! +5 exp
Hai sconfitto [Goblin]! +5 exp
Simon e D. si riunirono ai loro compagni subito dopo aver sistemato i tre goblin rimasti. Sentendo Francesco imprecare, scoppiarono a ridere.
Simon: «Fammi indovinare... La tua fortuna ha colpito ancora? Hahaha!»
Francesco: «Sì, divertente, se non ci rischiassi la pelle ogni maledettissima volta», sbuffò con rammarico.
D.: «L'importante è averli sconfitti.»
Gianluca: «Siamo anche saliti di livello!»
Francesco: «Non è il tempo di gioire. Dobbiamo andare a cercare Michele. Non sembra essere qui...»
Gianluca: «Ci mancano soltanto due campetti: quello di calcio e quello di basket.»
D.: «Quello di calcio è il più grande. Andiamoci alla fine, potrebbe contenere più goblin, e io ho bisogno di aspettare che la mia abilità si ricarichi.»
Francesco: «Sono d'accordo. Andiamo prima in quello da basket. Qui sembrerebbe non esserci, avremmo notato la sua odiosa felpa viola e nera.»
Simon: «Allora non faceva schifo solo a me!»
I ragazzi si incamminarono verso la porta per il campo da basket, trovandola semi-aperta. Pensarono subito che potesse essere una conferma del passaggio di Michele.
Francesco: «La porta è leggermente aperta. Michele potrebbe essere stato qui. Sbirciamo prima per comprendere la situazione.»
Francesco e D. si avvicinarono per guardare nella fessura della porta e videro una scena spaventosa, Umani ancora in vita. Il campo da basket era ampio e spazioso, con due file di sedili che si estendevano lungo entrambi i lati, formando una sorta di anfiteatro. Su alcuni muri erano appesi dei materassi, usati solitamente per gli allenamenti di salto. La scena, però, era tutt'altro che ordinaria.
Gli umani erano legati e sparsi vicino ai materassi, in condizioni disperate. La maggior parte di loro era cosciente, ma in preda al panico. Molti erano imbavagliati, quindi i loro gemiti e le loro urla erano soffocati, creando un'atmosfera inquietante e claustrofobica. I loro occhi erano pieni di terrore, e i corpi si contorcevano disperatamente, cercando di liberarsi dalle corde che li tenevano prigionieri.
Tra essi non sembrava esserci Michele, ma entrambi persero la ragione dalla rabbia. Notarono subito un goblin un po' più alto, circa 1,60 metri, armato di ascia e scudo, circondato da altri tre goblin normali.
Francesco: «Quel goblin sembra pericoloso... Voglio che voi tank badiate a lui, ma fate attenzione. Non sappiamo quanto sia forte. Mentre noi, Gianlù, ne affronteremo tre.»
Gianluca: «Sicuro, Fra? Ti ricordo che non hai abilità di combattimento! È rischioso.»
Francesco: «Mettiamola così: questa è la strategia che ci dà più chance di vittoria. Nel peggiore dei casi, potrei farmi male io. Non preoccuparti.»
Gianluca sospirò e accettò la strategia. Senza alcun dubbio, era la migliore che potevano attuare. Simon e D. erano i più resistenti del gruppo, non sarebbero morti così facilmente, mentre Gianluca aveva una quantità di potere offensivo incommensurabile.
Francesco: «D., la tua abilità è pronta?»
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D.: «Mancano 10 secondi. Possiamo iniziare.»
Francesco: «Bene! ORA!»
Spalancò la porta con un calcio, facendo passare i due tank, che corsero subito verso il goblin alto. Lui e Gianluca si misero fra loro e i goblin rimanenti. Il goblin alto iniziò a gridare dalla rabbia e si avventò su D., ma D., ormai con l'abilità pronta, decise di attivarla all'ultimo secondo. La sua pelle si trasformò in metallo lucente proprio mentre il goblin lo colpiva, facendolo rimbalzare insieme alla sua ascia.
Simon, anch'egli pronto, caricò il goblin alto con la sua [Carica del Toro (F)]. Il goblin riuscì a pararsi con lo scudo e a saltare per attutire l'impatto, venendo spinto quattro metri più indietro. Ma, oltre all'ammaccatura dello scudo, non aveva ricevuto alcun danno.
Intanto, Gianluca aveva già finito un goblin con un pugno magmatico, riducendolo a un ammasso fumante. Purtroppo, però, per una svista, l'altro goblin si lanciò verso Francesco, colpendolo da dietro con la sua accetta. Francesco gridò dal dolore, il sangue che sgorgava copiosamente dalla sua spalla sinistra. Con uno sforzo disperato, lanciò la sbarra di ferro verso la faccia del goblin di fronte a lui, colpendolo in pieno e mandandolo KO.
Francesco: «... Lascio il resto a te, Gianlù.»
Si accasciò a terra, dolorante, mentre osservava il goblin che lo aveva colpito venire carbonizzato dai colpi di Gianluca.
Gianluca: «FRA!»
Francesco indicò il goblin svenuto per il colpo di sbarra in faccia, facendo segno di finirlo. Gianluca annuì, le lacrime agli occhi alla vista del suo amico ridotto così male. Corse verso il goblin e gli frantumò il cranio con un pestone.
Alla morte di quel goblin, oltre alle notifiche di Exp, Francesco ricevette una notifica completamente nuova.
Congratulazione! Hai Raggiunto il numero di Eliminazioni per l'evocazione di [Goblin]!
Vuoi evocare [Goblin]? Si/No
Francesco non ci pensò due volte e confermò l'evocazione, sperando in qualcosa di utile.
Hai Evocato [Goblin Scheletrico]!
GOBLIN SCHELETRICO
Abilità:
Corpo Scheletrico (E): Abilità passiva esclusiva per gli scheletri, rende il portatore resistente ai colpi da taglio
Abusivo d'ombra (A): Abilità Attiva, Permette all'utilizzatore di entrare nell'ombra dei propri alleati
Livello: 1
Exp: 0/30
Titolo: Nessuno
Vitalità:
3
Forza:
3
Agilità:
3
Mente:
0
Intelligenza:
0
Fortuna:
0
Francesco: «Vai e attacca quel goblin alto!» Poi gridò ai suoi amici: «LO SCHELETRO È DALLA NOSTRA PARTE!»
Il goblin scheletro corse verso il goblin alto con una velocità innaturale. Arrivandogli alle spalle, infilzò il suo braccio scheletrico nel corpo del goblin alto, perforandogli il cuore e uccidendolo all'istante. Simon e D., non avendo sentito perfettamente Francesco, si misero subito sulla difensiva, ma vennero avvertiti da Gianluca.
Gianluca: «È dalla nostra parte! Non attaccatelo!»
Il goblin scheletro tornò verso il suo padrone, cercando goffamente di aiutarlo. Francesco, per la frenesia, non diede troppa importanza all'aspetto del goblin, ma adesso lo guardò chiaramente. Era uno scheletro totalmente nero, con una fiamma blu che ardeva nelle cavità oculari del suo teschio. Piccole corna spuntavano dalla parte superiore del cranio, dandogli un'aria sinistra e quasi demoniaca.
Francesco cercò di parlare, ma le forze lo stavano abbandonando. Il sangue continuava a sgorgare dalla sua spalla, e la vista gli si offuscava. «Gianlù... Simon... D...» mormorò, prima di crollare a terra, svenuto.
Gianluca: «Correte! Francesco è ferito!»
Tutto d'un tratto, una figura apparve accanto a Francesco. Era Michele, che stava piangendo disperatamente vicino al goblin scheletrico, il quale continuava a cercare goffamente di aiutare il suo padrone.
Simon: «Michele! Dove eri finito?!» urlò, con una rabbia che gli faceva tremare la voce.
Michele: «I-i-il g-goblin poteva vedermi... Ho dovuto nascondermi tra i sedili per non farmi notare... Scusate...» singhiozzò, il viso rigato di lacrime e il corpo che tremava come una foglia. La sua voce era spezzata, e i suoi occhi erano pieni di terrore e rimorso.
La rabbia di Simon si placò quasi all'istante. Non era colpa di Michele. Nessuno poteva biasimarlo per aver avuto paura.
Gianluca: «Dobbiamo portarlo alla base! Subito!» urlò, la voce carica di preoccupazione. Guardò Francesco, pallido e immobile, e il cuore gli si strinse.
D.: «E i ragazzi qui legati? Non possiamo lasciarli qui...»
Gianluca: «... Ho un'idea, ma sarà rischiosa.»
Simon: «Parla, peggio di così non può andare.»
Gianluca: «Sono troppi per poter stare tutti nel magazzino. Portiamo Luigi qui e aspettiamo il cooldown della sua abilità, difendendo l'entrata. Nel momento in cui sarà pronto, gli basterà bloccare la zona di accesso con la sua abilità.»
D.: «Ottimo... Ma come facciamo con Francesco?»
Michele: «Affidate a me il compito di portare Luigi e il resto delle persone.»
Simon: «Aaaaaah, e va bene! Vai! Questa volta stai più attento, ne va della vita di Francesco.»
La vita di Francesco, in realtà, non era in pericolo immediato. L'ascia del goblin era di pessima fattura, e il massimo che sarebbe potuto accadere era la perdita del braccio sinistro. Ma, essendo giovani e inesperti, la vista di tutto quel sangue li aveva spaventati a morte.
Michele: «Vado!»
Corse il più velocemente possibile verso il magazzino, mentre Simon e D. cominciarono a slegare e controllare gli altri studenti legati. Tra di loro, la persona più peculiare era una certa Daniela, una ragazza dai lunghi capelli neri e, per qualche ragione, con gli occhi di un dorato intenso e luminoso.
D.: «Ci sono 4 feriti su 30 persone... Direi che è andata bene.»
Daniela, sentendo le parole di D., si avvicinò a lui, facendolo sobbalzare.
Daniela: «Scusa... Io credo di poter dare una mano...»
D.: «Oh, ehm... Hai un'abilità da combattimento?»
Daniela: «No...», disse timidamente la ragazza, abbassando lo sguardo.
D.: «Posso vedere il tuo Status? Magari posso capire meglio dopo averlo visto.»
Daniela esitò per un momento, ma osservando Francescoferito e immobile, decise di fidarsi. Con un gesto incerto, mostrò il suoStatus a D., sperando che potesse esserci qualcosa di utile per aiutare.
STATUS DI DANIELA
Livello: 1
Exp: 0/30
Titolo: Nessuno
Vitalità:
1
Forza:
1
Agilità:
1
Mente:
4
Intelligenza:
5
Fortuna:
4
Abilità:
Cura Minore (E): Abilità attiva, permette al suo utilizzatore di amplificare le proprietà curative del ricevitore
Occhi della Santità (A): Abilità Passiva, Il suo portatore potrà vedere qualsiasi tipo di alterazione fisica o mentale in un entità.
D. rimase sbalordito vedendo le statistiche di Daniela. Aveva meno forza fisica di un goblin, ma un intelletto molto alto. La cosa che lo rese più contento, però, fu la sua abilità: [Cura Minore (E)].
D.: «Ti prego, prova a usare la tua abilità di cura su Francesco. È il motivo principale per cui siamo ancora tutti sani di mente e in vita.» Indicò il ragazzo svenuto vicino al goblin scheletro, la sua voce era alterata, come se stesse trattenendo a fatica la preoccupazione.
Daniela annuì e si avvicinò a Francesco. Il goblin scheletrico, notandola, si mise di fronte al suo padrone per difenderlo, ma D. gli spiegò rapidamente che era dalla loro parte. Lo scheletro, dopo un attimo di esitazione, si fece da parte, permettendole di passare.
Daniela: «... Ha fatto tutto questo per tutti noi. Fino alla fine, non si è arreso per darvi una mano con quel goblin alto. Spero di poterlo aiutare...»
Avvicinò le sue mani alla ferita di Francesco e, pronunciando alcune parole in un sussurro, una luce dorata iniziò a fuoriuscire dalle sue dita, avvolgendo la spalla del ragazzo. Si poteva vedere la ferita rigenerarsi lentamente, ma ci voleva tempo. Anche se non letale, era una ferita profonda e grave.
Mentre Daniela curava Francesco, Simon iniziò a giochicchiare con il goblin scheletro, ancora confuso dalla sua provenienza. Lo scheletro sembrava quasi incuriosito dai gesti di Simon, ma rimaneva sempre vicino a Francesco, come se sentisse il dovere di proteggerlo.
Dopo qualche minuto, finalmente Michele arrivò con Luigi e gli altri. Appena notarono Francesco svenuto in una pozza di sangue, si allarmarono e cominciarono a circondarlo, sperando che si svegliasse. Alcuni, però, rimasero a distanza, troppo spaventati dal piccolo scheletro che vegliava su di lui.
Gianluca e alcuni ragazzi appena liberati cominciarono a barricare la stanza, preparandosi a difendere l'entrata mentre aspettavano che il cooldown dell'abilità di Luigi si ricaricasse. Passarono due ore. I ragazzi avevano finito di barricare, ma Francesco rimaneva ancora svenuto. Lo avevano steso sui sedili nell'ala destra, cercando di renderlo il più comodo possibile.
Daniela continuava a lanciare la sua abilità ogni volta che poteva, fino a sfinirsi. Le 22:00 arrivarono, e molti ragazzi si erano già addormentati, sfiniti dalla giornata. Simon e Gianluca rimasero di guardia, mentre Daniela si rifiutava di lasciare il fianco di Francesco. Rimase seduta accanto a lui, osservandolo con occhi pieni di preoccupazione, pronta a intervenire non appena la sua abilità fosse stata di nuovo disponibile.
[Giorno: 7 | Mese: Ottobre | Anno 3005] [Scuola Vittorio Em.]
Era notte fonda quando Francesco aprì lentamente gli occhi. Si trovò con Daniela addormentata sopra di lui, il suo respiro calmo e regolare. Era ancora intontito per la perdita di sangue, tanto da pensare di star sognando. Con un movimento lento, diede uno sguardo alle notifiche che erano lì dalla mattina. Oltre all'Exp ottenuta dai goblin, c'erano diverse notifiche molto più interessanti, che lo fecero sobbalzare nonostante la debolezza.
[HobGoblin] è Stato Aggiunto al Diario Del Saggio, hai ottenuto 15 di Exp!
Hai Ricevuto Il Titolo [Evocatore Tenace]
La Tua Evocazione Ha Sconfitto [HobGoblin] Ricevendo 15 di Exp!
Francesco: «Mhmm? La mia evocazione?»
Confuso, si guardò intorno, notando un piccolo scheletro nero vicino all'entrata, accanto a Simon, che aveva deciso di fare il turno di guardia da solo quella notte. Prima di muoversi, Francesco decise di controllare il suo Status per sicurezza, curioso di capire cosa fosse successo durante il suo svenimento
STATUS DI FRANCESCO
Livello: 2
Exp: 36/60
Punti Statistica: 8
Titolo:
[Evocatore Tenace]
[+] Vitalità:
3
[+] Forza:
3
[+] Agilità:
2
[+] Mente:
4
[+]Intelligenza:
4
[X] Fortuna:
-10
Abilità:
Sfortuna (S): Abilità passiva, il portatore non potrà assegnare alcun punto statistica in Fortuna, ma riceverà il doppio dei punti Statistica ad ogni aumento di livello
Diario Di Salomone (???): Abilità attiva, Il portatore potrà evocare il Diario del saggio.
Bonus:
[Evocatore Tenace]: Aumenta le statistiche dell'evocazione in base al danno subito.
Francesco: «Ben 8 punti statistica, gli altri dovrebbero averne 4 allora? Per il momento li assegnerò così, nel futuro vedrò cosa fare»
STATUS DI FRANCESCO
Livello: 2
Exp: 36/60
Titolo:
[Evocatore Tenace]
Vitalità:
5
Forza:
5
Agilità:
4
Mente:
5
Intelligenza:
5
Fortuna:
-10
Francesco: «Con lo Status ho concluso.» Si voltò verso la ragazza ancora addormentata alla sua sinistra e la spostò gentilmente, facendola stendere nel sedile dove era collocato. Si alzò con cautela e si diresse verso Simon.
Il goblin scheletrico notò subito l'arrivo del padrone e corse verso di lui, emettendo un leggero scricchiolio che sembrava quasi un verso di gioia. Francesco, un po' confuso, gli accarezzò il teschio come se stesse coccolando un cagnolino. La cosa strana era che il goblin scheletrico si comportava esattamente come un animaletto affettuoso: inclinò la testa, come per godersi le carezze, e afferrò delicatamente la mano di Francesco con le sue piccole ossa, accompagnandolo fieramente verso Simon. Ogni suo movimento era goffo ma pieno di entusiasmo, come un cucciolo che cerca l'approvazione del suo padrone.
Simon: «Fra! Tutto bene? Come ti senti?» disse con una faccia preoccupata, osservando la spalla del ragazzo. Notò che la felpa era completamente distrutta in quel punto, con il tessuto strappato e macchiato di sangue.
Francesco: «Spalla? Cosa intendi?»
Simon: «Non ricordi cosa è successo prima di svenire?»
Francesco: «Ricordo soltanto di aver combattuto finché non ho sentito un dolore lancinante. Nient'altro.»
Simon: «Gianluca ha pianto per tutta la giornata, dandosi la colpa per ciò che ti è successo. Stava combattendo due goblin mentre tu ne affrontavi uno. Mentre sconfisse il primo, il secondo corse alle tue spalle e ti colpì con l'ascia...»
Francesco: «Capisco... Non è stata colpa sua. Dovevo stare più attento. Piuttosto... chi è lei?» Indicò imbarazzato la ragazza che riposava al suo posto, ancora addormentata.
Simon notò l'imbarazzo di Francesco e non poté resistere alla tentazione di prenderlo in giro.
Simon: «Eh, amico mio... hai fatto colpo!» Fece il pollice in su a Francesco, con un sorriso malizioso, prima di continuare: «La fanciulla è rimasta a curare il suo principe azzurro tutta la giornata...» Accentuò la parte del "principe azzurro" per renderla ancora più ridicola.
Francesco diventò completamente rosso e, di scatto, ordinò al goblin scheletrico di dare un calcio a Simon.
Francesco: «Skroll, dacci un calcio!»
Il goblin scheletrico, obbediente, diede un calcio a Simon, facendolo saltellare per un po' e sbattere contro il muro.
Francesco: «Godo, stronzo.»
Simon: «Infameee! E io che mi sono preoccupato per te!»
Scoppiarono entrambi a ridere, soprattutto alla vista del goblin scheletrico che sembrava confuso dalla dinamica tra i due amici. Dopo un po', si calmarono e tornarono seri.
Simon: «Invece... lui... cos'è?» Indicò il goblin scheletrico, che si era accovacciato vicino a Francesco, come un cane fedele.
Francesco: «Sono riuscito a evocarlo tramite il [Diario di Salomone (???)], immagino. Ho pure ricevuto un titolo... Forse dovrei dargli un nome?»
Il goblin scheletrico, sentendo ciò, iniziò a saltellare su e giù, mostrando la sua approvazione con un entusiasmo quasi comico.
Simon: «Capisco... Ne hai già uno in mente?»
Francesco: «Cosa ne dici di Skelly?»
Simon: «Dio mio, ti prego no... Tutto tranne questo!»
Francesco: «...Avevo un personaggio scheletro nel mio gioco preferito... Si chiamava Skroll. Cosa ne pensi?»
Lo scheletrino iniziò a saltellare ancora più contento, come se il nome gli piacesse particolarmente.
Simon: «Mi piace, è più cazzuto.»
Francesco: «Bene! Da oggi il tuo nome sarà Skroll!» disse, sfiorandogli il cranio con un gesto affettuoso.
Il goblin scheletro, ora ufficialmente chiamato Skroll, sembrava quasi commosso dal gesto di Francesco. Le piccole fiamme blu nelle sue orbite vacue brillarono più intensamente, come se stesse sorridendo. Con un movimento goffo ma pieno di affetto, si avvicinò a Francesco e strofinò il suo teschio contro la mano del ragazzo, come un gattino che cerca coccole.
Poi, con un piccolo scricchiolio, si accovacciò ai suoi piedi, guardandolo con devozione.
Francesco: «COOOOOOOOOOSAAAAA?!»
Simon: «Cos'è successo? Non alzare la voce, idiota! Sveglierai tutti!»
Francesco: «Si è potenziato dopo aver ricevuto il nome, ottenendo una nuova abilità!»
Simon: «COMEE?!»
Francesco: «Abbassa la voce anche tu, idiota! Ti mostro il suo Status.»
Francesco mostrò lo status di Skroll a Simon, mandandolo sotto shock.
Il [Goblin Scheletrico] ha ricevuto un nome! Un potere inizia a sgorgare in lui trasformandolo in un Mostro Con Nome!
SKROLL
Livello: 1
Exp: 15/30
Titolo: [Fedele Servitore]
Vitalità:
5
Forza:
5
Agilità:
10
Mente:
1
Intelligenza:
1
Fortuna:
0
Abilità:
Corpo Scheletrico (E): Abilità passiva esclusiva per gli scheletri, rende il portatore resistente ai colpi da taglio
Abusivo d'ombra (A): Abilità Attiva, Permette all'utilizzatore di entrare nell'ombra dei propri alleati
Scatto D'ombra (A): Abilità Attiva, permette all'utilizzatore di scattare verso le spalle del nemico, utilizzando la sua ombra.
Bonus:
[Fedele Servitore]: Ottiene un 20% alle statistiche quando è vicino al suo padrone.
Simon: «... È fortissimo... Alla faccia dell'abilità inutile.»
Francesco: «Sì... Però così sembro ancora più inutile...»
Skroll, sentendo il tono deluso di Francesco, si avvicinò e abbracciò la gamba del suo padrone, strofinando il teschio contro di lui come per consolarlo. Francesco, felicemente stupito, gli accarezzò la testa con un sorriso.
Francesco: «Grazie, Skroll. Sei un vero amico.»
Skroll emise un leggero scricchiolio, quasi come un ronzio di contentezza, e le fiamme blu nelle sue orbite brillarono ancora più intensamente.
Francesco: «Tu piuttosto? Com'è andato il level up?»
Simon si colpì il petto fieramente, con un sorriso orgoglioso.
Simon: «Anche io sono piuttosto forte, eh!» Poi mostrò il suo Status, mentre Skroll si accovacciava ai piedi di Francesco, osservando la scena con curiosità, come un cagnolino fedele
STATUS DI SIMON
Livello: 2
Exp: 35/60
Titolo: Nessuno
Vitalità:
6
Forza:
4
Agilità:
3
Mente:
1
Intelligenza:
1
Fortuna:
5
Abilità:
Resilienza Dell'orso (D): Abilità Passiva, Rende il corpo dell'utilizzatore più resistente, donandogli anche un po' di forza.
Carica Del Toro (F): Abilità attiva, permette al suo utilizzatore di caricare il nemico con un potente colpo di spalla, stordendolo per 1 secondo.
Francesco: «Non male, hai scelto bene dove impostare i punti. Bravo!» disse sorridendo a Simon.
Mentre chiacchieravano, si fecero le 05:00, e D., svegliandosi, corse verso Francesco.
D.: «Fra! Come ti senti? Puoi muovere il braccio?»
Francesco: «Tutto bene! Guarda che potenza!» Iniziò a mettersi in posa come un bodybuilder, facendo ridere Simon e D.
D.: «Sono contento che tu stia bene. Non hai idea di quanto ci siamo preoccupati.»
Simon: «D., posso lasciare il posto di guardia a te? Ho bisogno di dormire un po'...» disse, sbadigliando.
D.: «Certo! Tu, Fra? Rimani con me?»
Francesco: «Certamente! Ho dormito una giornata intera, mi sento in piena forza al momento.»
I due rimasero soli, e alle 06:00 tornò la notifica della scheda di allenamento. Completandola, questa volta non ottennero niente di utile, giusto un punto statistica in forza per D.
Francesco: «Mhmm, probabilmente è in base alla fortuna. Io non ottengo mai nulla...»
D.: «L'importante è mettersi in forma. E poi... tu hai il doppio delle statistiche ad ogni livello, non credo ti servano punti in più!»
Francesco: «Giusto... Piuttosto, posso vedere il tuo status?»
D.: «Certo!»
STATUS DI D.
Livello: 2
Exp: 35/60
Titolo: Nessuno
Vitalità:
4
Forza:
6
Agilità:
3
Mente:
2
Intelligenza:
2
Fortuna:
4
Abilità:
Allenamento (F): Abilità passiva, permette al suo utilizzatore di ricevere il 10% di exp in più e rende più semplice l'apprendimento di abilità marziali.
Pelle Cromatica (D): Abilità attiva, Rende la pelle dell'utilizzatore dura come l'acciaio, e resistente alla corrosione grazie al cromo anch'esso inserito, ha una durata di 10 minuti.
Francesco: «Con il punto ottenuto dall'allenamento, sei andato a 6 in forza. Adesso dovresti essere il più forte nel team.»
D.: «Ho pensato potesse essere più utile. Aumentare la Vitalità, al momento, sarebbe uno spreco, per via della mia abilità.»
Dopo una breve chiacchierata, Francesco chiese a D. di fargli strada. Voleva uscire un po' da solo, ormai sicuro che, con Skroll al suo fianco, poteva combattere anche senza partecipare direttamente, restando al sicuro. D. valutò lo status di Skroll e, dopo un attimo di esitazione, decise di accettare.
Francesco: «Tranquillo, ti prometto che andrà tutto bene. Questo piccoletto è molto più potente di quel che immagini. Ha ucciso un [HobGoblin] in un sol colpo, e adesso è diventato ancora più forte!»
D.: «Ok, ok... Mi fido del tuo giudizio, ma fai attenzione là fuori. Se noti qualcosa di pericoloso, corri qui.»
Detto ciò, Francesco uscì insieme a Skroll. Si diresse prima al magazzino e poi al campo da pallavolo, zone che avevano già visitato. Trovò sei goblin che si aggiravano nell'area, ma Skroll li decimò con una velocità incredibile. I combattimenti non duravano più di quattro secondi: Skroll si teletrasportava alle loro spalle grazie all'abilità [Scatto d'Ombra (A)], per poi infilzarli con uno spuntone di ferro creato da Gianluca con le sue mani magmatiche.
Francesco osservò la scena con un misto di stupore e orgoglio. Skroll era una macchina da guerra, ma un dubbio iniziò ad assalirlo.
Francesco: «Skroll, sei ancora in grado di combattere?»
Skroll annuì, guardando il padrone con le sue fiamme blu che brillavano di determinazione.
Francesco: «Potrei andare da solo al campo da calcio... Con la forza di Skroll, anche 10 goblin non sarebbero un problema...»
Rifletté un attimo, poi guardò Skroll con un sorriso malizioso.
Francesco: «Skroll, sei pronto a salire di livello un paio di volte?»
Skroll iniziò a saltellare contento e i due si avviarono verso il campetto da calcio, Francesco guardò prima dalla serratura per comprendere la sfida al suo interno Il campo da calcio era la stanza più grande presente nel sotterraneo, un vasto spazio che un tempo risuonava di urla di incitamento e applausi. Ora, però, era un luogo di morte e desolazione. Gli spalti, simili a quelli del campo da basket, erano ricoperti di polvere e macchie di sangue secco. L'erba sintetica, un tempo verde e impeccabile, era ora un tappeto rosso cremisi, impregnato del sangue delle vittime che giacevano ammassate ai bordi del campo.
I cadaveri erano ovunque, accatastati in pile disordinate, alcuni ancora in posizioni contorte, come se avessero cercato disperatamente di fuggire. I volti erano congelati in espressioni di terrore, e l'aria era pesante di un odore metallico e putrido che attaccava la gola.
In fondo al campo, si poteva notare una banda di tre hobgoblin, più alti e massicci dei goblin comuni, con armature fatte di pezzi di metallo arrugginito e ossa legate insieme. Difendevano uno strano forziere, decorato con simboli sinistri e luccicante di una luce innaturale. Intorno a loro, sette goblin comuni si muovevano nervosamente, armati di asce e coltelli sporchi di sangue, pronti a difendere il loro bottino.
L'atmosfera era opprimente, un silenzio innaturale rotto solo dai gemiti soffocati dei morenti e dai grugniti dei goblin. Ogni passo risuonava come un tuono in quel luogo di morte, e l'ombra del pericolo incombeva su ogni angolo.
Francesco aprì leggermente la porta e mandò Skroll a uccidere i goblin. Questa volta, la battaglia fu decisamente più dura. Skroll riuscì ad abbattere i sette goblin normali e un hobgoblin, lasciando per ultimi i due hobgoblin più vicini alla cassa.
In quel momento, Francesco notò che Skroll iniziava a fare fatica a muoversi, i suoi movimenti erano meno fluidi e le fiamme blu nelle sue orbite sembravano più deboli. Decise di entrare in campo, stringendo la sua sbarra di ferro tra le mani.
Francesco: «Skroll, concentrati su quello a destra. Io mi occupo dell'altro.»
Francesco caricò l'hobgoblin più a sinistra, mantenendo una distanza di sicurezza. La sua sbarra di ferro aveva una gittata maggiore rispetto all'ascia in pietra dell'hobgoblin, e Francesco sfruttò questo vantaggio. Ogni volta che l'hobgoblin si spazientiva e cercava di avvicinarsi, Francesco lo colpiva con un fendente preciso, costringendolo a indietreggiare.
Intanto, Skroll affrontava l'altro hobgoblin con agilità e precisione. Grazie ai suoi 10 punti in agilità, schivava ogni attacco con movimenti fluidi e quasi danzanti. A ogni schivata, contrattaccava con violenza, colpendo l'hobgoblin con una forza che sembrava impossibile per un essere così piccolo.
Francesco continuava a tenere a bada il suo avversario, ma qualcosa non lo convinceva. L'hobgoblin sembrava troppo facile da gestire, e Francesco sapeva che quando le cose andavano troppo bene, c'era sempre un trucco.
All'improvviso, l'hobgoblin abbassò la guardia, fingendo di essere distratto. Francesco, per un attimo, pensò di approfittarne e sferrò un colpo. Ma un istinto lo fermò appena in tempo. Ritirò l'attacco e, nel momento in cui lo fece, un colpo d'ascia gli sfiorò il viso, graffiandogli la guancia destra.
Francesco: «Maledizione! Stavo per cascarci!»
L'hobgoblin aveva finto di distrarsi per attirare Francesco in un attacco imprudente. Ma Skroll, vedendo il padrone in pericolo, scattò verso di loro con una velocità incredibile. Infilzò l'hobgoblin alla gamba, facendolo cadere a terra con un urlo di dolore. Con un colpo ben assestato, gli fracassò il cranio, mettendo fine alla sua vita.
Francesco, ormai stanco ma sollevato, si avvicinò a Skroll.
Francesco: «Ottimo lavoro, Skroll! Vieni qui, piccoletto!»
Lo strinse tra le braccia, accarezzandogli il teschio con affetto. Skroll sembrava al settimo cielo, le fiamme blu nelle sue orbite che brillavano di gioia. Rimase a premiare la sua evocazione per almeno tre minuti, godendosi ogni carezza.
Poi, Francesco tornò serio, guardando verso il forziere.
Francesco: «Mhmm... Perché dovrebbe esserci un forziere? Di questi tempi poi...»
Si avvicinò per toccarlo, ma una notifica spezzò il silenzio nella stanza, facendolo sobbalzare.
Congratulazioni! Hai Ottenuto il [Forziere Goblin] Nella Loro Stanza Del Tesoro!
Francesco: «Forziere Goblin? Stanza del tesoro?... Ecco perché quel numero di hobgoblin era presente in questa stanza. Potrò aprirlo dopo?»
Subito dopo aver detto ciò, il [Diario di Salomone] apparve di fronte al forziere, emanando una luce sinistra. Con un rumore sordo, il forziere venne risucchiato in una delle pagine del diario, scomparendo completamente.
Francesco: «COSA!? HEY, RIDAMMI IL MIO PREMIO!» urlò, allungando una mano verso il diario come se potesse riprenderselo.
Una notifica apparve di fronte a Francesco, e ciò lolasciò incredulo
Il [Diario Di Salomone] Ha sbloccato la funzione INVENTARIO
Evocò il [Diario di Salomone], sfogliando rapidamente le pagine alla ricerca di qualcosa che spiegasse la scomparsa del forziere. Non trovò nulla, finché non gli venne in mente di pronunciare la parola magica.
Francesco: «Inventario.»
All'istante, una nuova pagina si creò davanti a lui,rivelando una lista di oggetti e una descrizione dettagliata del forziere cheera stato risucchiato
[Forziere Goblin]
X1
Francesco: «Mhm? Posso inserire qualsiasi cosa? Vediamo un po'... Ecco! Inserisci la sbarra di ferro!»
La sbarra di ferro sparì dalla mano di Francesco, finendo nel suo inventario.
Francesco: «Comodo! Bene, direi che è l'ora di tornare alla base.»
Erano passate circa tre ore e mezza, ormai erano le 10 di mattina e tutti erano svegli.
Gianluca: «COSA? HAI LASCIATO FRANCESCO USCIRE? D.! MA SEI PAZZO?»
D.: «Tranquillo! Finché non si allontana, dovrebbe essere al sicuro.»
Simon: «NON AVRESTI COMUNQUE DOVUTO!»
D.: «Scusate...»
Francesco, appena arrivato di fronte alla porta, sentì tutto e iniziò a urlare: «POTETE ANCHE NON DARMI PER MORTO, GRAZIE!» Spalancò la porta con un calcio, facendo sobbalzare tutti.
Tutti accorsero verso di lui, felici di vederlo ancora tutto intero, con soltanto un graffio alla guancia.
Gianluca: «Idiota! Dove sei andato!? Dovevi riposare!»
Francesco: «Tranquillo! Sono molto più forte di quel che pensavo...» Iniziò a ridacchiare, cercando di smorzare la tensione.
Daniela si avvicinò, confusa e ancora assonnata per via del fracasso.
Daniela: «Sei diventato più forte di prima... Cosa hai fatto?»
Francesco, confuso dalle parole della ragazza, rispose: «Come fai a saperlo, perdonami? E soprattutto... Grazie mille per avermi curato...» Mentre parlava, il suo viso divenne leggermente rosso dall'imbarazzo.
Daniela: «Di nulla... La mia abilità mi permette di vedere le alterazioni nel corpo di una persona, comprese quelle benefiche.»
Francesco: «Uffa, adesso non posso mentire...»
Con un sorriso imbarazzato, Francesco mostrò il suo nuovo status dopo aver applicato i punti statistica.
STATUS DI FRANCESCO
Livello: 3
Exp: 61/120
Titolo:
[Evocatore Tenace]
Vitalità:
6
Forza:
7
Agilità:
7
Mente:
6
Intelligenza:
6
Fortuna:
-10
Abilità:
Sfortuna (S): Abilità passiva, il portatore non potrà assegnare alcun punto statistica in Fortuna, ma riceverà il doppio dei punti Statistica ad ogni aumento di livello
Diario Di Salomone (???): Abilità attiva, Il portatore potrà evocare il Diario del saggio.
Bonus:
[Evocatore Tenace]: Aumenta le statistiche dell'evocazione in base al danno subito.
Tutti rimasero a bocca aperta. Il suo status era gigantesco, probabilmente avrebbe potuto abbattere tre o quattro goblin da solo. Ma il problema era... come aveva guadagnato tutti quei punti Exp?
Simon: «... Dicci cosa hai combinato là fuori. Se hai fatto una stupidata... ti meniamo.»
Francesco: «... Diciamo che potrei aver... come dire... pulito tutto il sotterraneo da solo con Skroll...»
Gianluca: «... Io lo strangolo.»
Francesco: «Eddaiii, tutto il lavoro lo ha praticamente fatto questo piccoletto!»
Per confermare ciò che diceva, Francesco mostrò anche lo status di Skroll. Le statistiche del goblin scheletro erano impressionanti, e tutti rimasero ancora più sbalorditi.
SKROLL
Livello: 3
Exp: 25/120
Titolo: [Fedele Servitore]
Vitalità:
8
Forza:
8
Agilità:
17
Mente:
2
Intelligenza:
2
Fortuna:
0
Abilità:
Corpo Scheletrico (E): Abilità passiva esclusiva per gli scheletri, rende il portatore resistente ai colpi da taglio
Abusivo d'ombra (A): Abilità Attiva, Permette all'utilizzatore di entrare nell'ombra dei propri alleati
Scatto D'ombra (A): Abilità Attiva, permette all'utilizzatore di scattare verso le spalle del nemico, utilizzando la sua ombra.
Bonus:
[Fedele Servitore]: Ottiene un 20% alle statistiche quando è vicino al suo padrone.
Tutti si ammutolirono, e dopo un minuto di silenzio, solo una parola si udì in sintonia tra i ragazzi:
Tutti: «SBROCCATO!»
D.: «Vedete? Avevo ragione io! È fortissimo!»
Simon: «Hai comunque sbagliato, idiota!»
Francesco: «... Guardiamo il lato positivo... Adesso possiamo avanzare al piano terra della scuola...»
Daniela: «... L'importante è che stia bene, ma la prossima volta avvisaci... Non correre rischi del genere...»
Francesco: «Va bene...» disse, guardando verso il basso con un'aria leggermente colpevole.
Dopo aver strigliato bene bene Francesco, i ragazzi cominciarono a discutere su come procedere. Luigi venne portato alle scale per attivare la sua abilità, bloccando così l'accesso al sotterraneo da parte dei mostri.
Francesco: «Cosìdovrebbe andare. Bene, adesso ragazzi, voglio mostrarvi la paginadell'hobgoblin.»
HOBGOBLIN
Abilità:
Capo Branco (E): Abilità passiva, quest'abilita è esclusiva dei mostri di Medio-basso rango, permette loro di gestire piccoli gruppi per cacciare.
Artigli Luridi (F): Abilità passiva, Data l'enorme sporcizia negli artigli del portatore ogni attacco con essi può provocare malattie ai nemici
Grido Del Goblin (E): Abilità attiva, permette al portatore di rilasciare un grido, rafforzando i suoi alleati.
Livello: 5-10
Titolo: Nessuno
Vitalità:
4
Forza:
3
Agilità:
5
Mente:
1
Intelligenza:
1
Fortuna:
1
Descrizione:
Gli [HobGoblin] sono mostri di rango (E), alti massimo 1.80 metri, di colorazione verde, con nasi sporgenti, orecchie lunghe e artigli acuminati.
Sono un Evoluzione del [Goblin], sono soliti a comandare branchi di circa 5-10 [Goblin] appartenenti ad una tribù composta minimo da 200 esemplari, nascondendosi da nemici troppo forti e puntando a prede più semplici per cibarsene, Sebbene siano più forti di un normale [Goblin], Preferiscono lasciare il lavoro sporco a quest'ultimi, rubandone poi le prede.
Punto debole: La luce tende a confonderli e spaventarli.
Uccisioni per l'evocazione: 4/10
Uccisioni per il Furto: 4/1000
Gianluca: «Il loro status è molto più alto di un goblin, e sono in grado di potenziare i loro scagnozzi... Che siano loro i più intelligenti della tribù?»
Francesco: «Non credo proprio. Ricorda, il diario parlava di un esemplare intelligente. Noi ne abbiamo trovati ben quattro.»
D.: «Giusto. Speriamo che quello non sia troppo forte...»
Francesco: «Ragazzi, dobbiamo conquistare la scuola entro una settimana. Altrimenti, sarà difficile salvare i nostri genitori.»
Simon: «Hai ragione...»
Francesco: «Propongo di partire a esplorare oggi stesso.»
D.: «Sempre mandando Michele?»
Francesco: «No, lo vedrebbero... Camminerà con noi nel gruppo da combattimento.»
Michele: «Va bene...», disse, la voce tremante di paura.
Simon: «Bene! Quando si parte?»
Francesco: «Prima andiamo ad avvisare tutti gli altri.»
Tornarono nel campo da pallavolo e annunciarono a tutti che il sotterraneo era sgombro da mostri. Poi, informarono il gruppo della partenza imminente. Ormai, erano almeno 70 gli studenti presenti, e Francesco chiese un favore piuttosto difficile...
Francesco: «Bene! Luigi e Daniela resteranno a gestire la situazione qui all'interno. Allenatevi come si deve, avete anche le cure di Daniela a disposizione. Diventate più forti e sopravvivete a tutti i costi!»
Si fermò per dare la carica a tutti, poi riprese con un viso cupo: «Ho bisogno di almeno cinque persone... Dovranno spostare tutti i cadaveri nel campo da calcio, dato che è il luogo più distrutto e inutilizzabile. Chi se la sente?»
Tutti rimasero in silenzio, e Francesco iniziò a innervosirsi, quasi per sbraitare, ma Luigi lo fermò con un gesto calmo.
Luigi: «Capisco che può essere orribile e disgustoso, ma il team di combattimento sta rischiando la propria vita per proteggervi anche un giorno di più. Se continuiamo a tenere i corpi in tutte le stanze tranne questa, potremmo beccarci una malattia come la peste, e Daniela non riuscirebbe a curarla. Se nessuno di voi si farà avanti... saremo costretti a punirvi e a mettere i turni a tutti, dato che al momento non state contribuendo alla civiltà.»
Tutti rimasero a bocca aperta dopo il discorso di Luigi. Effettivamente, tutti i presenti stavano vivendo soltanto grazie alle imprese dei ragazzi del gruppo di combattimento, pronti a sacrificare la propria vita per salvare qualcun altro.
Luigi: «Dato che le ragazze sono circa 20, dormiranno nel magazzino, mentre noi ragazzi dormiremo qui. Adesso... chi si fa avanti?» Disse, osservando tutti con un'aria seria.
Dopo un breve silenzio, ben dieci persone alzarono la mano. Alla vista di ciò, Francesco diede un colpetto alla spalla di Luigi, sussurrandogli: «Ben fatto. Sei stato un grande.»
Luigi: «Bene! Farete due turni allora. Riceverete più cibo e acqua di tutti quelli che non hanno alzato la mano.»
Francesco: «Direi che possiamo lasciare tutto nelle tue mani. Grazie ancora, Luì! Noi adesso andiamo.»
Dopo un breve saluto i 5 ragazzi andarono alle scale, una volta raggiunto il piano terra tutti vomitarono. La scuola aveva una forma quadrata, con un'architettura che un tempo era stata moderna e accogliente. Ora, però, il piano terra era un incubo di vetro e sangue. Le vetrate, che un tempo mostravano un panorama luminoso e rassicurante, erano ora macchiate di rosso e scheggiate, con frammenti di vetro sparsi ovunque.
All'interno, il caos regnava sovrano. Le aule, un tempo luoghi di apprendimento e risate, erano diventate teatri di morte. Il sangue si era seccato sui muri, formando chiazze scure e viscide. Budella e arti umani erano sparsi a terra, come se fossero stati strappati via con violenza inaudita. Goblin banchettavano su quei resti, i loro occhi rossi brillanti di avidità mentre si nutrivano con voracità, emettendo grugniti e risatine sinistre.
I corridoi erano un labirinto di distruzione. Finestre rotte lasciavano entrare folate di vento freddo che muovevano i brandelli di tende strappate. Graffi profondi solcavano i muri, come se qualcosa di enorme e furioso avesse cercato di sfuggire o di entrare. Il disordine era inimmaginabile: banchi rovesciati, sedie spezzate, libri strappati e fogli sparsi ovunque, macchiati di sangue e sporcizia.
L'aria era pesante di un odore metallico e putrido, un mix di morte e decomposizione che attaccava la gola e riempiva i polmoni di un senso di oppressione. Ogni passo risuonava in quel silenzio innaturale, rotto solo dai grugniti dei goblin e dai gemiti soffocati dei morenti.
Era un luogo che non sembrava più appartenere al mondo dei vivi, ma a un incubo senza fine.
Francesco, ormai quasi abituato alla vista macabra grazie a ciò che aveva visto nel campo da calcio, mandò Skroll a sistemare tutti i goblin nelle vicinanze. Per Skroll, i goblin erano diventati dei semplici giocattoli. Li uccideva in meno di un secondo, sfruttando la sua abilità [Scatto d'Ombra (A)] con una precisione letale.
Mentre Skroll annientava la popolazione goblin, i ragazzi faticavano a riprendersi dalla vista orribile. Michele, sopraffatto dal terrore, svenne sulle scale, ma venne afferrato da D. prima di cadere. Purtroppo, però, anche D. iniziò a vomitare, trasformando la felpa di Michele in un miscuglio di tessuto e vomito orripilante.
Passarono circa cinque minuti, e l'ammontare di goblin uccisi da Skroll era già arrivato a 50, liberando così quasi tutta l'ala sinistra del piano terra. I ragazzi, ormai ripresi, cominciarono a camminare. Michele, ovviamente, aveva rimosso la sua felpa e l'aveva lanciata via dopo aver notato il vomito.
I cinque ragazzi e Skroll si diressero verso la caffetteria, ormai sgomberata da ogni pericolo grazie alla forza di Skroll.
Simon: «Mi sento inutile, però, così...» disse, guardando Skroll con un misto di ammirazione e frustrazione.
Gianluca: «Effettivamente...»
Francesco: «Ragazzi, al momento pensiamo a liberare tutta l'area il prima possibile. Poi vedremo le prossime volte cosa fare.»
D.: «Esatto. Ragazzi, non è un gioco. Se possiamo farlo senza rischiare, ben venga.»
Simon: «Va bene...»
Francesco: «Prendete più scorte possibili. Se continuiamo di questo passo... probabilmente entro tre giorni riusciremo a conquistare la scuola.»
D.: «Sono d'accordo. Skroll è una manna dal cielo.»
Passarono trenta minuti, e ogni ragazzo portava due sacchi pieni di scorte alimentari per braccio.
Francesco: «Bene, per prima cosa portiamo queste scorte alla base. Domani conquisteremo tutto il piano ter-»
Dei colpi provenienti dai bagni, bloccati a chiave, interruppero il ragazzo.
D.: «Cosa è stato?»
Francesco: «Avviciniamoci.»
Si avvicinarono alla porta con cautela, e Francesco bussò leggermente.
Francesco: «Siamo umani. C'è qualcuno lì dentro?» disse, alzando la voce.
Subito dopo, la porta si aprì, e due ragazze uscirono piangendo dal bagno, mentre una terza sembrava piuttosto calma.
Francesco: «State bene? Abbiamo un posto sicuro. Stateci vicine.»
Ragazza 1: «V-v-va b-bene...» rispose, singhiozzando.
La ragazza calma osservò i ragazzi e lo scheletro, poi chiese: «Come avete fatto a raggiungere questo posto? I goblin sono spariti? E soprattutto... cos'è quel coso?»
Skroll, quando venne chiamato "coso", si arrabbiò un pochino. Notandolo, Francesco gli accarezzò la testa, calmandolo.
Francesco: «Questo piccolino si chiama Skroll. È una mia evocazione. È stato lui a sbarazzarsi di tutti i goblin, ma anche i ragazzi qui presenti sono in grado di abbatterli facilmente.»
Ragazza Calma: «Anche quel goblin gigantesco?»
D.: «Goblin gigantesco? Cosa intendi?»
Ragazza Calma: «Somigliava a un goblin, ma raggiungeva il tetto con la testa e aveva un serio problema di obesità.»
Francesco: «Torniamo prima alla base. Quest'informazione è preoccupante... Il tetto è a 3,5 metri d'altezza...»
I ragazzi tornarono verso le scale e si presentarono alle ragazze. A quanto pare, i loro nomi erano Marika, Fabiana e la più calma, Alessia. Erano rimaste bloccate in bagno per nascondersi dai goblin, terrorizzate e in attesa di un aiuto che sembrava non arrivare mai.
Scesero nella base e consegnarono le scorte a Daniela, ormai addetta alla distribuzione. Lasciarono giusto qualcosa da dare alle nuove ragazze, che vennero accolte con un misto di sollievo e preoccupazione dagli altri studenti.
Ad un certo punto, però, accadde qualcosa di strano. La barriera di Luigi si espanse a dismisura, comprendendo addirittura tutto il sotterraneo e una piccola parte della zona superiore. Francesco corse da Luigi per capirne il motivo.
Francesco: «Luigi! Che hai fatto? La barriera è diventata enorme!»
Luigi: «Dopo aver accettato le ragazze con voi, ho notato di essere salito di livello. Quindi ho assegnato dei punti... Meglio se guardi tu stesso.»
Spostò lo status in visione di Francesco, mostrandogli le nuove statistiche e l'abilità potenziata.
STATUS DI LUIGI
Abilità:
Fortezza Inespugnabile (A): Permette al suo utilizzatore di creare una zona sicura di grandezza variabile in base alla statistica Mente, in essa possono accedere soltanto entità accettate dall'utilizzatore, se il portatore esce dalla sua zona, essa verrà cancellata ed entrerà in CD per 24 ore.
Rappresentante (E): Abilità attiva, Tutti i membri del party riceveranno un bonus alle statistiche del 10%, il portatore riceverà il 10% di exp ovunque egli sia.
Occhi Del Padrone (A): Abilità attiva, permette al portatore di vedere ogni angolo del suo territorio.
Livello: 2
Exp: 23/60
Titolo: [Lord Terriero]
Vitalita:
2
Forza:
2
Agilità:
1
Mente:
10
Intelligenza:
2
Fortuna:
3
Bonus:
[Lord Terriero]: Conferisce l'abilità unica [Occhi Del Padrone] per poter gestire al meglio il suo terreno.
Francesco: «Non smetti mai di stupirmi... Sei veramente allucinante.»
Luigi: «Beh, mi sembrava inutile aumentare altre statistiche, quindi ho usato tutti e quattro i punti in mente, potenziando così l'abilità... Però ho ottenuto anche un titolo.»
Francesco: «Hai già provato l'abilità che ti dà?»
Luigi: «No, provo subito.»
Attivò l'abilità [Occhi del Padrone (A)] e subito si sentì come collegato al suo territorio, come se ne facesse parte. Poteva avvertire chiaramente qualsiasi cosa al suo interno, come se ogni movimento, ogni respiro, fosse un'estensione di se stesso.
Luigi: «È una sensazione strana, non so come spiegartelo... È come se fossi io stesso il mio territorio.»
Francesco: «Eh?» disse, confuso, per poi continuare: «Parrebbe utile, però.»
L'attenzione di Luigi venne attirata da un bisticcio nel magazzino. Le ragazze stavano accerchiando Daniela, alcune chiedendo più scorte, mentre altre sembravano volerla solo bullizzare, gelose della sua posizione.
Luigi: «Fra, dobbiamo andare nel magazzino. Sta accadendo qualcosa. Daniela sembra in pericolo.»
Francesco: «Andiamo!»
I due si incamminarono verso il magazzino, e nel tragitto incontrarono Simon. Gli raccontarono la situazione, portandolo con loro. Una volta arrivati, Francesco spalancò la porta, visibilmente arrabbiato.
Francesco: «Skroll, prendi Daniela e portala qui. Chiunque provi a fermarti, minaccialo con la tua arma.»
Skroll, con uno scatto fulmineo, arrivò da Daniela e le afferrò gentilmente la mano, portandola verso Francesco e gli altri. Tre ragazze provarono a fermarlo, ma Skroll le fulminò con lo sguardo, facendole cadere a terra per la paura. Arrivò davanti a Francesco e, ingenuamente, consegnò la mano della ragazza al suo padrone.
Francesco: «S-Skroll! Non c'è bisogno che mi dai la sua mano!»
Simon: «Eh, bravo Skroll! Tu sì che sai come rendere fiero qualcuno!» disse, facendo il pollice in su con un sorriso divertito.
Daniela, ormai totalmente rossa in viso, disse timidamente: «Grazie...»
Luigi: «Bene...» Alzò la voce per farsi sentire il più lontano possibile e continuò: «ADESSO VOGLIO CHE MI SPIEGHIATE COSA STATE FACENDO!»
Le ragazze, ancora spavalde e piene di sé, iniziarono a mostrare sguardi di odio e sfida. Alcune di loro parlarono, con toni taglienti e pieni di disprezzo.
Ragazza 1: «Abbiamo bisogno di più risorse di voi, inutili maschi! Non fate altro che sprecare cibo e acqua, mentre noi abbiamo bisogno di essere curate e protette!»
Ragazza 2: «Giusto! Dovremmo essere riverite e trattate come regine, non come se fossimo vostre pari!»
Francesco già stava per esplodere, ma si trattenne, stringendo i pugni e respirando profondamente per il bene di tutti.
Ragazza 3: «E vogliamo che ci portiate anche l'acqua per lavarci! Non possiamo vivere in queste condizioni, sporche e trascurate, mentre voi vi date da fare come se nulla fosse!»
Le loro parole erano velenose, cariche di un senso di superiorità che sembrava non avere alcun fondamento. I loro sguardi erano pieni di disprezzo, come se considerassero gli altri poco più che servitori
Francesco, a quel punto, non riuscì più a trattenersi. La sua pazienza era esaurita, e la rabbia che aveva represso per il bene del gruppo esplose in modo violento e incontrollabile.
Francesco: «Quindi vi sembro il vostro schiavo, eh? Forse non avete ben capito la gerarchia qui dentro! Permettetemi di mostrarvela!»
Si girò verso il muro e, con un movimento rapido e brutale, tirò un pugno con il 70% della sua forza. Il muro all'impatto si frantumò, creando un buco enorme con un rumore assordante che fece tremare l'intero sotterraneo.
Francesco: «SE VOLETE QUALCOSA, DOVRETE PRENDERVELA DA SOLE! SE AVETE ANCORA DA RIDIRE, FATE PURE, MA PREPARATEVI ALLE CONSEGUENZE! IO NON SONO UN SANTO, NE' UN DEMONE. TUTTI NOI POSSIAMO ABBANDONARVI E LASCIARVI ALLA VOSTRA RICERCA DEL FOTTUTISSIMO BENESSERE!»
Tutto il sotterraneo rimase sconvolto dalla situazione. Nessuno aveva mai visto Francesco così arrabbiato, così spietato. Le ragazze, alla furia di Francesco, iniziarono a cadere una per una, alcune urinandosi addosso per lo spavento, altre piangendo disperatamente.
Francesco: «LO RIPETERO' UN'ULTIMA VOLTA: QUALCUNO HA DA RIDIRE SU CIO' CHE STIAMO FACENDO?»
La prima ragazza che aveva parlato alzò la mano, pensando tra sé: «Non mi farà comunque nulla! Non può farmi nulla! È tutto fumo e niente arrosto.»
Ragazza: «Noi ragazze abbiamo bisogno di più roba in confronto a voi scimmie!»
A questa frase, tutti i ragazzi nel sotterraneo iniziarono a sbroccare, insultandola e gridando contro di lei.
Francesco: «SILENZIO!»
La sua voce tuonò, calmando i ragazzi all'istante. Poi, con un sorriso inquietante, continuò:
Francesco: «Bene, bene... Hai ancora la faccia tosta di dire qualcosa del genere? Qualcuna qui ha la sua stessa opinione?»
Le ragazze che avevano parlato prima alzarono la mano, insieme ad altre due, per un totale di cinque.
Francesco: «Bene. Da questo momento, voi cinque oche non riceverete nulla da noi. Sarete bandite dal magazzino e potrete stare soltanto nel corridoio.»
Tutti rimasero a bocca aperta davanti alla totale apatia e spietatezza di Francesco. Luigi si avvicinò, insieme a Daniela, cercando di mediare.
Luigi: «Fra... Non sarà un po' eccessivo?» disse sottovoce.
Daniela: «Non mi hanno fatto nulla, va bene così. Non punirle così tanto...»
Francesco, alzando la voce per mostrare la compassione e la gentilezza dei leader, rispose con un tono gelido e tagliente:
Francesco: «Mi dispiace, ma sono io a capitanare il gruppo da combattimento. E se loro non sono neanche un minimo riconoscenti del nostro operato, dopo aver rischiato la vita per loro, possono anche morire di fame e rimpiangere il loro orribile carattere. Come ho già detto, io non sono un santo. Non sono qui per salvare tutti e accudirli come un padre. Tutti dovranno guadagnarsi la pagnotta da soli. Io posso soltanto dargli il tempo di abituarsi. Sono comunque umano, non voglio che muoia nessuno... ma ciò non significa che la morte di queste cinque oche mi faccia tenerezza. Lì fuori abbiamo assistito a uno spettacolo orribile. Ho già visto più morti di quello che possano immaginare. Tre o cinque in più non mi fanno alcuna differenza.»
Le ragazze che prima avevano alzato la mano erano in lacrime, chiedendo perdono e cercando pietà da Francesco. Ma lui le ignorò completamente, il suo sguardo vuoto e distaccato come quello di un predatore che osserva la sua preda.
Francesco: «Ah, un'ultima cosa, e questa è per tutti: il prossimo che oserà torcere un capello a uno dei leader... riceverà un trattamento ancora peggiore.»
Il suo tono era calmo, quasi pacato, ma carico di una minaccia così palpabile che tutti trattennero il respiro. Francesco si girò e si allontanò, lasciando un silenzio pesante e un'atmosfera di terrore che sembrava aver congelato il tempo.
Luigi e gli altri, ancora nel magazzino, erano senza parole. Ma Luigi decise di prendere l'iniziativa e parlò.
Luigi: «Come vedete... non siamo qui per accudirvi. Voi ragazze potete iniziare a prendere le vostre poche cose e andare nel corridoio...» disse con voce calma, ma con una lieve pena per le ragazze.
Le ragazze, ormai rassegnate, presero le ultime razioni ricevute e si misero nel lato opposto a quello dov'era Francesco.
Luigi: «Potete tutti tornare a fare ciò che stavate facendo!»
Una volta calmate le acque, Luigi prese tutto il gruppo e andò da Francesco. Lo trovarono seduto sulle scale, accarezzando la testa di Skroll con uno sguardo triste e distante.
Luigi: «Fra... c'era davvero bisogno di una tale punizione?... Ovviamente non ti sto andando contro, è solo che...»
Francesco: «Lo so... può sembrare cattivo, ma pensaci. Se tutti iniziassero a fare come lei, cosa succederebbe? Voi sareste presi di mira, e mentre noi siamo in spedizione, verreste probabilmente attaccati... Seguitemi di sopra.»
Si voltò e cominciò a salire le scale. Ormai, la barriera aveva preso una buona parte del piano superiore vicino alle scale.
Francesco: «Guardate...» indicò i cadaveri ammassati ai bordi del corridoio.
Luigi e Daniela, alla vista, si inorridirono e iniziarono ad avere conati di vomito.
Luigi: «F-Fra! Perché hai dovuto mostrarci ciò? Che collegamento ha?»
Francesco: «Se non iniziano a prendere tutto più seriamente... tutte le persone laggiù moriranno.»
Daniela: «C-c-capisco... Hai fatto la parte del cattivo per farli smuovere... instillando in loro la paura dell'abbandono...»
Francesco non rispose immediatamente. Dopo un silenzio pesante, le lacrime iniziarono a scendere lungo il suo viso, rendendo tutti profondamente tristi. Francesco si sedette, abbracciandosi le gambe, mentre Skroll accorse immediatamente per abbracciare il suo padrone.
Gianluca: «Scusa, Fra... Avremmo dovuto dire qualcosa anche noi...»
Simon: «Non dovresti prenderti tutte queste responsabilità da solo, bro...»
Francesco: «È tutto ok... Datemi giusto un po' di tempo... Scendete pure, lasciatemi qui con Skroll.»
Tutti, uno alla volta, diedero una pacca sulla spalla o un abbraccio a Francesco, poi scesero giù, lasciandolo solo con Skroll.
Francesco rimase seduto, le lacrime che continuavano a scendere mentre accarezzava il teschio di Skroll.
Francesco: «Tranquillo, Skroll, sto bene... Da quando è iniziata tutta questa storia, non ho avuto il tempo nemmeno per essere triste o avere paura... Che capitano sarei se le mostrassi costantemente la mia debolezza? Vorrei tanto rivedere la mia famiglia... Spero stiano bene...»
Skroll, sentendo queste parole, continuò ad abbracciarlo, le fiamme blu nelle sue orbite che sembravano tremolare di tristezza.
Passarono una ventina di minuti, e Francesco si calmò poco a poco.
Francesco: «Grazie, Skroll... Sono calmo adesso.» disse, sorridendo debolmente, ancora con gli occhi rossi.
Poi, con un sospiro, aprì il suo [Status].
Francesco: «Dal momento che non ho altro da fare... Vediamo un po' i nostri status...»
Inserì i punti statistica e guardò bene il risultato, ma il suo sguardo era ancora velato di tristezza. Nonostante tutto, il peso delle responsabilità e la nostalgia per la sua famiglia continuavano a gravargli sul cuore.
STATUS DI FRANCESCO
Livello: 4
Exp: 191/240
Titolo:
[Evocatore Tenace]
Vitalità:
8
Forza:
8
Agilità:
8
Mente:
8
Intelligenza:
8
Fortuna:
-10
Abilità:
Sfortuna (S): Abilità passiva, il portatore non potrà assegnare alcun punto statistica in Fortuna, ma riceverà il doppio dei punti Statistica ad ogni aumento di livello
Diario Di Salomone (???): Abilità attiva, Il portatore potrà evocare il Diario del saggio.
Bonus:
[Evocatore Tenace]: Aumenta le statistiche dell'evocazione in base al danno subito.
Francesco: «Direi che così può andar bene. Non mi dispiace come disposizione! Vediamo il tuo status, Skroll.»
SKROLL
Livello: 4
Exp: 155/240
Titolo: [Fedele Servitore]
Vitalità:
9
Forza:
10
Agilità:
19
Mente:
2
Intelligenza:
2
Fortuna:
0
Abilità:
Corpo Scheletrico (E): Abilità passiva esclusiva per gli scheletri, rende il portatore resistente ai colpi da taglio
Abusivo d'ombra (A): Abilità Attiva, Permette all'utilizzatore di entrare nell'ombra dei propri alleati
Scatto D'ombra (A): Abilità Attiva, permette all'utilizzatore di scattare verso le spalle del nemico, utilizzando la sua ombra.
Bonus:
[Fedele Servitore]: Ottiene un 20% alle statistiche quando è vicino al suo padrone.
Francesco: «Skroll, sei veramente mostruoso...»
Skroll calò la testa, le fiamme blu nelle sue orbite che sembravano affievolirsi per un attimo, come se si sentisse offeso.
Francesco: «Intendo in bene!» accarezzò la testa di Skroll, cercando di scusarsi per il malinteso.
Francesco: «Siamo diventati davvero forti... Ma quel mostro di cui parlavano quelle ragazze... è preoccupante. Speriamo soltanto che se ne sia andato.»
I due tornarono giù, ma davanti alle scale incontrarono Daniela.
Daniela: «Ti senti meglio?» disse, avvicinandosi con voce dolce e preoccupata.
Francesco: «Ehm... Sì!» rispose, preso alla sprovvista e visibilmente imbarazzato, evitando il suo sguardo.
Daniela: «Volevo... dirti grazie per esserti arrabbiato per me...»
Francesco: «Di nulla... Per qualsiasi problema, parla pure con me!... O con Luigi!» aggiustò rapidamente la sua frase, cercando di non farla sembrare un invito a parlare spesso con lui, ma il rossore sulle sue guance tradì il suo imbarazzo.
Daniela, sentendo ciò, accennò una risatina e disse: «Va bene, Fra... O dovrei chiamarti capo?»
Francesco: «Spiritosa... Fra va più che bene, Signorina Curatrice!»
Daniela: «Hey! Così non vale!»
Francesco: «Scusa, hai ragione... Signorina Curatrice che si addormenta sui pazienti!»
Daniela divenne rossa e prese Skroll, alzandolo per coprirsi la faccia, cercando di nascondere il suo imbarazzo.
Daniela: «Non l'ho fatto apposta... Scusa...»
Francesco, senza pensare, rispose: «Tranquilla! Posso essere un cuscino molto morbido, se serve!»
Subito dopo aver detto questa frase, si pentì, capendo il possibile doppio senso.
Francesco: «N-N-Non intendevo nulla di sbagliato, lo giuro!» si girò, rosso fino alle orecchie, cercando di nascondere l'imbarazzo.
Ormai, i due erano totalmente rossi, creando una scenetta quasi comica. Simon arrivò proprio in quel momento, dopo aver visto la scena.
Simon: «Già a fare i piccioncini? Nemmeno il tempo di uscire dalla scala!»
Francesco: «Maledetto! Viecce!» iniziò a rincorrere Simon dentro la stanza dei ragazzi, cercando di distrarre tutti dall'imbarazzo.
Daniela, rimasta lì con Skroll tra le mani, sussurrò qualcosa a bassa voce prima di lasciare Skroll e andare nella camera delle ragazze.
Daniela: «Non che mi sarebbe dispiaciuto...»
Skroll sentì ciò che la ragazza aveva detto, ma, non potendo parlare, decise di non pensarci e corse verso il padrone.
Dopo la piccola corsetta, Francesco riunì tutto il gruppo e iniziò a parlare del piano per il giorno successivo.
Francesco: «Bene, domani proveremo a conquistare il secondo piano, e se riusciamo, anche il terzo, essendo molto più piccolo.»
D.: «Hai già un piano?»
Francesco: «Assolutamente no.»
Tutti guardarono sorpresi Francesco e dissero all'unisono: «Allora anche lui è umano!»
Francesco: «HEY!»
Gianluca: «Beh, di solito sai sempre cosa fare!»
Francesco: «Mica sono un dio!»
Simon: «Forse della sfortuna!»
Tutti scoppiarono a ridere, mentre Francesco si passò una mano sul viso, cercando di nascondere un sorriso.
Francesco: «... Divertente... Dicevamo, io propongo di separarci.»
D.: «In che senso?»
Francesco: «Ormai siamo tutti in grado di sconfiggere dei goblin, tranne Michele... Ma anche lui deve fare esperienza.»
Michele: «... Va bene... Sicuro che non rischio?»
Francesco: «Ti metterò nel gruppo più sicuro, tranquillo.»
Francesco si fermò a riflettere un attimo per fare le squadre, poi disse: «Mostratemi un attimo i vostri status, tranne Michele che non dovrebbe essere variato.»
Tutti: «Ok!»
STATUS DI D.
Abilità:
Allenamento (F): Abilità passiva, permette al suo utilizzatore di ricevere il 10% di exp in più e rende più semplice l'apprendimento di abilità marziali.
Pelle Cromatica (D): Abilità attiva, Rende la pelle dell'utilizzatore dura come l'acciaio, e resistente alla corrosione grazie al cromo anch'esso inserito, ha una durata di 10 minuti.
Livello: 4
Exp: 105/240
Titolo: Nessuno
Vitalità:
6
Forza:
7
Agilità:
7
Mente:
2
Intelligenza:
2
Fortuna:
4
STATUS DI GIANLUCA
Livello: 4
Exp: 105/240
Titolo: Nessuno
Vitalità:
6
Forza:
5
Agilità:
3
Mente:
4
Intelligenza:
4
Fortuna:
6
Abilità:
Arti Magmatici (E): Abilità attiva, permette al suo utilizzatore di rendere qualsiasi parte del suo corpo Magmatica.
STATUS DI SIMON
Livello: 4
Exp: 105/240
Titolo: Nessuno
Vitalità:
10
Forza:
5
Agilità:
4
Mente:
2
Intelligenza:
2
Fortuna:
5
Abilità:
Resilienza Dell'orso (D): Abilità Passiva, Rende il corpo dell'utilizzatore più resistente, donandogli anche un po' di forza.
Carica Del Toro (F): Abilità attiva, permette al suo utilizzatore di caricare il nemico con un potente colpo di spalla, stordendolo per 1 secondo.
Francesco: «Bene, direi che i gruppi sono anche semplici da fare. Il primo sarà capitanato da me, andrà al 3° piano e sarà composto da me, Michele e Simon. Mentre il resto andrà al 2° piano, e verrà capitanato da D. Tutti d'accordo?»
D.: «Sicuri di non rischiare?»
Francesco mostrò rapidamente il suo status a tutti.
Francesco: «Ti sembro in pericolo?» Sorrise, con un'aria di sicurezza.
D.: «Ok... Ma fate attenzione.»
Francesco: «Un'ultima cosa...» Evocò il [Diario del Saggio] e fece uscire il forziere.
Simon: «Ecco, mo è diventato pure un fenomeno da baraccone!»
Francesco: «Disse il clown! Comunque, questo è un forziere che ho trovato nel campo da calcio.»
Gianluca: «[Forziere Goblin] eh? Aprilo, dai!»
Michele: «Peffoh!»
Vuoi aprire il [Forziere Goblin]? Si/No
Francesco esclamò: «Sì!» Il forziere svanì nel nulla, lasciando sul terreno una spada di ferro un po' malconcia, uno scudo e quello che sembrava essere un libro.
Francesco si chinò, osservando i resti con curiosità. «Mhmm, vediamoli uno alla volta, » mormorò, decidendo di iniziare dalla spada. Francesco sollevò la spada, osservandola con uno sguardo critico. «Spada del goblin, eh... vediamo un po', » mormorò, girandola tra le mani. La lama era consumata, con qualche tacca lungo il filo, e l'elsa mostrava segni di ruggine. Non era certo un'arma da leggenda, ma aveva quel che serve per fare del male.
«Non sarà elegante, » pensò, «ma se ha fatto il suo dovere nelle mani di un goblin, potrebbe fare altrettanto nelle mie. » Con un rapido movimento, la brandì nell'aria, sentendo il fischio del metallo. «Leggera, veloce... perfetta per combattimenti rapidi, » concluse, soddisfatto.
Posò la spada con un lieve sorriso, già curioso di scoprire cosa nascondessero gli altri oggetti.
Hai ottenuto [Spada Del Goblin]!
[Spada Del Goblin]
Spada creata da un artigiano goblin, è leggermente smussata ma può ancora lacerare le carni di esseri di basso rango, può infliggere paralisi alla creatura colpita
Francesco esaminò la spada con un cenno di approvazione. «Non male! » disse, poi si girò verso Michele con un mezzo sorriso. «Michele, questa prendila tu. Dato che sei il più debole, avrai bisogno di qualcosa con cui infliggere un po' di danno, » aggiunse, porgendogli la spada con fare deciso.
Il tono era leggero, quasi scherzoso, ma c'era una nota di sincerità nelle sue parole. Francesco sapeva che ogni membro del gruppo aveva un ruolo, e quella spada, per quanto modesta, poteva fare la differenza.
Michele: «Va bene...»
[Scudo Del Goblin]
Scudo creato da un artigiano goblin, è leggermente ammaccato ma può ancora proteggere il portatore da attacchi di esseri di basso rango, può essere usato per colpire.
Francesco, dopo aver consegnato la spada a Michele, si spostò per osservare lo scudo.
Francesco sollevò lo scudo, osservandolo con attenzione. Era chiaramente opera di un artigiano goblin: la fattura era grezza, ma funzionale. La superficie presentava qualche ammaccatura, segno di battaglie passate, ma sembrava ancora in grado di offrire una buona protezione contro gli attacchi di creature di basso rango. Lo fece roteare un paio di volte, notando con piacere che il peso era ben bilanciato. «Non è elegante, » pensò, «ma può ancora fare il suo lavoro. »
Con un rapido movimento, lo usò per simulare un colpo, sentendo la solidità del metallo. «Potrebbe proteggere e colpire, se necessario, Simon credo si abbini molto bene con la tua carica! »
Simon: «Lo prenderò io allora! »
Poi, il suo sguardo si spostò verso il libro, l'ultimo oggetto rimasto. «E tu,» disse a bassa voce, «cosa nascondi?»
[Arte Marziale: Passo Del Maestro Goblin]
Arte Marziale Creata dal grande maestro marziale goblin, permette di apprendere lo stile di schivata del Maestro Goblin!
Francesco prese il libro tra le mani, gli occhi che brillavano di eccitazione mentre leggeva il titolo: «Arte Marziale: Passo Del Maestro Goblin». «Questo potrebbe essere un drop raro!» esclamò, voltandosi verso D. con un sorriso entusiasta. «Arte Marziale... D., tu avevi quella tua abilità che ti permetteva di apprenderle più velocemente, giusto? Prova!»
D. lo guardò, un po' incerto. «Sicuro? Sei stato tu a trovare questo tesoro...» disse, esitando.
Francesco scrollò le spalle con aria spavalda. «Io sono già fin troppo forte, stai tranquillo! Prendilo, è più utile a te.»
D. annuì, ancora un po' titubante, e prese il libro dalle mani di Francesco. Nel momento in cui le sue dita sfiorarono la copertina, una notifica apparve davanti ai suoi occhi, segnalando l'inizio dell'apprendimento. Rimase immobile per un attimo, concentrato, mentre le informazioni sull'arte marziale cominciavano a fluire nella sua mente.
Francesco incrociò le braccia, soddisfatto. «Ecco, vedi? Era proprio quello che ci voleva.»
Vuoi apprendere [Arte Marziale: Passo Del Maestro Goblin]? Tempo di apprendimento: 168 ore. Si/No
D. : '' Direi di si ''
L'abilità [allenamento] si è attivata! Il tempo di apprendimento è diminuito dell'80%! Tempo di apprendimento: 34 ore!
D. osservò con aria pensierosa, poi commentò: «È sbilanciato! Avrei dovuto metterci 168 ore...»
Francesco lo guardò, incuriosito. «E invece?»
D. fece una smorfia. «Soltanto 34...»
Francesco sorrise, soddisfatto. «Perfetto! Peccato non lo avremo pronto per domani, ma fa nulla. Bene ragazzi, domani alle 07:00 partiremo. Fatevi trovare alle scale... Michele...» Si girò verso di lui con un'occhiata severa. «Mi raccomando, svegliati da solo questa volta!»
Michele abbassò lo sguardo, lamentandosi: «...Uffa.»
Il gruppo scoppiò a ridere, e la giornata passò velocemente tra preparativi e battute. Quando calò la notte, tutti si addormentarono, tranne Skroll, che, come sempre, non poteva dormire. Rimase nell'ombra di Francesco, silenzioso e vigile, in attesa dell'alba.
[Giorno: 8 | Mese: Ottobre | Anno 3005] [Scuola Superiore Vittorio Em.]
Erano circa le 03:00 del mattino, e un silenzio pesante avvolgeva la stanza dove tutti dormivano profondamente. A un certo punto, la porta della stanza dei ragazzi si aprì lentamente, con un cigolio appena percettibile. Skroll, il piccolo scheletro di goblin evocato da Francesco, con il fuocherello blu che danzava nelle sue orbite vuote e le piccole corna che si stagliavano nell'oscurità, si accorse immediatamente del movimento. Le fiamme blu nelle sue cavità oculari si intensificarono, segno di allarme, mentre si appiattiva nell'ombra, osservando attentamente l'ingresso.
Pochi istanti dopo, entrarono due ragazze: erano le ragazze punite, per l'esattezza le prime due che avevano parlato durante l'assemblea. La prima, Claudia, avanzava con passo deciso, un coltellino stretto saldamente nella mano, la lama che luccicava debolmente alla luce fioca della luna. Dietro di lei, Giulia la seguiva a malincuore, il volto contratto dall'ansia, gli occhi che si muovevano nervosamente in ogni direzione. Skroll, pur allarmato, rimase nascosto, rispettando l'ordine impartitogli da Francesco di non attaccare mai gli umani. Tuttavia, le sue piccole dita ossute si contrassero, pronte a intervenire se necessario.
Le due ragazze si avvicinarono a Francesco, che dormiva ignaro, e le loro voci si levarono in un sussurro carico di tensione.
Giulia, la ragazza disarmata, mormorò: «Claudia, non è una buona idea, finirà malissimo... e soprattutto, vuoi davvero uccidere un umano?» La sua voce era un misto di paura e disperazione, le mani che si torcevano nervosamente.
Claudia le lanciò un'occhiata gelida, i suoi occhi pieni di odio e determinazione. «Fai silenzio, Giulia! Quello stronzo la pagherà per ciò che mi ha fatto. Come si è permesso di umiliarmi in quel modo? Vedremo se avrà ancora il coraggio di fare il gradasso con un coltello piantato nella schiena!» Ridacchiò, un suono stridulo e inquietante, mentre fissava Francesco con uno sguardo carico di malizia, la lama del coltellino che tremava leggermente nella sua mano.
Giulia scosse la testa, il panico che le serrava la gola. «Io... io non voglio avere niente a che fare con questa follia! Non voglio uccidere nessuno, Claudia, e non voglio rischiare di rovinarmi la vita per una tua vendetta!» La sua voce era un filo di suono, mentre si guardava intorno con ansia, come se temesse di essere già scoperta. Senza aggiungere altro, si girò di scatto verso la porta. «Me ne vado, non posso restare qui!»
Claudia la fissò con disprezzo, un sorriso crudele che le deformava il volto. «Fifona! Patetica! Non mi serviva certo l'aiuto di una codarda come te. Vai pure a nasconderti, tanto so fare tutto da sola. E ricordati, se solo provi a parlare con qualcuno di questo, farai una fine anche peggiore della sua!» La sua voce era tagliente, carica di un odio viscerale, mentre Giulia spariva nel corridoio, lasciandola sola con Francesco ancora addormentato.
Intanto, Skroll, consapevole di non poter agire direttamente, si teletrasportò attraverso le ombre, emergendo accanto a Daniela. La toccò leggermente con una mano scheletrica, svegliandola di soprassalto. Il fuoco blu nelle sue orbite pulsava con urgenza, e con un gesto rapido, le indicò di seguirlo. Daniela, ancora intorpidita dal sonno, capì immediatamente che qualcosa non andava e si alzò in fretta, seguendo il goblin scheletrico.
I due raggiunsero la stanza dei ragazzi in pochi secondi. Skroll si fermò sulla soglia, il suo scheletro minuscolo quasi invisibile nel buio, mentre Daniela entrava di soppiatto. La scena che si presentò ai suoi occhi la gelò: Claudia era chinata su Francesco, il coltellino sollevato, pronta a colpire. Senza esitare, Daniela si lanciò in avanti, afferrando Claudia per il braccio con una presa ferma. «Basta, Claudia!» gridò, la voce carica di rabbia e incredulità.
Il rumore dello scontro svegliò istantaneamente tutto il gruppo. Francesco si alzò di scatto, gli occhi sbarrati. «Che succede?!» urlò, confuso e ancora mezzo addormentato.
Daniela, tenendo Claudia ferma, rispose: «Ha provato ad accoltellarti!» Ma non fece in tempo a dire altro. Claudia, con uno scatto improvviso, conficcò il coltellino nella spalla di Daniela, facendola urlare di dolore. Il sangue iniziò a sgorgare copiosamente, costringendo Daniela a mollare la presa e cadere in ginocchio.
Claudia si raddrizzò, il coltellino ancora in mano, il volto distorto da un'espressione di trionfo malvagio. «Avete voluto mettervi in mezzo? Bene, allora pagherete tutti!» sibilò, la voce carica di un odio che sembrava bruciare più delle fiamme blu di Skroll.
Francesco: «Daniela!»
Il suo grido riempì la stanza, carico di preoccupazione e rabbia. Corse verso di lei, ignorando completamente Claudia per un attimo. Con un movimento rapido e deciso, afferrò Claudia e la scagliò con tutta la sua forza dall'altro lato della stanza. La ragazza volò in aria, sbattendo contro i materassi d'allenamento appoggiati al muro con un tonfo sordo. Francesco non le diede nemmeno un'occhiata, concentrandosi solo su Daniela, che stringeva la spalla ferita, il sangue che scorreva tra le sue dita.
Si inginocchiò accanto a lei, il volto contratto dall'ansia. «Riesci a curarti?» chiese, la voce tremante ma piena di premura. Le sue mani si muovevano nervosamente, come se volesse aiutarla ma non sapesse come senza farle male.
Daniela, pallida e sofferente, annuì debolmente. «Fa male... ma dovrei riuscire... scusa, sono inutile...» mormorò, gli occhi lucidi per il dolore e la frustrazione.
Francesco le accarezzò delicatamente i capelli, il suo sguardo si addolcì per un istante. «Sei stata fantastica, Daniela. Non avresti potuto fare di più. Adesso ci penso io, tu riposati.» La sua voce era calma, rassicurante, ma sotto quella tranquillità si nascondeva una tempesta di rabbia pronta a esplodere. Si voltò verso Luigi, che si era avvicinato, e gli passò Daniela con cura. «Stai con lei, per favore.»
Poi, si alzò lentamente, e il suo sguardo si trasformò. Ogni traccia di dolcezza svanì, sostituita da un'espressione gelida, quasi disumana. Si girò verso Claudia, che si stava rialzando faticosamente, e i suoi occhi brillarono di una furia incontrollabile.
«Adesso hai superato il limite» disse, la voce bassa e carica di una minaccia che fece rabbrividire chiunque la sentisse. Con uno scatto fulmineo, fu di fronte a Claudia, la sua presenza dominante che la sovrastava completamente.
Claudia, nonostante la paura che le serrava il cuore, cercò di mantenere la faccia tosta. «Idiota! Non puoi farmi nulla! Io sono mille volte più importante di te!» gridò, ma la sua voce tremava, tradendo la sua insicurezza.
Francesco la fissò per un attimo, poi scoppiò in una risata fredda, quasi maniacale. «Ah, sì? Ti farò rimpiangere di non aver ricevuto una punizione da me, allora.» Afferrò Claudia per il collo con una presa salda, sollevandola da terra come se fosse un fuscello. La ragazza cominciò a dibattersi, tirando calci e pugni, ma Francesco, con la sua vitalità a 8, non sentiva nulla. La sua espressione era impassibile, come se stesse maneggiando un oggetto insignificante.
«Facciamoci un giretto, magari troviamo qualche amichetto per te» disse con un sorriso perfido, la voce carica di una malvagia soddisfazione. Claudia, ora terrorizzata, continuava a scalciare, ma era chiaro che non poteva fare nulla per liberarsi.
Francesco la portò al primo piano, camminando con passo deciso, come se stesse portando a termine una missione. Quando vide un gruppo di tre goblin che si aggiravano nei paraggi, il suo sorriso si allargò. «Oh, guarda, avete lo stesso carattere! Anche loro sono degli idioti che provano ad andare contro di me. Perché non farci amicizia?»
Dopo aver pronunciato quelle parole, lanciò Claudia verso i goblin con un movimento quasi disinvolto. I goblin, confusi, esitarono a muoversi, sentendo l'aura di morte che circondava Francesco. Claudia, caduta a terra, si rialzò in fretta e iniziò a scappare, gridando aiuto disperatamente.
Francesco incrociò le braccia, osservando la scena con un'espressione sadica. «Che fate, piccoli amici? È un regalo per voi!» I goblin, ancora incerti, rimasero immobili, terrorizzati dalla presenza di Francesco. La sua pazienza si esaurì in un istante. «INSEGUITELA, GOBLIN COGLIONI!» urlò, rilasciando la sua aura in modo esplicito. Era un'onda di puro intento omicida, un'energia che solo i mostri potevano percepire, ma che era così intensa da far rabbrividire anche l'aria intorno a lui.
I goblin, spaventati a morte, si misero a correre dietro a Claudia, obbedendo all'ordine non detto di Francesco. Le urla strazianti della ragazza risuonarono presto nel corridoio, echi di terrore che raggiunsero persino il sotterraneo.
Francesco rimase lì per un momento, ascoltando quelle urla con un sorriso malefico stampato sul volto. Poi, con calma, tornò nel sotterraneo, dove il resto del gruppo lo attendeva in silenzio, alcuni chiaramente spaventati dalla sua freddezza.
Si avvicinò alle restanti ragazze punite, il suo sguardo ancora carico di una furia contenuta. «Spero che abbiate capito la lezione» disse, la voce bassa ma piena di una minaccia che non lasciava spazio a dubbi. «Chiunque provi a fare del male ai miei amici, pagherà. E Claudia è solo l'inizio.»
Francesco si girò lentamente verso le restanti ragazze punite, il suo sguardo era quello di un predatore che aveva appena individuato la sua prossima preda. «Adesso a chi tocca? Chi vuole morire per prima?» La sua voce era un sibilo carico di rabbia, ogni parola sembrava tagliare l'aria come una lama. Le ragazze indietreggiarono, terrorizzate, alcune già in lacrime.
In quel momento, Skroll, il piccolo scheletro di goblin, si fece avanti. Il fuocherello blu nelle sue orbite pulsava con insistenza, come se stesse cercando di comunicare qualcosa di urgente. Si mise tra Francesco e le ragazze, agitando le braccia scheletriche in segno di fermo.
Francesco lo fissò, le sopracciglia aggrottate. «Skroll... spostati. A meno che tu non abbia una buona ragione!» La sua voce era gelida, ma Skroll non si mosse, continuando a gesticolare verso le ragazze e poi verso Daniela, come per spiegare qualcosa.
Daniela, intanto, arrivò faticosamente, la spalla fasciata e il respiro affannoso. «Francesco, aspetta... Skroll è venuto da me, probabilmente per l'ordine che gli hai dato. Le altre ragazze erano contrarie! Non volevano partecipare.» La sua voce era debole, ma piena di determinazione.
Francesco si voltò verso di lei, i suoi occhi ancora carichi di rabbia, ma ora c'era anche un'ombra di confusione. «E perché non l'avete fermata?!» urlò, la voce che rimbombò nella stanza. Il suo sguardo cadde di nuovo sulla ferita di Daniela, e la sua ira sembrò raddoppiare. «Guardate cosa è successo! Avreste potuto fare qualcosa!»
Giulia, una delle ragazze, si fece avanti, tremante. «Scusa... Ci minacciava con il coltellino... avevamo paura.» La sua voce era un filo di suono, gli occhi bassi, incapaci di sostenere lo sguardo furioso di Francesco.
Daniela intervenne di nuovo, posando una mano sul braccio di Francesco. «Per ora lasciale perdere, stanno probabilmente dicendo la verità. Non è colpa loro.»
Simon, che era rimasto in disparte, si avvicinò. «Fra, calmati. Vieni con me e gli altri, ti serve un momento per riprenderti.» La sua voce era calma, rassicurante, ma Francesco sembrava ancora in bilico tra la rabbia e il desiderio di ascoltare i suoi amici.
Alla fine, Francesco annuì, ma prima di girarsi, lanciò un'occhiata terrificante alle restanti ragazze. «La prossima volta sarà anche peggio» sussurrò, la voce così bassa che sembrava un ringhio. «Chi osa toccare ciò che mi è caro... soffrirà le pene dell'inferno.»
Le ragazze si irrigidirono, il terrore che le paralizzava. Tre di loro crollarono a terra, svenute per l'intenso intento omicida che emanava da Francesco. L'ultima rimase in piedi, ma tremava come una foglia, incapace di muoversi o parlare.
Francesco si avvicinò a Daniela, e il suo sguardo cambiò drasticamente. Dall'essere una tigre assetata di sangue, ora sembrava un gattino addolorato. «Sicura di stare bene?... Posso fare qualcosa per te? Vado a cercare un kit medico in infermeria, torno subito!» La sua voce era piena di premura, quasi disperata, come se volesse riparare a ogni costo il male che era successo.
Prima che qualcuno potesse fermarlo, Francesco era già sparito dal sotterraneo, seguito da Skroll che si teletrasportava tra le ombre per stargli dietro.
Daniela sospirò, scuotendo la testa. «Idiota... ho la magia curativa...» mormorò, un sorriso stanco che le sfiorò le labbra. Nonostante il dolore, non poteva fare a meno di sentirsi toccata dalla sua preoccupazione.
Simon: «È giusto che un principe si preoccupi della sua principessa!»
Daniela guardò male Simon, e Luigi gli diede uno schiaffo alla nuca.
Luigi: «Non è il momento, Simon...» disse, puntando verso tutte le persone traumatizzate dall'atto di Francesco.
Luigi alzò la voce, il suo tono deciso e autoritario che risuonò nella stanza. «Tutti ascoltatemi!»
Si fece un silenzio improvviso, tutti gli occhi si rivolsero verso di lui.
«Ciò che è successo oggi spero non ricapiti mai più. Questo è quello che succede se provate a fare del male a qualcuno in questo mondo. Le leggi non esistono più. Nulla può proteggervi, tranne i vostri amici!» La sua voce era carica di gravità, ogni parola sembrava martellare nella mente di chi ascoltava.
«Siate tutti amici. Andate il più d'accordo possibile! In questo momento, vi è bisogno di collaborazione. Se qualcuno proverà a distruggerla... subirà delle punizioni che varieranno in base alla gravità.» Fece una pausa, lasciando che le sue parole risuonassero. «In questo caso, Claudia ha provato ad assassinare Francesco, arrivando a ferire Daniela e fallendo nel suo obiettivo. Se Francesco l'avesse lasciata impunita, sarebbe potuto riaccadere. Io sono totalmente dalla parte del nostro Capo. Atti del genere non possono essere considerati umani.»
Tutti annuirono, comprendendo il motivo delle azioni di Francesco, che includevano non solo la sicurezza dei suoi amici, ma anche quella delle altre persone.
Luigi concluse il suo discorso con un tono più calmo, ma ancora fermo. «Tornate tutti a dormire. Francesco tornerà a breve, tranquilli.»
Tutti si dispersero e tornarono a dormire, anche se la maggior parte non ci riuscì, ancora scossa dalla paura instillata dall'intento omicida di Francesco.
Daniela si avvicinò a Luigi, decidendo di rimanere. «Luigi, io rimango qui ad aspettare Francesco. È colpa mia se è uscito a quest'ora...» disse, il tono carico di preoccupazione.
Luigi le posò una mano sulla spalla, cercando di rassicurarla. «Tranquilla, Daniela. Francesco è letteralmente la persona più potente qui dentro. Insieme a Skroll, poi... non c'è alcun essere che possa batterlo al momento.»
Daniela sorrise, anche se il suo sguardo era ancora pensieroso. «Rimarrò comunque qui. Grazie per aver provato a farmi stare meglio.»
Luigi annuì, rispettando la sua decisione.
Simon, sempre pronto a rompere il ghiaccio, si avvicinò con un sorriso malizioso. «Avremmo voluto aspettare anche noi, ma come potremmo togliere i riflettori dalla principessa?»
Tutti scoppiarono a ridere, mentre Daniela, arrossendo per l'imbarazzo, gli diede un colpetto sul braccio. «Basta, Simon!»
D., che era rimasto in disparte, si avvicinò con un sorriso tranquillo. «Bene, buonanotte a tutti allora! Di' a Francesco che, qualsiasi cosa sia, può parlarne anche con noi.»
Daniela annuì, il suo sorriso diventando più sereno. «Nessun problema! Notte.»
Tutti andarono a dormire, mentre Daniela si sedette sulle scale, aspettando Francesco. Il silenzio del sotterraneo era rotto solo dal leggero scricchiolio delle assi di legno sotto di lei e dal suono del vento che filtrava dalle finestre. Dopo circa dieci minuti, Francesco tornò, trovando Daniela seduta ad aspettarlo.
«Ho trovato un disinfettante, bende pulite e una crema che aiuta a chiudere le ferite! Usale pure!» disse Francesco, agitando il kit medico con un sorriso timido, come se volesse nascondere la preoccupazione che ancora gli brillava negli occhi.
Daniela si mise a ridere, il suono leggero e melodioso che risuonò nell'aria. «Siediti, scemo. Dovrei spogliarmi qui per metterle?» lo prese in giro, guardandolo con un'espressione divertita.
Francesco arrossì visibilmente, distogliendo lo sguardo. «Eh... no, ehm... intendevo...» balbettò, incapace di trovare le parole giuste.
Daniela, ancora sorridente, gli fece spazio accanto a sé. «Tranquillo, ho capito cosa intendevi. Su, siediti un po' qui...» gli disse, la voce dolce e rassicurante.
Francesco obbedì, sedendosi accanto a lei con un po' di imbarazzo. «Va bene...» mormorò, guardando le sue mani come se fossero improvvisamente diventate interessantissime.
Daniela lo osservò per un momento, poi sorrise. «Grazie...» disse, la voce quasi un sussurro.
Francesco scosse la testa, gli occhi pieni di rimorso. «E di che? Ti sei fatta male per colpa mia...»
Daniela gli accarezzò delicatamente la testa, i suoi capelli scuri che si muovevano sotto le sue dita. «Non è stata colpa tua!» lo rimproverò dolcemente. «Stai facendo del tuo meglio per gestire tutte queste persone, eppure continui a preoccuparti per me. La ferita... sono contenta di averla ricevuta. Altrimenti sarebbe stata nella tua schiena...»
Francesco abbassò lo sguardo, imbarazzato dalle sue parole e dalle carezze. «Avrei preferito così...» mormorò, la voce quasi impercettibile.
Daniela lo guardò con affetto, il suo sorriso diventando più tenero. «Non essere infantile, su! Non sono mica una bambina che non sa proteggersi. E soprattutto... se tu proteggi tutti, chi protegge te?»
Francesco rimase in silenzio per un momento, come se stesse riflettendo sulle sue parole. «Non serve... sono abituato a gestire tutto da solo. Anche l'amicizia con i ragazzi... è una cosa nuova per me...» confessò, la voce carica di una vulnerabilità che raramente mostrava.
Daniela lo guardò con curiosità, i suoi occhi pieni di comprensione. «Non li conoscevi da prima?» chiese, cercando di capire meglio.
Francesco sospirò, annuendo lentamente. «Gianluca e Simon erano miei compagni di classe... ma non ho mai avuto un gran dialogo con la classe. Cercavo di evitare le persone il più possibile...»
Daniela lo osservò con attenzione, notando il dolore che attraversava il suo sguardo. «Come mai? C'è un motivo?» chiese, la voce dolce e incoraggiante.
Francesco sospirò di nuovo, come se stesse decidendo se aprirsi o meno. Alla fine, annuì. «Quando avevo 13 anni... avevo un amico che consideravo un fratello. Siamo cresciuti insieme, ma a un certo punto... iniziò ad allontanarsi, avvicinandosi sempre di più ai bulli della mia vecchia classe. Inizialmente, anche se triste, non ci detti molto peso. Ma cominciarono a darmi fastidio, prendendomi in giro su cose che soltanto lui poteva sapere... finché non arrivò il giorno in cui venni espulso.»
Daniela lo guardò con occhi pieni di compassione. «Espulso? Non mi sembri il tipo da combinare guai così grossi...» disse, la voce carica di incredulità e preoccupazione.
Francesco sospirò, guardando le sue mani come se stessero ricordando qualcosa di doloroso. «Esattamente... forse... quel giorno mia madre mi accompagnò a scuola, dato che sarebbe dovuta andare in ospedale per dei problemi al cuore. Ovviamente quei bulletti lo videro e iniziarono a prendermi in giro. Fortunatamente, non mi è mai importato molto di quello che dicevano...»
Daniela lo guardò con occhi pieni di rabbia repressa. «Maledetti... però non capisco... perché l'espulsione?» chiese, la voce carica di confusione e indignazione.
Francesco chiuse gli occhi per un momento, come se stesse rivivendo quel giorno. «Ad un certo punto, durante la ricreazione, mi accerchiarono e iniziarono a colpirmi. Inizialmente, mi difesi e basta per evitare, ma il più grande di loro insultò mia madre, augurandole la morte...» La sua voce si incrinò, e Daniela notò come le sue mani si stringessero a pugno. «In quel momento, non ci ho visto più e...»
Daniela gli posò una mano sul braccio, il suo tocco delicato e rassicurante. «Tranquillo, Fra. Parla pure...» lo incoraggiò, la voce dolce ma ferma.
Francesco annuì, continuando con uno sguardo perso nel vuoto. «Reagii... mi liberai dalla presa degli altri e iniziai a colpirli, utilizzando persino una sedia. Mandai tre di quei ragazzi all'ospedale. Quando venni convocato dal preside, il mio ex amico era già lì... aveva detto che ero impazzito e che i bulletti non avevano fatto assolutamente nulla.»
Daniela serrò i denti, gli occhi che brillavano di rabbia. «Bastardo...» mormorò, la voce piena di disprezzo.
Francesco scosse la testa, un sorriso amaro che gli sfiorò le labbra. «Io cercai aiuto dai compagni presenti quel giorno... ma tutti dicevano la stessa versione di quel bastardo. E quindi venni espulso e costretto a pagare per i danni a quei bulletti. Da quel giorno, decisi di evitare le persone, per paura di essere tradito nuovamente...»
Daniela non riuscì a trattenere le lacrime. Senza dire una parola, lo abbracciò forte, sentendo il suo corpo irrigidirsi per l'imbarazzo. «Adesso hai persone che ti ammirano e che ti vogliono veramente bene...» sussurrò, la voce rotta dall'emozione.
Francesco rimase immobile per un attimo, poi si rilassò lentamente, restituendo l'abbraccio con timidezza. «L-lo spero...» mormorò, la voce tremante.
Dopo qualche secondo, Francesco si scostò leggermente, guardandola con un sorriso timido. «Daniela... credo dovresti riposare adesso. Grazie per essere rimasta a parlare con me.»
Daniela annuì, asciugandosi le lacrime con il dorso della mano. «Va bene... ma promettimi che quando ti senti giù, verrai a parlarne con me... e con gli altri!» aggiunse, arrossendo leggermente per l'imbarazzo.
Entrambi scoppiarono a ridere, un suono leggero che spezzò la tensione. Si salutarono con un sorriso, procedendo verso le loro stanze. Skroll, intanto, era appiccicato come una cozza alla gamba di Francesco, il fuocherello blu nelle sue orbite che pulsava con insistenza, come se temesse di aver deluso il suo padrone.
Francesco si fermò, guardando il piccolo scheletro di goblin con un'espressione tenera. «Tranquillo, Skroll, non sono arrabbiato con te. Sei stato bravo. La prossima volta, hai il permesso di fermare qualsiasi persona che provi a fare una roba del genere... senza ucciderla, se possibile, però!» Dopo averlo detto, accarezzò la testa di Skroll, il gesto pieno di gratitudine e affetto.
Francesco e Skroll si misero nel loro angolo, aspettando l'orario pattuito con i membri del gruppo. Durante l'attesa, Francesco decise di allenarsi. Ormai, probabilmente per l'aumento delle statistiche, non faceva più fatica con gli allenamenti di D., quindi provò a farne almeno la stessa quantità prima della notifica dell'allenamento. Ogni movimento era fluido, ogni sforzo sembrava quasi naturale, come se il suo corpo stesse diventando sempre più forte, sempre più resistente.
Si fecero le 05:00, e come al solito, D. si alzò per allenarsi. Appena uscì dalla sua stanza, notò Francesco già intento ad allenarsi con un'intensità insolita. I suoi movimenti erano rapidi e precisi, il sudore che gli scorreva lungo il viso nonostante il freddo del mattino.
D. si avvicinò, incrociando le braccia e osservandolo con un'espressione curiosa. «Fra! Come procede l'allenamento? Non dovresti aspettare la notifica?» chiese, la voce carica di un misto di preoccupazione e ammirazione.
Francesco si fermò un attimo, asciugandosi la fronte con il braccio. «Ormai non mi affatica più soltanto quello, purtroppo» rispose, il tono leggermente frustrato.
D. annuì, riflettendo per un momento. «Mhmm... credo di poter aumentare l'intensità con la mia abilità. Potrebbe essere utile.»
Francesco scosse la testa, sorridendo debolmente. «Pensaci domani. Oggi ho già fatto l'allenamento, e tra un po' arriverà la notifica per continuare.»
D. annuì di nuovo, ma notò subito che Francesco era più freddo del solito, il suo sguardo distante e pensieroso. Si preoccupò, avvicinandosi un po' di più. «Fra... sicuro che vada tutto bene?» chiese, la voce più morbida, quasi cauta.
Francesco sospirò, guardando lontano per un momento. «Beh... se tralasciamo che ho dovuto far morire una studentessa... non troppo male.»
D. lo guardò con occhi pieni di comprensione, ma anche di fermezza. «Lo sai che non è stata propriamente colpa tua, vero? Lei voleva ucciderti... ha anche ferito Daniela. Hai fatto bene, seppur il metodo possa sembrare... orrido.»
Francesco annuì lentamente, ma il suo sguardo rimase cupo. «Lo so... ma ho comunque ucciso una persona. Anche se non con le mie mani. La cosa che mi spaventa, però, è un'altra...»
D. lo fissò, incuriosito e preoccupato allo stesso tempo. «Cosa potrebbe spaventare il nostro Mr. Sfortuna?» chiese, cercando di alleggerire il tono con una battuta.
Francesco non rispose subito. Invece, estrasse il diario del saggio e lo aprì, mostrandolo a D. «Guarda tu stesso...» disse, la voce bassa e carica di tensione.
D. prese il diario, e ciò che vide lo lasciò senzaparole. Una pagina conteneva un'immagine di Claudia, insieme al suo status. Maquello che lo scioccò davvero era il messaggio in fondo alla pagina, scritto inun carattere sottile e inquietante:
Congratulazioni, Hai sconfitto il player [Claudia] è possibile rievocarla come suddito, vuoi procedere all'evocazione? Si/No
D. rimase in silenzio per un momento, fissando il diario con un'espressione pensierosa. «...Adesso capisco cosa intendi» disse finalmente, la voce carica di preoccupazione.
Francesco chiuse il diario, guardando D. con occhi pieni di dubbi. «Questo diario è più macabro di quel che pensavo... secondo te, cosa intende con suddito?»
D. si grattò il mento, riflettendo. «Probabilmente qualcosa come Skroll? Ma... vuoi davvero farlo? È un umano, dopo tutto...»
Francesco scosse la testa con decisione. «Di certo non evocherò lei. Pensa se le rimanesse il rancore per averla uccisa...»
D. annuì, ma il suo sguardo era ancora preoccupato. «Sembra come se ti stesse indirizzando in una via ben precisa, non so se stai notando...»
Francesco lo guardò, incuriosito. «Cosa intendi?»
D. prese un respiro profondo, come se stesse preparandosi a spiegare qualcosa di complesso. «Non per vantarmi... ma sono un grande appassionato di storie religiose. Sai chi è Salomone, citato nella tua abilità?»
Francesco alzò un sopracciglio, confuso. «Assolutamente... no» ammise, scrollando le spalle.
D. sorrise, quasi divertito dalla sua ignoranza. «Bene, ti faccio un piccolo riassunto. Si dice fosse il terzo re d'Israele. Egli ricevette in dono da Dio la sapienza, e... non ricordo benissimo perché, ma ricevette un anello dall'arcangelo Michele, che gli permetteva di comandare i demoni. Con il loro aiuto, costruì il suo tempio.»
Francesco lo fissò, gli occhi che si allargavano man mano che la storia procedeva. «Frena... frena. E cosa c'entra con la direzione di cui parlavi prima?» chiese, ancora confuso.
D. puntò un dito verso Skroll, che stava accovacciato in un angolo, il fuocherello blu nelle orbite che pulsava debolmente. «Pensaci bene» disse, con un tono quasi teatrale.
Francesco seguì il suo sguardo, poi tornò a guardare D., i pezzi che iniziavano a combaciare nella sua mente. «Stai dicendo che ho il suo stesso potere? E che io posso controllare i demoni?»
D. annuì, un sorriso soddisfatto che gli si stampò sul volto. «Spiegherebbe la tua situazione a pennello. Sai sempre cosa fare, evochi dei morti... direi che è tutto nella lista.»
Francesco si passò una mano tra i capelli, cercando di assimilare l'informazione. «Effettivamente... ma perché dovrei aver io questa abilità?»
D. scosse la testa, il sorriso che svanì. «Bella domanda. Non saprei come risponderti...»
Francesco sospirò, frustrato. «Uff, inutile pensarci ora. Finiamo di allenarci e aspettiamo gli altri.»
D. ridacchiò, cercando di alleggerire il tono. «D'accordo, Antico Re dei Morti!»
Francesco gli lanciò un'occhiata stizzita, ma non poté fare a meno di sorridere. «Babbeo» borbottò, tornando ai suoi esercizi.
I due continuarono ad allenarsi, finché tutti gli altri non si svegliarono. Stranamente, c'era qualcuno in più all'appello davanti alle scale. Francesco notò subito la sua presenza e, incuriosito, si avvicinò per domandare cosa stesse facendo.
Francesco si avvicinò al gruppo con un sorriso, salutando tutti. «Buongiorno, ragazzi! Ehm... tu cosa fai qui invece?» chiese, rivolgendosi a Daniela con un'espressione leggermente confusa.
Daniela incrociò le braccia, guardandolo con un'espressione divertita. «Hey!! Sembra che la mia presenza ti dia fastidio, eh!» lo prese in giro, un sorriso malizioso che le illuminava il volto.
Francesco arrossì leggermente, balbettando. «N-No... intendev-»
Daniela lo interruppe, ridendo. «Lo so, scemo... voglio venire con voi.»
Francesco la guardò con preoccupazione, scuotendo la testa. «È troppo pericoloso... è meglio se rimani qui.»
Daniela lo fissò con determinazione, i suoi occhi pieni di fermezza. «Non sono una bambina! Voglio esservi d'aiuto anche io. Non voglio vedervi feriti senza aver potuto fare nulla... come sempre.»
Simon, sempre pronto a intervenire, si fece avanti con un sorriso smagliante. «Dai, su, che sarà mai! Portiamola con noi, cosa potrebbe mai andare storto?»
Michele, che stava sistemandosi la felpa, aggiunse: «D'altronde ci siete tu e Simon, no? Cosa potrebbe mai colpirci?»
Gianluca lo guardò con un'espressione sarcastica. «Ti ricordo che ci sei anche tu a combattere con loro...»
Michele si bloccò, come se avesse appena realizzato qualcosa. «...Ops, quasi dimenticavo quella faccenda con il-»
Prima che potesse finire la frase, D. lo afferrò per il cappuccio della felpa, trascinandolo di nuovo al suo posto con un'espressione esasperata. «Basta, Michele.»
Francesco sospirò, ignorando la scena. «...Tralasciando il fifone... Daniela, sei sicura?»
Daniela annuì con entusiasmo, i suoi occhi che brillavano di determinazione. «Sì!»
Francesco la guardò per un momento, poi cedette, scrollando le spalle. «...Va bene, però dovrai starmi incollata, ok?»
Daniela sorrise, felice. «Evvai! Grazie, ragazzi!»
Simon non perse l'occasione per fare una battuta. «Un passo avanti verso la coppietta felice!»
Francesco si precipitò a dargli un colpo sulla testa pelata, mentre tutti scoppiavano a ridere. «Basta, Simon!» disse, cercando di nascondere il rossore che gli saliva alle guance.
Una volta che le risate si placarono, Francesco si rivolse al gruppo con un tono più serio. «Bene, mi raccomando: nel caso la cosa si faccia pericolosa, voglio che scappiate verso la barriera.»
Tutti annuirono, pronti a seguire le sue indicazioni. Con un ultimo sguardo di controllo, Francesco si voltò verso le scale. «Andiamo.»
Il gruppo si accinse a salire le scale, l'atmosfera carica di un misto di eccitazione e tensione. Daniela rimase vicina a Francesco, come promesso, mentre Skroll li seguiva da dietro, il fuocherello blu nelle orbite che pulsava con insistenza.
I ragazzi arrivarono al piano terra e finirono di sgomberarlo con molta velocità, abbattendo i restanti 35 goblin e 4 Hobgoblin. Una volta ripulito il piano, bloccarono subito le entrate per evitare l'arrivo di nuovi mostri. Con un ultimo sguardo di controllo, tornarono alle scale per salire ai piani superiori e separarsi. Gianluca e D. andarono al primo piano, mentre il resto del gruppo salì al secondo.
Arrivati al secondo piano, la situazione sembrava quasi fin troppo tranquilla. L'atmosfera era opprimente, il silenzio rotto solo dal vento che filtrava dalle finestre rotte. I muri erano macchiati di sangue, e i corridoi erano disseminati di cadaveri, alcuni appoggiati contro le pareti, altri riversi a terra in pozze di sangue ormai secco.
Il secondo piano era composto da sei stanze, ognuna con un'aria sinistra e desolata:
L'aula: La porta era semiaperta, rivelando un interno devastato. Banchi rovesciati e libri sparsi ovunque.
La sala professori: La porta era socchiusa, e dall'interno proveniva un odore nauseabondo.
L'ufficio del preside: La porta era chiusa, ma il vetro opaco era scheggiato, come se qualcuno avesse cercato di sfondarlo.
I bagni dei professori: La porta era aperta, e dall'interno provenivano rumori di masticazione e grugniti.
La stanza vuota: La porta era socchiusa, e all'interno regnava un silenzio inquietante.
Il magazzino delle scartoffie: La porta era chiusa a chiave, ma il lucchetto era stato strappato via, lasciando solo i cardini rotti.
I ragazzi, con cautela, si avvicinarono ai bagni dei professori, la stanza più vicina alle scale. La porta era aperta, e all'interno trovarono 7 goblin e 2 Hobgoblin intenti a cibarsi di quello che sembrava essere il cadavere di un custode. Il sangue fresco colava dalle loro mascelle, e l'odore metallico era quasi insopportabile.
Francesco si voltò verso Skroll, il piccolo scheletro di goblin che lo guardava con il fuocherello blu che pulsava nelle orbite. «Skroll, rimani vicino a Daniela e proteggila. Voi due invece, preparatevi ad entrare. Michele, dovrai assassinarli con la tua abilità d'invisibilità. Anche se possono avvertirti, saranno troppo occupati da noi per pensare a un possibile attacco da te.»
Michele annuì, diventando invisibile all'istante. «Va bene» disse, la sua voce che sembrava provenire dal nulla.
Francesco si girò verso Simon, un sorriso fiducioso sul volto. «Simon, preferisci i goblin o gli Hobgoblin?»
Simon fece una smorfia, guardando i goblin che si accalcavano nella stanza. «Direi gli Hobgoblin. Sette goblin sono un po' troppi.»
Francesco annuì, stringendo la sua arma. «Va bene, a loro ci penso io. Entriamo!»
I ragazzi entrarono nella stanza dei bagni, l'odore nauseabondo di sangue e decomposizione che li avvolgeva. Michele, invisibile, sfruttò l'occasione per muoversi silenziosamente alle spalle dei nemici. Con un movimento rapido e preciso, pugnalò uno dei due Hobgoblin, la lama che affondò nella sua schiena. L'Hobgoblin cadde a terra con un grugnito soffocato, mentre Michele si allontanò rapidamente, scomparendo di nuovo nell'ombra, in attesa della prossima preda.
Simon, nel frattempo, aveva caricato l'altro Hobgoblin. Con un urlo di battaglia, sollevò lo scudo che aveva ricevuto la sera prima e lo scagliò con tutta la sua forza contro la testa del mostro. Il colpo fu devastante: l'Hobgoblin crollò a terra, il cranio fracassato, mentre Simon si preparava già per il prossimo attacco.
Francesco, intanto, si era lanciato contro i goblin. Con movimenti rapidi e precisi, ne uccise quattro nel giro di dieci secondi. La sua arma sibilava nell'aria, colpendo con una precisione letale. I goblin rimanenti cercarono di contrattaccare, ma Francesco schivò i loro colpi con agilità, il suo corpo che si muoveva come un'ombra tra i nemici.
Proprio quando sembrava che la situazione fosse sotto controllo, da uno dei bagni chiusi apparve un altro Hobgoblin. Il mostro colpì Francesco alla sprovvista, l'accetta che gli affondò nel braccio sinistro. Fortunatamente, grazie al suo alto valore di vitalità, la ferita non era profonda, ma il dolore fu comunque intenso.
Michele, vedendo Francesco in difficoltà, accorse immediatamente in aiuto. Con un balzo silenzioso, pugnalò l'Hobgoblin alla base del collo, facendolo cadere a terra con un grugnito di dolore. Simon, nel frattempo, aveva caricato due dei goblin rimanenti, lo scudo che colpiva con forza, mandandoli a schiantarsi contro il muro.
Francesco, ora rimasto contro un solo goblin, fece uno scatto in avanti. La sua arma trafisse il petto del goblin, che cadde a terra con un gemito. Con un calcio deciso, Francesco lo scagliò contro i lavandini, sfilando la propria arma dal corpo del nemico.
«Grazie ragazzi, ottimo lavoro» disse Francesco, il respiro leggermente affannato.
Daniela si avvicinò immediatamente, gli occhi pieni di preoccupazione. «Mostrami il braccio!»
Francesco cercò di minimizzare. «Non è nulla di che, conserva le energie...»
Daniela lo fissò con uno sguardo che non ammetteva repliche. «MOSTRAMI, IL, BRACCIO!» disse, la voce carica di determinazione.
Francesco arretrò leggermente, intimidito. «S-subito!»
Simon non perse l'occasione per fare una battuta. «Certo che con lei non fai molte storie, eh!»
Michele, ancora invisibile, aggiunse: «Maledetto simp...»
Francesco li guardò con un'espressione esasperata. «Giuro che un giorno di questi vi rendo degli scheletri come Skroll.»
Daniela scoppiò a ridere mentre curava Francesco, la sua magia curativa che chiudeva rapidamente la ferita. «Bene, adesso puoi continuare» disse, sorridendo al ragazzo.
Francesco annuì, tornando serio. «Su, andiamo avanti...»
I ragazzi trovarono più o meno lo stesso numero di nemici sparsi per le altre stanze, lasciando la stanza vuota e il magazzino delle scartoffie per ultimi. Ogni combattimento fu intenso, ma il gruppo lavorava in perfetta sincronia, dimostrando una forza e una coordinazione che sembravano quasi innaturali.
Francesco si fermò un attimo, guardando i suoi compagni. «Fino ad adesso, tutto gestibile... spero che i ragazzi al piano di sotto stiano bene. Tutti siete pronti a continuare?»
Simon rispose con entusiasmo, brandendo il suo scudo. «Assolutamente sì!»
Daniela annuì, il suo sguardo determinato. «Certo!»
Michele, invece, fece una smorfia. «Se proprio dobbiamo...»
Detto ciò, aprirono la porta del magazzino delle scartoffie. All'interno, trovarono ben 6 Hobgoblin, tra cui uno armato di una staffa e con una veste rossa che lo distingueva dagli altri.
Francesco lo osservò con attenzione. «Questo è nuovo... Che sia una specie di sciamano?»
Michele si strinse nelle spalle, già pronto all'azione. «Probabile. Meglio eliminarlo subito.»
Daniela lo fissò, preoccupata. «Mhm... sembra pericoloso... fate attenzione.»
Francesco annuì, rivolgendosi a Michele. «Michele, occupatene tu mentre noi pensiamo agli altri.»
Michele sorrise, l'invisibilità che lo avvolgeva all'istante. «Va bene!»
Con un balzo, Simon e Francesco irruppero nella stanza, attaccando gli Hobgoblin con una precisione letale. In pochi secondi, ne eliminarono tre, le loro armi che sibilavano nell'aria colpendo con forza e velocità.
Ma lo Hobgoblin con la staffa iniziò a pronunciare strane parole, una lingua gutturale e oscura. Una palla di fuoco si materializzò tra le sue mani, scagliata verso Francesco con un sibilo sinistro. Francesco, con un'agilità sorprendente, si nascose dietro a un altro Hobgoblin, che prese il colpo al posto suo. Il mostro urlò, le fiamme che lo avvolgevano completamente, riducendolo a un ammasso carbonizzato in pochi istanti.
Michele, nel frattempo, aveva raggiunto lo Hobgoblin sciamano. Con un movimento rapido, lo pugnalò al fianco, la lama che affondò nella carne. Lo Hobgoblin, però, non morì all'istante. Con un ruggito di rabbia, colpì Michele con la staffa, il legno che colpì il ragazzo con forza, facendolo volare via e disarmandolo.
Simon, che aveva appena sconfitto l'ultimo Hobgoblin normale, vide la scena e caricò lo sciamano. Con un urlo, colpì il mostro esattamente dove la spada di Michele era ancora conficcata, spingendola ancora più a fondo. Lo Hobgoblin sciamano emise un gemito soffocato, cadendo a terra senza vita.
Francesco si avvicinò a Michele, che si stava rialzando con un'espressione dolorante. «Michele, stai bene?»
Michele si massaggiò il fianco, facendo una smorfia. «Sì, è stata una bella botta però...»
Francesco lo guardò con un'espressione severa. «La prossima volta, punta alla gola o comunque un punto vitale.»
Michele lo fissò, sarcastico. «Hai ragione! Come ho fatto a non pensarci prima!»
Simon non perse l'occasione per prenderlo in giro. «Idiota, allora perché non lo hai fatto?»
Michele sospirò, arrendendosi. «......... ok, non ci avevo pensato... contenti?»
Daniela lo guardò con un'espressione esasperata. «Cretino...»
Francesco sorrise, cercando di riportare la calma. «Dai, su, riprendi la spada. Manca l'ultima stanza.»
I ragazzi, una volta curati e riposati, uscirono dal magazzino delle scartoffie. Ma ad aspettarli, davanti alla porta della stanza vuota, vi era una creatura che fece gelare il sangue nelle loro vene.
Era un gigante verde, alto almeno tre metri, con una folta barba incolta e sporca di sangue secco. La sua pancia era enormemente gonfia, come se avesse ingoiato interi animali, e la pelle tesa e lucida sembrava pronta a squarciarsi da un momento all'altro. Nella mano destra impugnava uno scettro gigantesco, sormontato da un teschio umano di dimensioni spropositate. Il teschio sembrava quasi sorridere, i denti scheggiati e macchiati di sangue che luccicavano alla luce fioca del corridoio.
Il gigante goblin sembrava essersi svegliato per il rumore creato dai combattimenti. I suoi occhi gialli e iniettati di sangue si muovevano lentamente, scrutando l'ambiente con un'intelligenza primitiva ma pericolosa. Quando vide i cadaveri dei goblin sparsi per terra, emise un ruggito terrificante, un suono che sembrò scuotere le pareti stesse della scuola. Il suo respiro era pesante e rumoroso, come il rombo di un motore guasto, e l'odore che emanava era nauseabondo, un misto di sudore, sangue e decomposizione.
Francesco si voltò verso i suoi compagni, il volto pallido ma determinato. «Quello è pericoloso... quanto diamine è grosso! Come dovremmo uccidere quel coso?»
Michele tremava visibilmente, il suo solito sarcasmo svanito. «Voglio tornare a casa!» disse, la voce che tradiva la paura.
Simon, invece, cercò di mantenere la calma, analizzando la situazione. «Penso che l'unico punto debole sia la testa... colpirlo in tutto quel grasso sarebbe inutile.»
Francesco lo guardò con un'espressione esasperata. «Certo... se non fosse che per arrivargli alla testa abbiamo bisogno di una scala!»
Si voltò verso Skroll, il piccolo scheletro di goblin che lo osservava con il fuocherello blu che pulsava nelle orbite. «Skroll, tu riusciresti a batterlo?»
Skroll scrollò la testa, il suo sguardo che sembrava quasi dire: "Non ci provare neanche."
Daniela si avvicinò, il suo volto preoccupato. «Come procediamo? Fra non molto arriverà qui...»
Francesco annuì, il suo sguardo che si fece serio. «Non abbiamo altra scelta... Dobbiamo affrontarlo. Daniela, tu stai il più lontano possibile.»
Daniela annuì, anche se riluttante. «Ok... Fate attenzione.»
Francesco si rivolse agli altri, il tono deciso. «Il piano è diverso. Simon, tu non devi minimamente provare a bloccare i suoi attacchi, finiresti spiaccicato contro il muro. Michele, dovrai arrivargli alle spalle e colpirgli le gambe per provare ad azzopparlo. Una volta a terra, Skroll lo infilzerà, e tu, Simon, caricherai con lo scudo nello stesso punto.»
Simon annuì, stringendo il suo scudo. «Ok!»
Il gigante goblin, nel frattempo, aveva iniziato a muoversi verso di loro, i passi che facevano tremare il pavimento. Ogni suo movimento era lento ma potente, come se ogni passo potesse schiacciare tutto ciò che gli si parava davanti. Il suo ruggito risuonò di nuovo, un suono che sembrava provenire dalle profondità dell'inferno.
Francesco uscì dalla stanza e scattò verso il gigante verde insieme a Skroll. Il gigante, con un ruggito che sembrò scuotere l'aria, sollevò il suo enorme scettro e lo scagliò verso il terreno con una forza devastante. Il colpo creò una serie di crepe nel pavimento, ma l'agilità di Francesco e Skroll era tale da permettere loro di schivare l'attacco con un salto laterale. Entrambi provarono a infliggere danni allo stomaco del gigante, ma i loro colpi sembravano quasi inutili: lo strato di grasso spesso e flaccido del mostro assorbiva gli attacchi come un cuscino, proteggendolo da qualsiasi ferita seria.
Ad un certo punto, Michele, invisibile, colpì il polpaccio destro del gigante con un fendente preciso. Il gigante urlò di dolore, cadendo su un ginocchio. Ma la vittoria fu di breve durata. Con un movimento rapido e inaspettato, il gigante si girò di scatto, brandendo lo scettro e colpendo Michele con una forza brutale. Il ragazzo volò via, schiantandosi contro il muro con un tonfo sordo, il suo corpo che scivolò a terra, immobile.
Skroll ne approfittò per saltare addosso al gigante, affondando la sua lama scheletrica nel collo del mostro. La ferita sanguinava copiosamente, ma non era abbastanza profonda da fermarlo. Il gigante, infuriato, sferrò un pugno verso Francesco, ma Simon, con un atto di coraggio disperato, si frappose, usando una carica con il suo scudo per deviare il colpo. Il braccio del gigante si mosse lateralmente, evitando di colpire Francesco, ma l'impatto fece tremare Simon fino alle ossa.
Daniela, vedendo Michele a terra, corse verso di lui, ignorando il pericolo. Il gigante, però, si accorse del suo movimento. Con uno sforzo titanico, sollevò lo scettro e lo scagliò verso di lei con una potenza terrificante. Lo scettro volò nell'aria come un proiettile, diretto verso Daniela e Michele.
A quella scena, Francesco esplose di rabbia. Il suo corpo si mosse in automatico, guidato da un istinto primordiale. Con uno scatto fulmineo, si frappose tra lo scettro e i due.
«ATTENTI!» urlò Simon, impotente.
«FRAA!» gridò Daniela, gli occhi pieni di terrore.
Francesco, ormai completamente in balia del suo istinto, alzò il pugno e lo scagliò con tutta la forza che aveva in corpo. Il suo pugno colpì lo scettro con un rumore metallico, deviandolo verso l'alto. Lo scettro si conficcò nel tetto, quasi completamente, mentre la mano di Francesco esplose in un misto di sangue e ossa fratturate. Il dolore fu lancinante, ma Francesco rimase in piedi, il suo corpo ancora eretto come un muro in difesa dei suoi amici.
Il gigante, dopo aver lanciato lo scettro, vacillò. Le ferite accumulate-il colpo di Skroll al collo, il pugno di Gianluca alla tempia e il taglio di Michele al polpaccio-erano troppo per lui. Con un ultimo, profondo gemito, il gigante crollò a terra, il suo corpo massiccio che fece tremare il pavimento. Il mostro era morto, ma il prezzo pagato dai ragazzi era stato altissimo.
In quel momento, arrivarono D. e Gianluca. D. corse in difesa di Francesco, che sembrava aver perso coscienza ma rimaneva ancora in piedi, mentre Gianluca si avvicinò al gigante per assicurarsi che fosse davvero morto.
Tutti accorsero verso Michele e Francesco, il panico e la disperazione che si leggevano sui loro volti.
«Che diavolo è successo qui!» esclamò D., guardando la scena con occhi pieni di shock.
Simon, ancora tremante, spiegò: «Ci aveva bloccato, e mentre Daniela è corsa per curare Michele, il gigante ha lanciato verso di loro la sua arma. Francesco, appena ha visto ciò, si è messo fra loro...»
Gianluca guardò i due feriti, il suo volto contratto dalla preoccupazione. «Sono messi malissimo... riusciranno a riprendersi?»
Daniela, in lacrime, iniziò a singhiozzare mentre parlava: «I-i-i-l bracc... e gamba dest... di Miche... Non possono guari-» Scoppiò a piangere prima di finire la frase, il dolore e la frustrazione che la travolgevano.
D. sospirò, passandosi una mano sul viso. «Maledizione... non sarebbe dovuta andare così...»
Simon si guardò le mani, il senso di colpa che lo divorava. «Non ho potuto fare nulla...»
Francesco, ripresosi leggermente, parlò a bassa voce, il dolore che gli attraversava il corpo. «Non è colpa tua...»
Daniela lo guardò, gli occhi pieni di sollievo e disperazione. «Francesco!» Lo abbracciò forte, controllando immediatamente le sue condizioni. «...Avrà qualche problemino, ma posso salvargli la mano!»
D. annuì, cercando di mantenere la calma. «Almeno una buona notizia, finalmente.»
Simon si avvicinò, il suo tono deciso. «Su, portiamoli alla base.»
Ma una grande sorpresa interruppe i giovani. La barriera di Luigi si era espansa a dismisura, arrivando a inglobarli completamente.
Daniela guardò intorno, stupita. «La barriera? Fino a qui?!»
D. si strinse nelle spalle, un sorriso amaro sul volto. «Chissà che ha combinato la nostra fortezza. Non smette mai di stupirci, il maledetto. Portiamo Michele e Fra giù, però.»
Gianluca annuì, prendendo Francesco in braccio con delicatezza. «Andiamo!»
I ragazzi arrivarono al sotterraneo, sdraiando immediatamente i due feriti su uno dei materassi d'allenamento presenti nel campo da pallavolo. Luigi li raggiunse di corsa, il volto pieno di preoccupazione.
«Che diavolo è successo!?» chiese, guardando i corpi feriti di Michele e Francesco.
Daniela, ancora in lacrime, spiegò: «Ho provato a guarire Michele in battaglia... Francesco si è ferito provando a proteggermi...»
Luigi guardò i due, il suo sguardo pieno di disperazione. «Riuscirai a curarli?»
Daniela rimase in silenzio per un momento, osservando Michele. Poi, con voce rotta, rispose: «......»
D. intervenne, il tono grave. «Purtroppo... Michele ha perso i suoi arti destri....»
Il silenzio sprofondò nella stanza, un'onda di shock e dolore che travolse tutti. Dopo qualche secondo, una voce timida interruppe il silenzio.
Un ragazzo del gruppo chiese: «...Francesco invece?»
D. sospirò, cercando di mantenere la calma. «Avrà dei problemi alla mano, ma dovrebbe riuscire a guarirla.»
Luigi abbassò lo sguardo, il suo tono pieno di rassegnazione. «Almeno lui...»
Daniela si asciugò le lacrime, il suo sguardo che si fece determinato. «Lasciatemi qui a curarli. Più tardi vi raggiungerò...»
Luigi annuì, rivolgendosi agli altri. «Va bene... ragazzi, date aria a Daniela e i feriti.»
Tutti si allontanarono, ma rimasero comunque a osservare da una distanza rispettosa, i loro occhi pieni di speranza mentre guardavano la magia divina di Daniela lavorare, pregando che potesse salvarli del tutto.
Simon si voltò verso Luigi, un'espressione curiosa sul volto. «Luigi, piuttosto... la tua barriera si è espansa di nuovo! Ha preso praticamente tutta la scuola!»
Luigi annuì, un sorriso soddisfatto che gli si stampò sul volto. «Sì, non essendo in combattimento, ho guardato subito le notifiche. Complimenti per aver sconfitto un Boss Raro!»
D. alzò un sopracciglio, incuriosito. «Boss raro?»
Luigi fece un cenno affermativo con la testa. «Sì, poi mi ha fatto scegliere una specie di professione. È grazie a quella che la mia abilità è aumentata a dismisura... per non parlare delle abilità nuove!»
I ragazzi si scambiarono sguardi di stupore, poi siaffrettarono a controllare le loro notifiche. Oltre alle varie notifiche diesperienza guadagnata, ne trovarono due che catturarono immediatamente la loroattenzione.
Congratulazioni! Il Boss Mutato [Goblin Lord (Gigante)] è stato sconfitto! +300 exp
Congratulazioni! Hai raggiunto il livello 5! Adesso potrai scegliere una classe!
D. guardò le notifiche con un'espressione perplessa. «Mutato? Quindi non era normale che fosse così?»
Simon scrollò le spalle, riflettendo. «Beh... effettivamente era un po' troppo grosso per essere definito Goblin...»
Gianluca si rivolse a Luigi, un sopracciglio alzato. «Mhmm, scusami Luì, ma tu come è possibile che hai raggiunto il livello 5? Non dovresti prendere solo il 10% da ogni mostro?»
Luigi annuì, spiegando con calma. «A quanto pare la ricompensa per i boss mutati è diversa, quindi anche io ne ho ricevuta 300.»
Simon sorrise, entusiasta. «Meglio così, direi! Mostraci il tuo Status, sono curioso della tua classe.»
Luigi fece un gesto, facendo apparire il suo status difronte agli altri ragazzi. «Tenetevi pronti... è piuttosto strana.»
STATUS DI LUIGI
Abilità:
Fortezza Inespugnabile (A): Permette al suo utilizzatore di creare una zona sicura di grandezza variabile in base alla statistica Mente, in essa possono accedere soltanto entità accettate dall'utilizzatore, se il portatore esce dalla sua zona, essa verrà cancellata ed entrerà in CD per 24 ore.
Rappresentante (E): Abilità attiva, Tutti i membri del party riceveranno un bonus alle statistiche del 10%, il portatore riceverà il 10% di exp ovunque egli sia.
Occhi Del Padrone (A): Abilità attiva, permette al portatore di vedere ogni angolo del suo territorio.
Pannello Di Controllo (S): Permette al suo utilizzatore di far apparire il pannello di controllo del proprio territorio.
Livello: 5
Exp: 49/480
Titolo: [Lord Terriero]
Classe: [Stratega Sedentario]
Vitalità:
3
Forza:
3
Agilità:
1
Mente:
20
Intelligenza:
2
Fortuna:
3
Bonus:
[Lord Terriero]: Conferisce l'abilità unica [Occhi Del Padrone] per poter gestire al meglio il suo terreno.
Simon non poté trattenere una risata quando vide lo status di Luigi. «Sedentario... Pfft!» Scoppiò a ridere, piegandosi leggermente in avanti.
Luigi lo guardò con un'espressione esasperata. «Hey! Che posso farci io!»
D., invece, osservò lo status con interesse. «Beh, sembrerebbe utile però!»
Gianluca sbadigliò, guardando l'orologio. «Ragazzi... si è fatto tardi. Propongo di andare a dormire e pensarci domani, magari con Francesco sveglio a consigliarci, se possibile.»
Luigi annuì, stiracchiandosi. «Sono d'accordo. Lui potrebbe capirne qualcosa di più. Buonanotte, ragazzi!»
Mentre gli altri si dirigevano verso le loro stanze, Daniela rimase accanto a Francesco e Michele, il suo sguardo pieno di preoccupazione e affetto. Si avvicinò a Francesco, che giaceva ancora sul materasso, la mano fasciata e il respiro regolare. Lo osservò per un momento, i suoi occhi che si riempirono di una dolcezza che solo lui poteva ispirarle.
«Visto? Sei riuscito a farci riconquistare la scuola...» mormorò, la voce un sussurro carico di emozione. «Anche se ferendoti... grazie.»
Con un gesto timido ma pieno di tenerezza, si chinò e gli diede un bacio sulla guancia. Il suo tocco fu leggero, quasi impercettibile, ma il rossore che le salì alle guance tradì il battito accelerato del suo cuore. Rimase lì per un attimo, guardandolo mentre dormiva, i suoi capelli scuri che cadevano leggermente sul viso.
«Sei sempre così testardo...» aggiunse con un sorriso dolce, accarezzandogli delicatamente i capelli. «Ma è proprio per questo che...» Si interruppe, arrossendo ancora di più, come se avesse quasi detto troppo.
Si guardò intorno, assicurandosi che nessuno la stesse osservando, poi si sistemò accanto a lui, sedendosi sul pavimento. «Dormi tranquillo, domani ti sveglierai e tutto andrà meglio...» sussurrò, più a sé stessa che a lui.
Dopo un momento di silenzio, Daniela aggiunse, con un tono di ammirazione e Fiducia: «Riuscirai a guidarci anche in questo nuovo mondo... in latino, lo chiameremo Novus Orbis. Sì, Novus Orbis... ha un suono perfetto per te.»
- TheUnluckyLord