Benvenuto, caro lettore, al primo capitolo di questo viaggio.
Sono davvero felice che tu sia qui, pronto a entrare in un mondo che ho creato con passione e fantasia.
Che tu sia alla ricerca di avventura, emozione, o semplicemente di una storia che ti faccia perdere in un altro mondo, spero che troverai qualcosa da che faccia al caso tuo in queste pagine.
Ma lascia che te lo dica subito: questa non è una storia da divorare in fretta.
È vasta, profonda e richiederà tempo.
L'inizio, come vedrai, è un lungo prologo, del resto sono le fondamenta su cui si costruirà tutto il resto.
Anche se inizialmente potrebbe sembrare lento, ogni piccolo dettaglio ha uno scopo, tessendo una trama che rivelerà tutta la sua magnificenza man mano che prosegui.
Ti invito a metterti comodo, ad avere pazienza e a lasciare che la storia ti guidi.
Ci saranno sorprese, sfide e momenti di vittoria, ma ti prometto che, se ti avventurerai fino in fondo, la ricompensa varrà ogni sforzo.
Grazie per aver dato una possibilità a questa storia.
Il tuo tempo e la tua fiducia sono per me davvero preziosi, e spero che questo mondo diventi un posto dove vorrai tornare ogni volta.
Quindi, trova un bel posticino, fai un bel respiro e lasciati trasportare dalla storia.
Buona lettura!
GIOCO DEL RE
CREAZIONE
ATTO I
Capitolo 1 - Pandemonium
Nel principio vi era solo lui nel profondo nulla, un vasto vuoto di assoluta assenza, una terra in cui ogni forma, ogni suono e ogni pensiero scompaiono assorbiti in una totale mancanza di sostanza.
È come un'oscurità senza confini priva di un inizio e di una fine, il silenzio è tale da consumare ogni suono prima che possa essere emesso.
Nel nulla, non c'è vita né movimento, solo un'immobilità glaciale che inghiotte ogni cosa.
È un luogo dove le emozioni si dissolvono, le speranze svaniscono e la coscienza stessa perde ogni punto di riferimento.
Si chiamava Chaos e regnava solitario nel cuore profondo dell'infinità, per lui non era altro che un luogo di contemplazione dove stare aldilà dei confini del tempo e dello spazio a confrontarsi con i concetti di esistenza ed inesistenza.
Egli era il tutto e il niente, l’unione di ciò che era stato, di ciò che è e di ciò che sarà, così come di ciò che non sarà mai.
Una particella infinitesimale e infinita al tempo stesso, il principio e la fine di ogni cosa.
Chaos esisteva da sempre, e per sempre sarebbe rimasto.
Tuttavia, il peso dell’eternità iniziava a farsi sentire.
La sua esistenza solitaria, pur perfetta nella sua autosufficienza, era intrisa di una monotonia opprimente.
Ogni cosa dipendeva da lui, e solo da lui, ma proprio questa consapevolezza era divenuta una prigione.
La noia si insinuava lentamente, come un’onda silenziosa che si spezza contro una riva deserta.
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Immerso nei suoi pensieri, Chaos rifletteva sull’esistenza e sull’inesistenza, su ciò che significava essere il centro assoluto dell’universo.
Ma la sua contemplazione non era più sufficiente.
Il Nulla che lo avvolgeva, un tempo terreno di pace e di riflessione, aveva iniziato a trasformarsi in una trappola senza vie di fuga.
Fu allora che, per la prima volta, qualcosa cambiò.
Una scintilla invisibile attraversò la sua essenza, un impulso mai provato prima.
Chaos comprese che quella fiamma, pur perfetta nella sua unicità, non era sufficiente.
Sentì il desiderio di creare, di dare forma a qualcosa che spezzasse la staticità del nulla.
Ma cosa creare?
Come dare inizio a qualcosa in un regno dove nulla esisteva, nemmeno il concetto stesso di cambiamento?
In quella scintilla nacque la decisione: avrebbe frantumato la sua perfezione per dare vita a qualcosa di nuovo.
Una frammentazione deliberata, un atto di volontà suprema che avrebbe scatenato il principio di tutto.
Chaos non era solo il tutto; era anche il seme dell’imperfezione, della molteplicità, della nascita e della distruzione.
E così, nella vastità immobile del Nulla, Chaos si preparò a compiere l’atto più grande mai concepito: dividere sé stesso per spezzare l’eternità della sua solitudine.
Da quella decisione sarebbe nato il primo movimento, il primo suono, la prima scintilla di creazione che avrebbe plasmato tutto ciò che conosciamo e molto altro ancora.
Quella scintilla sarebbe stata il principio.
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La forma che Chaos scelse di assumere fu, a suo modo, curiosa e carica di una sottile ironia, soprattutto se consideriamo il destino che avrebbe portato.
Il Nulla, da cui tutto era emerso, si condensò in un’entità unica che chiameremo Genesis Prime.
Una sfera luminosa e immacolata, di un bianco così puro da sembrare quasi irreale, avvolta da due corone eteree che la accarezzavano incessantemente, in un moto eterno e armonioso.
Tuttavia, parlare di Genesis Prime come un “oggetto” rischia di trarci in inganno.
Non si trattava di un punto nello spazio, né di un’entità governata dalle leggi che oggi associamo alla natura.
Era qualcosa di completamente alieno, un’esistenza al di là di ogni immaginazione, e per comprenderne la natura è necessario uno sforzo concettuale, era l’origine dell’impossibile.
La prima grande controversia nel descrivere Genesis Prime è il concetto stesso di luogo.
Non aveva una posizione specifica, perché non c’era alcun “dove” in cui collocarla.
Al contrario, permeava tutto il creato, poiché essa stessa era l’intero creato.
Genesis Prime era, paradossalmente, un’entità puntiforme, infinitamente piccola, e al tempo stesso un’entità onnipresente, infinitamente grande.
Questa dualità contraddittoria – l’essere al contempo una singolarità e un’infinità – sfida ogni logica che possiamo concepire.
Non solo rappresentava il tutto, ma includeva anche ciò che non era ancora nato, ciò che non sarebbe mai stato e perfino ciò che non poteva essere compreso.
La sua essenza era un mosaico di possibilità e impossibilità, un amalgama di realtà e non-realtà, un'idea inafferrabile che travalica ogni immaginazione.
Ciò che rendeva Genesis Prime ancor più straordinaria era l’energia che racchiudeva.
Era una quantità spaventosamente folle, una forza così imponente che persino il concetto di infinito, nel confronto, apparirebbe banale e riduttivo.
Questa energia non era semplicemente grande: era indescrivibile, una densità talmente elevata da sfidare ogni tentativo di misura o definizione.
Se provassimo a tradurla matematicamente, ci troveremmo di fronte a un paradosso: l’infinitamente piccolo e l’infinitamente grande coesistevano in un equilibrio precario.
Un numero che rappresentasse la densità di energia sarebbe, per nostra logica, infinito diviso zero, un’idea che, persino nei nostri modelli più estremi, rasenta l’assurdo.
Questa condizione di energia illimitata e densità infinita era insostenibile.
Genesis Prime, per quanto perfetta nella sua unicità, violava ogni principio che potesse renderla stabile.
Non era conforme a nessuna realtà, perché era, per sua stessa natura, al di sopra della realtà.
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Ogni cosa che esisteva – o che sarebbe potuta esistere – era contenuta in quella particella.
Ma proprio questa concentrazione assoluta rappresentava la sua debolezza.
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Genesis Prime era una contraddizione vivente, una tensione pronta a esplodere, come un arco teso all’estremo limite.
L’instabilità di Genesis Prime era intrinseca alla sua perfezione.
Era troppo pura, troppo assoluta per sopravvivere senza mutare.
Era come se l’universo stesso, in potenza, si ribellasse alla sua condizione di totale immobilità, spingendo per liberarsi e trovare una forma nuova.
E così, Genesis Prime si trovava sull’orlo di una trasformazione inevitabile.
Un impulso nascosto nelle sue profondità stava per spezzare la sua armonia, dando il via al più grande atto di creazione mai concepito: un’esplosione che avrebbe generato lo spazio, il tempo e tutto ciò che conosciamo.
Ma in quel momento, Genesis Prime era ancora un mistero assoluto, il seme dell’intero cosmo in attesa di germogliare.
Ciò che seguì la nascita di Genesis Prime fu una catena di eventi di proporzioni divine, così vasti e incomprensibili da rasentare la catastrofe.
In questo caos primordiale, l’energia instabile della particella originaria trovò il suo equilibrio spezzandosi e dando forma a qualcosa di più riconoscibile per la mente umana: il nostro universo.
Fu l’inizio di tutto, il primo capitolo di un’esistenza tangibile.
Finalmente, attraverso il suo atto di creazione, Chaos trovò una forma.
Non più soltanto una fiamma bianca priva di confini, ora si era dato un aspetto: una figura umana, perché era quella che più lo compiaceva.
Questa forma, imponente e magnifica, si sedeva su un trono fiammeggiante, immenso come una stella, irradiando potenza e solennità.
Pandemonium, il regno da lui generato, si ergeva attorno a lui.
Una sfera di energia e materia, separata dal resto del cosmo, una dimensione a sé stante che non avrebbe mai avuto contatti con le altre realtà.
Pandemonium era molto più di un luogo.
Era una dimora sacra e terribile, il centro di tutto ciò che Chaos aveva creato.
Le particelle che lui stesso aveva plasmato danzavano in intricate coreografie, scintillando come stelle attorno al suo trono.
Era un regno di ordine e caos, una manifestazione vivente della mente di Chaos stesso.
E lì, su quel trono ardente, Chaos trascorse miliardi di anni. Seduto nella sua immensa solitudine, contemplava ciò che aveva creato e ciò che era diventato.
Le strutture complesse delle particelle, le loro interazioni e trasformazioni erano un intricato spettacolo che lo affascinava.
Era come se ogni moto, ogni scambio di energia fosse un racconto che lui stesso aveva scritto e che ora leggeva con orgoglio.
In quegli eoni di contemplazione, sembrava che il tedio che un tempo lo attanagliava fosse finalmente sconfitto.
Chaos era il signore incontrastato del suo regno, il centro di un universo che ruotava attorno a lui.
La sua onnipotenza gli permetteva di modellare ogni dettaglio, di assistere a ogni mutamento.
Ma quella soddisfazione si rivelò essere un’illusione.
Col passare del tempo, anche l'incredibile complessità che aveva creato divenne una storiella ripetitiva.
Ogni particella, ogni danza cosmica che inizialmente lo incantava, perse progressivamente il suo fascino.
La perfezione dell’ordine che aveva stabilito cominciò a sembrare un carcere dorato, e il senso di monotonia che aveva conosciuto agli albori del suo essere tornò a tormentarlo.
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Nonostante la magnificenza di Pandemonium e la complessità del creato, Chaos si ritrovò ancora una volta intrappolato nella propria onnipotenza.
Nessun evento, per quanto straordinario, riusciva più a scuoterlo.
La stasi si riappropriò della sua esistenza, e il gigante fiammeggiante al centro del nulla tornò a confrontarsi con il vuoto che lo aveva sempre accompagnato.
E così, il ciclo della monotonia si ripeté.
Chaos, il creatore dell’inizio, il signore di tutto ciò che esisteva, si ritrovò nuovamente prigioniero del suo stesso potere, in attesa di un cambiamento che per sua natura era già ben noto e prevedibile.
Da questo momento alla successiva fase del creato passò così tanto tempo da far credere che per un futuro diverso da questo non ci sarebbe stato spazio.
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Coloro interessati solo alla trama possono passare direttamente al prossimo capitolo, per i lettori più curiosi invece lascio una appendice dove è descritto ciò che in quel periodo fu creato ed i processi con i quali tutto ciò avvenne
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ATTENZIONE APPENDICE:
Prima di procedere con la sezione successiva, voglio avvisarti: la parte che segue è particolarmente complessa e si addentra nei dettagli tecnici di questo universo.
Questi dettagli non sono fondamentali per comprendere la trama principale, ma sono essenziali per chi desidera una comprensione più approfondita della costruzione del mondo e del suo funzionamento.
Se ti piace esplorare le meccaniche, la storia e i particolari di un universo riccamente dettagliato, ti consiglio di proseguire nella lettura.
Se invece preferisci concentrarti sulla trama principale, sentiti libero di saltare queste sezioni.
APPENDICE:
Se invece avete deciso di continuare per questa via armatevi di pazienza perché da qui le cose si fanno piuttosto complesse.
La particella Genesis Prime come già detto aveva un problema di fondo, eccessivamente energica, e come tutte le cose instabili anche questa tende alla stabilità e quindi a conformarsi con la realtà.
Per compiere il processo aveva due vie a disposizione: la prima quella di diminuire la sua energia in qualche modo e la seconda quella di aumentare le proprie dimensioni, scelse tra queste due opzioni quella più facile.
Aumentò le proprie dimensioni ma non lo fece ingrandendosi lei stessa bensì attraverso un processo chiamato inflazione, aumentò la propria massa e si scisse in una moltitudine di altre particelle a lei simili chiamate Genesis.
Non si pensi che giunti a questo punto il problema di fondo non persista, si noti infatti che una qualunque porzione di infinito/zero risulta essere non commensurabile e quindi non adatta a descrivere un qualcosa di esistente come ad oggi voi concepite l'esistenza.
Ogni particella Genesis portava dunque con sé la volontà di esprimersi in qualcosa d'altro per poter ridefinire i suoi livelli di energia, così perpetrando lo stesso ragionamento sarà per tutte le particelle che verranno anche poi.
Comunque la si veda si noti l'impossibilità dell'annullamento di questo problema e per quanto ci si continui a dividere in ogni particella resterà la tendenza all'inflazione.
Ciò che vi era a questo punto era una moltitudine di particelle che danzavano nel vuoto e che stavano andando lentamente a formare quella che poi sarà la figura fisica di Chaos.
La quantità di sforzi condotti fino a questo punto non sarebbe comunque bastata, per questo motivo le particelle trovarono un metodo di organizzazione intelligente per raggiungere una semi-conformità continuando ad evolversi attraverso due processi:
il primo è quello visto fino ad ora, ovvero l'inflazione il secondo invece è una specie di meiosi particellare chiamato Metagenesi attraverso il quale si vennero a creare le prime particelle con energia discreta (quindi misurabile numericamente) all'interno del creato.
Anche loro erano però incredibilmente energiche e quindi non si compia l'errore di credere che non abbiano la stessa tendenza delle altre.
In ogni caso si vennero a formare nuove particelle di diverso tipo mai viste fino a quel momento ognuna con caratteristiche proprie e funzioni specifiche:
la "scelta" di dividersi è dovuta ad una distribuzione energetica che ha permesso ad alcune particelle di essere più stabili a discapito di altre.
Quella ad aver pagato più di tutte il prezzo della divisione viene chiamata Inertia, questa si è presa carico dell'energia ed è il risultato del processo di meltogenesi che ebbe luogo e che separò le particelle Genesis appunto nelle Inertia (la quale funzione è appena stata detta) e la loro controparte "scarica" più conforme alla realtà: le Substantia (la cui funzione è quella di comporre l'impalcatura dell'esistenza)
Le Inertia e le Substantia avevano perso la loro forma originale e come si vede dalle rappresentazioni grafiche hanno assunto forme molto curiose : la prima era un agglomerato irregolare di prismi che cambiano in continuazione circondati da scariche di energia, la seconda invece una specie di scatola dinamica capace di contenere diversi tipi di particelle e che si lega con le altre Substantia.
I rapporti tra le due particelle erano però piuttosto semplici, Substantia copriva il ruolo di dispensatore di informazioni per le altre mentre Inertia creava ciò che era necessario quando l'altra gli dava l'ordine. allo stesso tempo se e quale ordine dare veniva deciso a seconda della disposizione delle Inertia creando quindi una codipendenza delle due rendendole di fatto inseparabili.
In pratica le prime si sono come disposte a forma reticolare creando una specie di scala metrica minima attraverso la quale le altre particelle potevano muoversi, loro erano pressoché fisse, degli "storage" di informazione che potevano definire se la loro "casella" fosse occupata o meno, potendo inoltre capire da che tipo (o da che tipi) di particella fosse occupata quella posizione, restituendo poi l'informazione ad onda verso le altre Substantia che tutte insieme crearono il primo spazio conforme alla realtà che il creato vive.
L'onda che ho appena descritto non è altro che il metodo con il quale lo spazio si scambia le informazioni per continuare ad essere più coerente e conforme possibile, in ultima analisi restituisce una stringa di posizioni successive che possono essere benissimo descritte dal concetto che voi umani avete di tempo.
Fino a questo momento è bene specificare che non era giusto parlare di forma o posizione di una qualsiasi cosa, tutto quello che abbiamo raccontato fino alla generazione di queste onde di trasmissione è successo in maniera quasi del tutto solo concettuale, la differenza che esiste tra una parola ed una scritta descrive bene la situazione di prima e di poi, la tela dello spazio e quindi i relativi concetti ad esso associati sono da attribuirsi quindi all'esistenza e alle interazioni delle particelle Substantia con le Inertia.
Si noti ora che comunque nonostante l'esistenza di uno spazio definito e conforme non sarebbe stato comunque possibile vedere ciò che stava accadendo (anche se pienamente immersi nelle Substantia) poiché le particelle non erano appunto visibili, non possedevano nessun tipo di luminosità ed ovviamente nessun colore.
Dato che la materia è visibile ci si potrebbe chiedere come faccia ad esserlo e la risposta a questa domanda è piuttosto immediata: in pratica se il sito della particella di Substantia è occupato da un qualsiasi tipo di particella attraverso un processo di meiosi chiamato Luxorgenesi questa dà vita ad una nuova variante chiamata Lumina (il tutto impiegando l'energia disponibile dell'Inertia).
Per essere spiccioli nella spiegazione il lumina si comporta come una spia che dice "io ci sono e sono qui" brillando e dando origine ad un fenomeno luminoso grazie ad una vibrazione emessa dalla particella, è inoltre utile ai fini della comprensione spiegare come anche gli stessi colori derivino da questa particella, la vibrazione infatti a seconda del suo livello di intensità libera nel sito altre subparticelle in numero direttamente proporzionale all'intensità vibrazionale, il numero di queste subparticelle (chiamate glowtron) determinano infine il colore che si percepisce alla vista.
La forma di queste è la più curiosa tra tutte, si presentano infatti come un microscopico cilindro al quale intorno orbitano ferocemente delle nanoparticelle (i glowtron) con spin completamente casuali.
infine va precisato che le particelle Lumina non possiedono massa e hanno velocità di generazione istantanea e si possono quindi spostare superando il concetto stesso di velocità, non si può dire lo stesso delle glowtron (queste infatti si muovono con la velocità che voi umani conoscete come velocità della luce) ; quando una Lumina si sposta da un punto all'altro dello spazio i glowtron in realtà rimangono indietro e si apprestano a raggiungerlo.
Ne risulta che i fasci di luce si comportano come vettori che vanno dalla posizione iniziale a quella finale del lumina e si portano con sé le informazioni.
E quindi possibile che un oggetto composto di soli Lumitron sia gia giunto a destinazione senza che sia percepibile fino al momento in cui i suoi glowtron lo raggiungono.
Arrivati a questo punto la concezione del creato che dovreste avere è quella di un luogo in cui tutto esiste ed è visibile ma niente può essere toccato effettivamente.
Come ci si può immaginare esiste in realtà una particella in grado di ovviare al problema, si chiama “Materia” e costituisce la parte tangibile della realtà, a differenza di tutte le altre particelle non è permeabile e non consente la sovrapposizione di altre particelle nel sito di substantia ad eccezione di quelle da lei stessa generate, ne risulta che ora la materia poteva essere anche toccata.
Tra tutte le particelle che si agitavano nel creato questa era quella che più si adattava ai canoni di conformità alla realtà, saranno quelle più diffuse nell'universo che voi conoscete, rappresentano la base costruttiva di tutta la materia, il "mattoncino" principale.
Va inoltre specificato che queste sono nate attraverso un processo meiotico derivato dal Substantia chiamato Atomogenesi, inoltre oltre a essere di natura "scarica" di energia ha inoltre impiegato la "poca" a sua disposizione per generare altre 3 particelle mediante 3 processi meiotici differenti, queste particelle sono chiamate "caratteristiche" in quanto sono responsabili delle proprietà che ha la materia.
La prima particella caratteristica di cui vi parlerò è il Gravita nato attraverso il processo chiamato Gravitrogenesi, si può dichiarare responsabile degli effetti gravitazionali che si osservano nel Substantia, in pratica la particella originale (che si genera più facilmente laddove ci sono agglomerati di massa) si scinde in due subparticelle più piccole chiamate Gravityle e Gravipulse, la prima resta dove viene generata mentre la seconda si dirige verso la prima Materia "libera" (ovvero senza Gravita) e comincia ad orbitargli attorno nel verso di rotazione opposto alla particella di Gravityle.
Ogni volta che si trovano sullo stesso asse (una volta ogni rotazione attorno alla Materia) viene percepito un impulso di trazione che tende ad avvicinarle, più la distanza è ridotta e più è alta la velocità orbitale delle particelle e più alta è la gravità percepita.
Troviamo poi le Ignitia responsabili degli effetti del calore generati da un processo chiamato Pyrogenesi, per manifestare i propri effetti queste particelle dopo essersi accoppiate alle Materia cominciano a girare vorticosamente su se stesse, il nucleo stesso della particella viene fuso durante la rotazione.
Più la temperatura è elevata e più risulta essere alta la velocità di rotazione osservata, inoltre ogni singola particella ne genera ad onda altre nei siti adiacenti che portano con sé una velocità minore, in pratica più ci si allontana dal nucleo del calore e più la temperatura diminuisce (lo fa gradualmente).
Infine, l'ultima particella caratteristica è chiamata Electro generata attraverso un processo chiamato Electrogenesi è responsabile degli effetti elettromagnetici.
Il numero di Electron all'interno di una Materia ne determinano la specie e le caratteristiche dandogli proprietà elettromagnetiche a seconda dei vari casi, siccome la spiegazione dei vari tipi di Materia e le relazioni tra gli Electron potrebbero risultare complicate se avete intenzione di approfondire ulteriormente bisognerà che prendiate l'appendice di questo libro e lo troverete come primo argomento.
Ultima in questa presentazione è la particella di Eco generata per deflazione (il contrario del processo di inflazione) dalle particelle di Lumina con un processo chiamato Ecogenesi.
Sono le responsabili dell'effetto sonoro ma vi basti sapere quel poco che ne ho detto in quanto non sono fondamentali per capire spiegazioni successive, come con gli Electro la loro spiegazione approfondita può essere trovata nell'appendice di questa prima parte di narrazione.
Grazie per aver letto!
Spero che questo capitolo ti sia piaciuto e che la storia abbia stuzzicato la tua curiosità per ciò che verrà.
Se desideri rimanere aggiornato sui nuovi capitoli e supportare il viaggio di questo universo, assicurati di seguire questa pagina.
Il tuo supporto significa tantissimo per me e mi aiuta a mantenere viva questa storia.
Non esitare a condividere i tuoi pensieri o le tue domande: mi piacerebbe molto sentire la tua opinione!
Alla prossima,
Teo